NEL 70esimo ANNIVERSARIO DEI MARTIRI DI SUTRI, LA RICORRENZA E' IL 17 NOVEMBRE IN COLLABORAZIONE AL CIRCOLO "ANDREA PARODI" DI RIGNANO FLAMINIO (ROMA)
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La pubblicazione, esistente sin dal 1997, informa con regolarità di uscita e con ampiezza di contenuti sulle attività dei circoli degli emigrati sardi sia dell’Italia continentale sia dei Paesi europei ed extraeuropei. Si è avvalsa e intende avvalersi sempre più della collaborazione attiva di tutti coloro che credono nella necessità di documentare, a vantaggio degli altri sardi (residenti nell’isola o fuori di essa), le iniziative dei circoli degli emigrati operanti nella Penisola e all’estero.
I martiri di Sutri. Il mattino del 17 novembre 1943 da reparti delle SS tedesche furono catturati in territorio di Capranica (in provincia di Viterbo) 18 giovani avieri, sbandati in seguito all’armistizio dell’8 settembre 1943. Nel pomeriggio dello stesso giorno, dopo un rapido interrogatorio, furono portati su un autocarro in località Montefosco del vicino comune di Sutri. Fatti scendere, furono invitati a dirigersi verso un fosso. Mentre si incamminavano nella direzione indicata furono mitragliati alle spalle. I tedeschi non mancarono di sparare anche un colpo alla nuca a ciascuno di essi. Uno di loro riuscì comunque a salvarsi: Fernando Zuddas di Sardara (Cagliari), sebbene ferito, raggiunse una strada provinciale dove fu raccolto da due cittadini di Sutri; fu lui quindi a raccontare i particolari del massacro. Dei 17 caduti le salme finora identificate sono quelle di Piero Contini di Giuseppe da Oristano; Giuseppe Canu, di Serafina Canu di Dorgali; Giuseppe Deroma di Ambrogio da Osidda; Sebastiano Pinna, di Giovanna Pinna da Osidda. Di 8 militari si conoscono i nomi ma non sono state identificate le salme: Mè Nino di Francesco; Mezzettieri Giovanni di Francesco; Cossiga Salvatorico di Pietro Luigi; Mulas G. Battista fu G. Maria; Pilo Gavino di Gavino (tutti e cinque di Ploaghe); inoltre Barcellona Pietro di Priamo; Mereu Pasqualino di Antonio da Oristano nonché Piras Efisio di Giuseppe da Iglesias. Non è conosciuta invece l’identità delle rimanenti 5 salme.
una brutta e sporca pagina di storia del dopo armistizio; in quelle campagne c’era anche mio padre, precisamente a Tolfa, a solo pochi chlilometri da Sutri, ragazzi sbandati che attendevano solo il momento opportuno per rientrare in Sardegna.