Passano anche dal web le proteste e la disperazione dei pastori del territorio che in questi mesi si trovano ad affrontare il dramma della moria degli ovini per la Blue Tongue. Da qualche settimana è comparso sul popolare social network Facebook il gruppo “Combattiamo la lingua blu”, nel quale gli allevatori si scambiano dati, foto e informazioni, ma soprattutto dialogano tra loro facendo emergere quella citata disperazione che li affligge. Tra chi se la prende con la Regione e chi invece punta il dito contro l’Asl, tra chi accusa i Comuni per i ritardi nell’invio delle ruspe per le fosse di sepoltura dei capi morti e chi semplicemente scrive per dare il proprio supporto, il gruppo è diventato in pochi giorni un punto di riferimento importante per quasi 550 allevatori del territorio e non solo: un numero che cresce ogni giorno, così come cresce l’emergenza. Qualche giorno fa sul sito è comparsa anche una lettera aperta rivolta agli assessori alla Sanità e all’Agricoltura della Regione Sardegna, attraverso la quale gli allevatori chiedono un incontro urgente per fare il punto della situazione e soprattutto per avere risposte. «Illustri assessori – si legge nella missiva – il gruppo di allevatori “Combattiamo la lingua Blu” da mesi è impegnato in una difficilissima azione di sensibilizzazione sul dramma che sta colpendo l’intero mondo agropastorale della Sardegna. Il virus della Lingua Blu sta drammaticamente mettendo sul lastrico centinaia di aziende in tutte le province dell’isola. Noi non vogliamo stare a guardare. Abbiamo bisogno di risposte immediate e compiute, abbiamo bisogno di confrontarci, di sapere, conoscere. Dalle campagne del Nord a quelle del Sud dell’isola rischiamo di perdere l’intero patrimonio zootecnico senza aver potuto far niente per evitarlo. È urgente un intervento immediato – chiedono quindi i pastori – per fermare questo virus nelle aree colpite, ma soprattutto un intervento in grado di debellare alle radici il vettore di questa gravissima malattia che colpisce gli ovini». Gli allevatori sottolineano che è impensabile mettere a rischio un patrimonio ovino con oltre 3 milioni e mezzo di capi. I mesi di settembre e novembre – spiegano – rischiano di aggravare la situazione con un’ulteriore moltiplicazione delle larve e dei vettori della malattia. Si deve intervenire urgentemente sia sul bestiame – avvertono gli allevatori dal web – sia sulle aree a rischio riproduzione del vettore. Secondo gli allevatori bisogna ricorrere a quei prodotti che consentono di abbattere sul nascere le larve e lo stesso insetto vettore (culicoide). «Noi, pastori e allevatori riuniti nel gruppo “Combattiamo la lingua blu” – dice la nota degli allevatori ormai allarmati – chiediamo di essere ascoltati, chiediamo agli amministratori che hanno la responsabilità di assessorati decisivi per la nostra categoria di darci risposte e di avviare un confronto». Per questo motivo, con spirito costruttivo e propositivo, i pastori lanciano dal web la richiesta di promuovere un immediato incontro con il gruppo che ha formato il comitato, affiancato dai loro tecnici di fiducia, per affrontare e definire le azioni necessarie per fronteggiare l’emergenza. Perchè «servono risposte compiute sul piano scientifico, servono immediati interventi di risarcimento per non morire». La protesta fine a sé stessa è l’ultima opzione per i pastori del gruppo, che non la escludono a priori ma preferiscono prima il dialogo. «Siamo certi – conclude infatti la nota – che questo incontro contribuirà ad evitare azioni disperate che in questi giorni ognuno di noi pensa di mettere in atto per essere ascoltati. Ricorriamo a questa lettera aperta perché preferiamo dialogare prima di dar vita a qualsiasi azione di mobilitazione».
* Nuova Sardegna