di Bruno Culeddu
La mostra “Noi cittadini d’Europa?” è stata presentata all’interno della Rassegna “I LIBRI AIUTANO A LEGGERE IL MONDO – L’Europa dopo la pioggia” organizzata da Associazione culturale Malik, ed è inserita tra gli eventi ufficiali della Campagna Informativa per l’«European Year of Citizens » del 2013, deliberata con Decisione n. 1093/2012/UE del Parlamento Europeo e del Consiglio, su Proposta della Commissione Europea. Inaugurata a Cagliari nello Spazio Espositivo del Lazzaretto a vent’anni dal Trattato di Maastricht che istituzionalizzava la cittadinanza europea, la mostra è stata strutturata in trentadue opere originali dei principali interpreti della satira italiana ed europea, accompagnate da un apparato critico documentario redatto in italiano e inglese ed articolato in otto tavole tematiche che ripercorrono sinteticamente in senso cronologico le varie tappe dello sviluppo storico dell’istituto della cittadinanza europea – dal Trattato di Roma (1957) che istituiva la figura del “lavoratore privilegiato” europeo, con diritto di movimento transfrontaliero (l’emigrato del primo dopoguerra), al Trattato di Maastricht (1993), che ha istituzionalizzato lo status della “cittadinanza europea”, fino al 2013. In occasione dell’anniversario dell’entrata in vigore del Trattato di Maastricht (1993), la Commissione Europea ha proclamato il 2013 “anno europeo dei cittadini”, «per dare impulso al dibattito sulla cittadinanza dell’Unione, anche per quanto riguarda la sua terminologia, il suo contenuto e la sua portata e informare i cittadini dei loro diritti». Tale conoscenza non può prescindere dalla comprensione della complessità e della molteplicità di problematiche e significati che caratterizzano il comune progetto europeo, e della cittadinanza stessa in quanto collegata all’esercizio pratico e alla fruizione dei diritti corrispondenti come vengono percepiti dai soggetti attivi di riferimento. Così, questa mostra, è diventata un’occasione per riflettere inevitabilmente sul limite strutturale dell’istituto della cittadinanza europea, definita “di secondo grado”, “derivata”, “duale”, vero punto tematico che connota l’esposizione, ovvero il grado di tensione che sopravvive tra le cittadinanze nazionali e quella europea. Le tavole esplicative chiariscono i concetti e le opere permettono di svelare questa tensione e di decostruire la retorica collegata all’evento, restituendoci un immagine dell’istituto della cittadinanza europea, in ogni sua forma, sottoposto al vaglio scettico della pratica del buon senso popolare. Costruita per informare, la mostra esprime le contraddizioni tipiche del progetto europeo, ovvero il dualismo tra l’enunciazione dei principi e la loro concreta applicazione, tra universale e particolare, tra il centro del potere e le periferie nazionali, tra entusiastico progetto di comune sviluppo e crisi economica. Il racconto di un ventennio di storia si struttura in un costante rimando alla vita politica, economica, sociale e culturale delle diverse nazioni del Vecchio Continente. Cittadini ciechi rincorrono confini di Paesi mobili; vascelli col vento in poppa solcano mari di euro ma finiscono per infrangersi negli scogli sommersi, si incagliano e lentamente vanno a fondo; moderni guerrieri achei, con tanto di cavallo di legno, espugnano tra le fiamme la fortezza dell’Euro; ottimistici cittadini esortano a respirare a pieni polmoni la nuova aria europea; la bandiera azzurro-stellata si trasforma fino ad assumere la forma di un gigantesco cerotto. Attraverso questo racconto si capiscono le ragioni dell’attuale diffidenza verso il progetto europeo, se non proprio della distopia, che si avverte sia sul piano nazionale nel disincanto verso la cittadinanza di appartenenza sia sul piano europeo nella disillusione verso l’emancipazione promessa dalla cittadinanza europea. La nascita della cittadinanza europea aveva alimentato nuove speranze dettate dalla fine della perimetrazione nazionale della libertà di movimento. Questo perché il diritto di circolazione e di soggiorno in tutto lo spazio europeo ha rappresentato il legame più forte tra identificazione dei cittadini – quindi l’identità europea – e costruzione politica – e non esclusivamente economica – dell’Unione. L’insistente crisi economica, che si traduce in perdurante crisi politica, concorre a determinare un palpabile sentimento di sfiducia, se non proprio un senso d’afflizione a carattere collettivo. Così, alla domanda: – Dove va? – il personaggio di Altan, pronto a partire con valigia targata tricolore, risponde: – All’estero. A farmi prendere per il culo.- L’impegno profuso dalle istituzioni politiche europee nel promuovere e rafforzare negli “europei” la consapevolezza dei diritti connessi alla cittadinanza, – in particolar modo del diritto di circolare e soggiornare liberamente nel territorio degli Stati membri – , non pare più sufficiente a fugare il sospetto che stiano proprio nella bandiera azzurra stellata, che quest’anno siamo invitati a sventolare, la natura e la ragione stesse delle nuove povertà che accomunano (o, a seconda dei casi, dividono o costringono a circolare) i cittadini europei. Degli oltre 500 milioni di cittadini membri dell’UE più di 14 milioni di essi hanno scelto di vivere in un Paese diverso dal proprio, e alcuni Stati dell’Unione sono tornati ad essere Paesi di emigrazione. Le statistiche ci dicono che a partire sono soprattutto giovani istruiti e di alta professionalità. Allora il sottotitolo della mostra, che parafrasa il titolo di un celebre film di Bunuel, ci ammonisce che in questa fase storica il “fascino” della borghesia europea è diversamente “discreto”. L’immagine di Agim Sulay, scelta per la locandina, rappresenta un europeo di mezza età – dall’abbigliamento e dai modi si capisce che ha passato tempi migliori – che sotto un poster pubblicitario dell’Europa oramai lacerato chiede con discrezione in ginocchio la carità nella pubblica via. E’ il gioco crudele della satira. Invece è proprio per effetto del costante esercizio dei diritti dei nuovi cittadini europei, rappresentato dalle sentenze più illuminate della Corte di Giustizia del Lussemburgo riassunte nel pannello finale della mostra “le 12 stelle della Corte”, che la cittadinanza europea si spoglia del suo carattere simbolico per diventare concreto diritto fondamentale di tutti i cittadini. Prospetto introduttivo ed opere ci accompagnano in un cammino storico cadenzato dalle carte e dai trattati che fondano la cittadinanza europea e configurato dalla sagace fantasia di rappresentazioni simboliche pregne di significati allegorici che rinviano a riferimenti culturali che strutturano la parte più “discreta” della nostra identità: quella europea. La mostra, dopo Cagliari, verrà ospitata in altre città (Roma, Firenze, Padova, Torino). Le tavole originali presentate in mostra andranno ad arricchire la raccolta museale di opere satiriche (collezione FASI) del Comune di Burgos. Gli enti interessati possono richiedere informazioni al 3393278851.