di Stefano Siddi Ortu
E’ finita l’emergenza a Terralba ed é stato sciolto il C.O.C. che per una settimana , 24 ore su 24, ha coordinato le operazioni di soccorso. Abbiamo vissuto momenti drammatici sostenuti peró dalla commovente solidarietà di una marea di sardi e di tanti che amano la nostra terra. Qui non posso esimermi dal ricordare la straordinaria azione degli amici di Arborea, uno per tutti Agostino Panetto, che ci hanno permesso di accorciare significativamente i tempi critici e di uscirne rapidamente. Come amministrazione pensiamo di aver fatto il possibile per aiutare la comunità che ha patito momenti di sofferenza inenarrabili, ma mi sorge spontanea una domanda: a proposito del PSFF, la regione Sardegna mi puó spiegare come mai Terralba secondo il piano stralcio regionale sarebbe dovuta essere alluvionata completamente e invece é stata interessata solo ed esclusivamente nei punti indicati dallo studio commissionato dal comune di Terralba e validato, a questo punto, dalla natura e da Dio? e come mai Olbia oppure Uras, mi scusino gli amici uresi, per fare un esempio, nel PSFF della regione Sardegna neanche figurano e in quello della natura invece si? non é che il PSFF della regione Sardegna sia stato pensato e fatto in modo superficiale solo perché doveva essere fatto? L’amministrazione non ha mai detto, a differenza di menti (!?) libere che nel nostro territorio non dovessero esserci vincoli idrogeologici, ma solo che i vincoli dovevano essere pertinenti alle pericolosità reali evidenziate dal piano commissionato dal comune. Sappiamo bene che noi amministratori siamo i primi a dover tutelare la sicurezza dei nostri concittadini, pensiamo di averlo fatto in tutti i frangenti e, tutto sommato, di averlo fatto bene visto che non si contano vittime. Chiudo citando Anthony Muroni, l’unico giornalista che ha avuto gli attributi che gli hanno permesso di non seguire il supposto carro mediatico del vincitore, in cui la colpa era tutta dei sindaci e dei comuni: un piano a tutela del paesaggio, territorio e ambiente e quindi un PSFF deve essere chiaro e approfondito senza possibilità di deroghe, efficace, con regole facilmente applicabili e, nella loro giustezza, capaci di generare un’economia alternativa, compatibile sia con l’ambiente che con i bisogni dell’essere umano. (…) Mi spiego meglio e, per farlo, utilizzo la posizione degli amministratori comunali di Terralba a proposito del Piano per le fasce fluviali. «Chi l’ha detto che noi non lo vogliamo? Più semplicemente siamo contrari a questo Piano, perché è fatto male e perché l’adozione in sé non significa che rispetti tutte le esigenze in campo. Noi siamo per la messa in sicurezza dell’abitato e per la tutela dell’ambiente».