di Roberta Pilia
Finii di scrivere questo breve resoconto di una serata all’insegna dell’amicizia, della spensieratezza, della condivisione, la notte dei terribili avvenimenti in Sardegna. Mi sembrò del tutto inopportuno e fuori posto parlarne quando nella nostra Terra altre e ben più urgenti erano le priorità. Pensai anche di non farlo mai giungere alla redazione di Tottus in paris. Nei giorni che seguirono, fummo tutti presi a organizzare il nostro, i nostri atti di solidarietà. Con una esemplare prontezza e generosità, Josiane Masala, presidentessa del “Nuraghe* di Losanna, spalleggiata dal Direttivo, ebbe l’idea di trasformare il tradizionale saluto e aperitivo di fine anno, un bel momento per ringraziare quanti avessero partecipato alle diverse attività annuali del Circolo, amici, famiglie, buongustai, sostenitori e simpatizzanti, in un atto concreto per sostenere la Sardegna. E, poiché tutta l’attività del Nuraghe ruota intorno al sostegno, alla divulgazione della cultura, gastronomia, folklore sardi, sarebbe stato ingiusto non render conto di anche della serata che chiudeva il ricco anno sociale del Circolo.
Sabato 9 novembre, si è tenuta, organizzata dal Nuraghe di Losanna, patrocinata dalla Regione autonoma della Sardegna, una “gustosa” conferenza vivacemente condotta dal Prof. Tindaro GATANI.
Tra il pubblico, rappresentanti dei Circoli amici, sostenitori, curiosi buongustai. Fin dall’inizio, il Prof. Gatani ha dato il tono, deludendo forse qualcuno, sorprendendo tanti, me compresa: “non di ricette si tratterà, che tanti ricettari sono in commercio, ma di un viaggio nella lunga e fantastica storia di un alimento (elemento, direi io) ormai insostituibile”. E così, grazie ad una scaletta perfettamente orchestrata di aneddoti divertenti, commoventi o decisamente storici, foto significative, risposte chiarificatrici, siamo partiti per un viaggio “à rebours”, durante il quale sono stati anche sfatati solidi miti. La pasta invenzione dei cinesi? Appunto, pura invenzione! E il lungo viaggio di ritorno di Marco Polo, durante il quale avrebbe riportato in Patria i sacrosanti spaghetti? Assolutamente inverosimile. Verissima invece, la proibizione fascista della preparazione e consumo della pasta per così dire “nociva”, di fatto dettata dalle leggi pro autarchia. Altrettanto vera la passione, che di questo si trattò, suscitata dalla pasta nei grandi viaggiatori, nobili, studiosi, scrittori, che attraversarono l’Italia dalla fine del 1800, e ripartirono col cuore, gli occhi pieni di tesori, e nei bagagli qualche esemplare di pasta, contribuendo alla sua diffusione. Passione! Nel bene e/o nel male la pasta non ha lasciato indifferenti, convincendo gli alti rappresentanti del cattolicesimo “ che la forchetta-forca era strumento del diavolo”, diventando, durante il Fascismo, ragion di Stato, ritrovarsi al centro di studi di architettura e design, in una ricerca della forma ideale. Come se non bastassero le centinaia e centinaia di forme che il buon senso popolare e regionale aggiustò per permettere perfetti “matrimoni” tra pasta/forma e ingredienti a disposizione/condimenti… E mentre il Conferenziere illustrava, interrogava, divertiva, nell’aria della sala della Colonia Libera di Renens-VD, alto luogo associativo dell’emigrazione italiana in Svizzera, un profumo di sugo di pomodori freschi pronto a condire malloreddus e ravioli genuinamente preparati dal Direttivo del Nuraghe, invitava gli ospiti a verificare di persona, semmai di verifiche ci fosse bisogno, quanto appena dichiarato: nessun bisogno di illustri nomi del design per decretare il perfetto connubio tra malloreddus, ravioli, sugo e pecorino, e concludere davvero in bontà la serata, e il ciclo di Conferenze promosse dal Circolo Sardo Nuraghe di Losanna durante il 2013.
hai voglia di dire che fa ingrassare !La pasta puo’ essere (è) veicolo di forte aggregazione.
Grazie a Roberta la nostra consigliere per questo articolo bellissimo 🙂
Roby, descrivi talmente bene che ho sentito l’atmosfera, gli odori e il buon cuore che ha animato l’evento!!!!