di Roberto Tangianu
Si è spenta la musica di Giampaolo Lallai, le sue launeddas hanno smesso di vibrare. La grande passione per l’antico strumento e i libri che amava leggere e che contribuiva a scrivere sono stati due punti fermi della sua vita, che si è interrotta a 71 anni per un male incurabile. Un uomo impegnato in molteplici attività, funzionario in pensione del Consiglio regionale che per qualità e competenza si era distinto in piazza Palazzo prima e in via Roma poi. Cagliaritano, è stato uno dei fondatori dell’associazione culturale “Cuncordia a launeddas” e nella formazione ha militato dal 1987 fino all’ultimo tra gli spazi liberi di una Sardegna che si racconta in musica e gli amici di una vita con i quali ha fatto il giro del mondo nei concerti e nelle rassegne di qualità. Gli stessi che per lui hanno suonato nella cerimonia cha ha segnato il suo addio. «Oggi la sofferenza è grande – dicono commossi i suonatori – e ci sentiamo orfani di un caro amico». Nel ricordo di Dolores Turchi emerge la sua passione per l’impegno intellettuale: «Era un carissimo amico, una persona che stimavo molto per la grande cultura e per la sua grande umanità. Era un ottimo studioso delle launeddas e lo ha dimostrato in moltissime occasioni. Un collaboratore assiduo e preciso di Sardegna Mediterranea che ha dato tanto ai giovani quanto a informazioni, sensibilizzandoli sulla cultura musicale tradizionale dell’Isola». Al rito funebre, celebrato nella chiesa di Santa Caterina a Cagliari, in tanti hanno voluto rendere omaggio a Giampaolo Lallai e tra loro erano presenti diversi volti legati alla politica, alla cultura, all’arte con i quali aveva intrecciato rapporti di amicizia e collaborazione. «Una sera mi raccontò dei suoi anni lontani e dei ricordi che lo riportavano nei giardini dell’infanzia ferita dalla guerra», racconta Giuliano Marongiu, presentatore televisivo: «Scrisse i versi di una canzone per ricordare i bombardamenti che colpirono Cagliari nel 1943. Una testimonianza che, a 70 anni da quell’avvenimento, diventa, attraverso di lui, un monito contro la violenza e contro la distruzione che tutte le guerre determinano». Al momento dell’offertorio i “Cuncordia a launeddas” hanno intonato il “Deus ti Salvet Maria”, il brano che lo stesso Giampaolo avrebbe dovuto accompagnare insieme ai suoi amici suonatori in occasione della visita di Papa Francesco a Cagliari. Giampaolo Lallai lascia la moglie e due figli. «Mio padre ci ha lasciati troppo presto», ha detto il figlio Alessandro dall’altare: «Aveva tanti progetti, tutti orientati verso il suo impegno sempre assiduo per favorire la valorizzazione delle nostre specificità regionali, a partire dalla lingua sarda e dalle stesse launeddas. Per noi sarà sempre una guida».