“Sardi” e “Vimodronesi” insieme verso l’Altipiano di Asiago, sul monte Zebio, per conoscere un pezzo importante di storia fatta dai Sardi. Una camminata storica! L’ascesa al monte è cominciata, sotto un cielo cupo e piovoso, percorrendo una salita pietrosa che si inerpica attraverso prati e pascoli fino al limite del bosco. Immergendoci nella foresta di abete rosso, la pioggia lascia lentamente posto ad una coltre umida, senza disturbare gli impavidi camminatori che silenziosi si riempiono lo sguardo della meravigliosa vegetazione di fine estate ed inizio autunno. Il bosco di abeti ci accompagna lungo tutto il percorso, caratterizzato da salite e tratti pianeggianti, mulattiere, in parte selciate, piste forestali e sentieri costeggiati a tratti da “invisibili” postazioni scavate nella roccia bassa. Dopo circa due ore di cammino, ci troviamo davanti ad un lembo di terra recintato, interamente circondato dall’infinita abetaia, nel quale sono piantate 212 piccole croci di legno, allineate una dietro l’altra, una affianco all’altra. Guardandole di lato sembra che le braccia si incrocino, come in un estremo tentativo di tenersi per mano: è il cimitero di Casoria, qui riposano le spoglie di quei sardi che sacrificarono la propria vita per la Patria, la Brigata Sassari. Un pezzo di Sardegna a 1600 mt di quota. Ad ogni croce un nome Le 212 croci nel piccolo pezzo di Sardegna. Un rispettoso silenzio ci invade e… in punta di piedi ci aggiriamo tra le croci su cui sono appuntate le targhette che recitano i nomi dei giovani caduti, in una sola lingua: il Sardo. L’emozione è profonda quando lo sguardo dal basso verso l’alto amplia la pendenza di quelle croci tutte sarde. Ogni paese la sua croce e un suo figlio: Manca Emanuele di fu Saverio di Torralba…. Dinnanzi a questa immane tragedia, che molti ignorano nelle dimensioni e nel suo valore umano e civile, due canzoni una preghiera per onorare i caduti amici e nemici: “ Dio del cielo, Signore delle cime…” cantano alcuni “Deus ti salvet Maria, chi ses de gratias piena“ (Ave Maria piena di grazia) in lingua sarda cantano altri. Un momento toccante. Sentimenti ed emozioni sarde e vimodronesi in un unico corale sentito ringraziamento agli indimenticabili valorosi giovani “ Sassarini”, vittime sacrificate in nome di una tragica guerra. Un canto e una preghiera. Un semplice e allegro spuntino a base di pane e buon formaggio, offerto dai Sardi, completa la nostra visita ai caduti, ricordando a tutti, oggi più che mai, l’importanza della condivisione dello “stare insieme”. Ci allontaniamo da quel piccolo “pezzo di Sardegna”, lasciando ognuno un pensiero. Percorrendo un sentiero di bianco calcare, fuori dal bosco, raggiungiamo i visibili resti del le trincee e dei ricoveri scavati nella roccia, dove migliaia di Sardi, e non solo, vissero per un intero anno i tragici momenti della grande guerra. Un vero museo all’aperto.
Sui camminamenti delle trincee ci sembra di sentire le loro voci. “Se sei italiano, parla sardo!” Era la prima parola d’ordine in uso nei loro reparti, una propria regola interna per non farsi comprendere dal nemico. Poco sopra le trincee austriache sembrano dominare le postazioni italiane. Prima di scendere a valle, raggiungiamo “ Malga Zebio”. Una piccola sosta per un assaggio del famosissimo formaggio “Asiago” e poi… via velocemente, e a passi lunghi e ben distesi, verso valle, dove ci aspetta un succulento pranzo!
Una giornata indimenticabile. Un susseguirsi di emozioni straordinarie. L’ascesa all’ altopiano con gli amici del CAI di Vimodrone che ci guidano lungo i sentieri del bosco e i colori bianco e rosso, come le mostrine dell’uniforme della Brigata Sassari, dipinti sugli alberi a indicarci la via. L’arrivo in quota e la vista delle croci nel cimitero di Casoria che ti spezzano il cuore. La frenesia di conoscere tutti i ragazzi che hanno perso la vita che si trasforma quasi subito da semplice curiosità in un commovente abbraccio. Tanti nomi, tanti Comuni della Sardegna incisi nelle croci, e quelli mancanti sono rappresentati dalla scritta “Ignoto”. Le due canzoni degli amici del CAI e l’Ave Maria in Sardo cantata da noi per rendere onore ai caduti, mentre una nuvola ci avvolgeva tutti insieme…. Riprendiamo il cammino e raggiungiamo i luoghi, dove si svolse la battaglia. Provo a immaginare lo scenario della guerra e non vedo e non sento niente, è una strana sensazione, non riesco neanche a immaginare o sentire i mortai, le bombe e le mitragliatrici…. Silenzio totale. Silenzio totale anche quando ho camminato nelle trincee, ma avvertivo e sentivo la presenza dei soldati e mi sembrava di vederli. Anche qui, una nuvola ci avvolge come a volerci far concentrare l’attenzione solo in pochi metri di trincea, coprendo tutto il resto della montagna. In quegli istanti ho avuto la sensazione che quei ragazzi mi guardassero negli occhi e mi chiedessero il perché loro si trovavano li… domanda alla quale non ho saputo rispondere. In pochi istanti ho appreso, capito e provato cose che neanche i migliori libri di storia riescono a insegnarti e che mi porterò per sempre nel mio cuore…. Anche la discesa a valle è ricca di forti emozioni e sensazioni. La concentrazione sul sentiero per evitare sgradite cadute, non m’impedisce di pensare a quei ragazzi, anzi ho come la sensazione che stiano venendo giù insieme con noi. Finalmente raggiungiamo una strada bianca che ci permette di scendere a valle più tranquillamente. Anche qui in pochi istanti, ho un brivido che mi passa per il corpo…. davanti agli occhi vedo centinaia di alberi altissimi, diritti e allineati come se volessero rappresentare un battaglione di soldati schierati per renderci gli onori, e stranamente non avverto più la presenza dei “ragazzi” che ci avevano accompagnati fino ad un istante prima, come se ci fossero passati davanti per schierarsi e darci l’ultimo saluto…. Arrivati a fondo valle non posso non voltarmi e guardare la cima della montagna per rivolgere l’ultimo pensiero a loro che rimarranno per sempre lassù, mentre mi ritorna alla mente una canzone che cantavo quando ero militare e della quale solo ora ne apprezzo interamente il contenuto: A chi cade combattendo, Dio concede sorte bella, di volare lieve lieve, tra una nuvola e una stella, in quell’angolo di cielo, riservato a tutti “Voi”, dove vivono in eterno, Santi, Martiri, EROI!!!! Mi piace pensare che quell’angolo di cielo sia proprio li, sul Monte Zebio….
ho letto ambedue i blog, veramente belli e toccanti, penso che descrivano bene lo stato d’animo di tutte le persone partecipanti alla gita. E’ stata, nonostante il tempo, una bellissima giornata passata in bella compagnia. Bravissimi i soci del circolo La Quercia, la passeggiata non era poi così breve, nonostante questo tutti sono arrivati al cimitero della Brigata Sassari, complimenti.
pie – club alpino italiano – Vimodrone