di Bruno Culeddu
VENERDI 13 SETTEMBRE 2013 ore 21.00
a Roma
Giardino della Casa Internazionale delle Donne –
LO SPETTACOLO
DerPuff si propone di raccontare, utilizzando la forma del cabaret, le storie di donne, utilizzando come punto di partenza ideale Il Macinapepe (Die Pfeffermühle) di Mann-Giehese: le canzoni “lesbiche” dell’epoca si intrecceranno con brevi monologhi e dialoghi che esaltino la grevità dell’argomento, stemperata dalla levità dell’intrattenimento goliardico.
Le donne individuate non sono tutte note: alcune sono donne normali delle quali è rimasta una lieve traccia che ha fatto sì che la memoria del loro calvario spirituale e fisico non rimanesse confinata nell’oblio; altre sono artiste che hanno contribuito con il proprio lavoro a denunciare la situazione di bestialità nella quale la Germania era precipitata con l’avvento del nazismo e con il conseguente genocidio programmato del popolo ebraico.
Altre ancora sono state sfiorate dall’incubo nazista, che le ha comunque profondamente segnate e i cui orrori hanno raccontato fino alla fine dei loro giorni.
Da Frieda Belifante a Christa Winsloe, da Charlotte Salomon ad Hanna Hoch, da Henny Schermann ad Elli Smula, da Elisabeth Wust e Felice Schragenheim ad Annemarie Schwarzenbach e Claude Cahun, fino alle sopracitate Erika Mann, Therese Giehse e Claire Waldof e alle tante rimaste sconosciute.
Le biografie a volte complete a volte frammentarie di queste donne testimoniano la loro volontà di opporsi triplicemente ad un sistema che le sminuiva in quanto ebree, in quanto donne ed in quanto lesbiche e ad una situazione politica che ne condannava la condotta “morale” colpendole direttamente attraverso la deportazione o costringendole all’esilio.
La scelta di trattare questo argomento è stata dettata dalla volontà di mettere in luce una Storia/storia omessa: da un lato quella legata all’azione fattiva mirata alla salvezza del popolo ebraico ed al disvelamento dei piani nazisti nei confronti degli ebrei, delle minoranze e dei “deviati” dall’altra quella del movimento lesbico che al momento dell’avvento del nazismo (come accadde anche in Italia durante il fascismo) venne costretto a “non esistere”
Francesca Falchi è’ appena tornata dalla 70 Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia dove è stato presentato il trailer de LA DONNA DI CARTA, il prossimo film del regista Giovanni Coda, dove ha preceduto la proiezione de IL ROSA NUDO il film del regista sardo Giovanni Coda ispirato alla vita di Pierre Seel, evento speciale del Queen Lion Award 2013.
De LA DONNA DI CARTA Francesca Falchi ha scritto la sceneggiatura, su richiesta di Coda, al quale è legata da una lunga amicizia e da grande stima professionale.
Il 13 settembre la Falchi sarà a Roma al Giardino della Casa Internazionale delle Donne in Via della Lungara 19 a Roma, dove, ospite del CLR (Coordinamento Lesbiche Romane) e KESBILE’ presenterà DER PUFF-frammenti cantati di corpi internati, spettacolo da lei scritto, che racconta la vicenda delle lesbiche durante il periodo nazista.
Con lei in scena Marta Proietti Orzella, “un’attrice brillante e preparata, con la quale mi diverto molto, dentro e fuori dalla scena”, dice la Falchi.
Uno spettacolo di impegno civile che squarcia un velo su un argomento ancora poco trattato, ma “che, come per tutti gli altri testi da me scritti, è stata una sfida appassionate, in termini sia di ricerca che di stesura”.
Per Tottus in pari Francesca ha risposto ad alcune domande.
DER PUFF-frammenti cantati di corpi internati: di cosa parla? Numerose furono le lesbiche, più o meno note che combatterono strenuamente il nazismo a rischio della propria vita, che furono costrette all’esilio o, che, ancora peggio subirono la prigionia dei campi di concentramento, trovandovi, in molti casi, la morte. DER PUFF-frammenti cantati di corpi internati RACCONTA, utilizzando la forma del cabaret, le storie di queste donne, utilizzando come punto di partenza ideale Il Macinapepe (Die Pfeffermühle) di Mann-Giehese: le canzoni “lesbiche” dell’epoca si intrecciano con brevi monologhi e dialoghi che esaltano la grevità dell’argomento, stemperata dalla levità dell’intrattenimento goliardico.
Uno spettacolo che comincia a farsi conoscere Dal suo debutto il 13 giugno 2011, in forma di studio, all’interno della rassegna Garofano verde 2011 Scenari di teatro omosessuale a cura di Rodolfo Di Giammarco al suo debutto “ufficiale” nella forma definitiva, è passato oltre un anno ma devo dire che i risultati sono sati eccellenti e spero continuino ad esserlo. Lo spettacolo è andato in scena in PRIMA NAZIONALE 5 gennaio 2013 alla III edizione della rassegna SGUARDI S-VELATI organizzata da Ambra Postiglione e Annalisa Siciliano al Teatro Due di Roma.
Il 24 gennaio 2013 è stato ospite, per la Settimana della memoria, al Cassero di Bologna dietro invito di Rossella Carpiniello presidente di Arcilesbica Bologna, con l’appoggio di Paola Brandolini, presidente di Arcilesbica nazionale, e della storica Paola Guazzo, co-autrice del saggio R/Esistenze lesbiche nell’Europa Nazifascista.
Il 14 aprile a Sassari (dopo la PRIMA REGIONALE Al Piccolo Auditorium di Cagliari) ha aperto la manifestazione DIRITTI AL CUORE D.O.C. organizzata dal MOS (Movimento Omosessuale Sardo) in collaborazione con Mab Teatro.
E questo venerdì a Roma alla Casa Internazionale delle Donne ospiti del CLR (Coordinamento Lesbiche Romane) e del Kesbilé.
Ques’anno sei stata semifinalista ai Teatri del Sacro 2013 con il progetto CANOSSARIUM del quale sei ideatrice, autrice della drammaturgia ed interprete. Altri traguardi? Sabato 21 settembre sarò a Castelfranco di Sotto in qualità di finalista al Premio di drammaturgia In punta di penna 2013 con il testo Vettorina nella città dei pezzi di ricambio. Il giorno prima sono invece finalista ad Avamposti d’Autore , il premio di drammaturgia organizzato dal Teatro delle Donne di Calenzano all’interno del Calenzano Teatro Festivall con il testo Jellyfish. Poi si vedrà!
DUE CAGLIARITANE DI SUCCESSO
CHI SONO
Francesca Falchi
Francesca Falchi nel 1994 si diploma alla Scuola di Teatro di Bologna. Nel 1995 è finalista al Premio Scenario con Christiane Forse. Nel 2002 si laurea con 110/110 e lode con una tesi in Letteratura Comparata dal titolo Un angel perdido en este infierno sin grandeza de hoy- Pasolini e la Spagna. Nel 2003 pubblica il saggio El juanero Pasolini e la Spagna. Nel 2007 debutta con il suo primo testo teatrale Frida che nacque due volte, messo in scena dalla compagnia teatrale Fueddu e Gestu. Nel 2009 è finalista con Frida che nacque due volte al Premio di drammaturgia Oltreparola. Nel giugno del 2010 debutta con Il lupo e il cielo spinato. La favola nera di Esther H. (autrice ed interprete) sulla figura di Etty Hillesum. Nel giugno 2011 è ospite della rassegna Garofano verde 2011 con Der puff-primo studio su lesbiche e nazismo. Nel settembre 2011 è finalista alla II edizione del Premio di Drammaturgia Avamposti d’Autore con il testo Degeneration/Degenderation su lesbiche e fascismo. Nel novembre 2011 il saggio El juanero- Pasolini e la Spagna esce tradotto in Spagna dalla casa editrice Alreves di Barcellona. E’ vincitrice della I edizione del Premio Lunarte Festival 2012 con il monologo L’Alba della sposa che ha debuttato a dicembre in Prima nazionale al Castello di san Michele a Cagliari all’interno del progetto Six memos di Daniele Ledda.
Marta Proietti Orzella
Si laurea con lode in Scienze Politiche con la tesi “Teatro e rivoluzione: l’esperienza del maggio francese”. Vincitrice di una borsa di studio della Regione Sardegna, si diploma all’Ecole Florent di Parigi (4 anni) dove studia recitazione e regia. Seguono stages e laboratori sulla Commedia dell’ Arte. Ha al suo attivo numerose esperienze come attrice per varie compagnie e coordina laboratori teatrali. Partecipa al Festival des Jeunes Talents a Parigi con lo spettacolo “Les Thesmophories”, segnalandosi come migliore attrice protagonista. Risulta finalista in diversi premi teatrali (fra cui lo “Jacques” a Parigi) e concorsi fra cui “Prova d’attore” a Torino e “La parola e il gesto” a Imola. Nel 2007 è vincitrice del Premio Nazionale Teatrale Plauto per l’interpretazione di Quarquoia in “Mostellaria” con Massimo Venturiello per la regia di Beppe Arena. Nel 2007 interpreta Elda in “Che fine ha fatto Baby Bambola?” per la regia di A. Petris, con Mauro Bronchi. Nel 2011 interpreta Martirio ne “La casa di Bernarda Alba” (regia M. A. Calvisi), Programma “Cultura”, Commissione Europea, in collaborazione con Tomcsa Sandor Theatre (Romania), Academy of Humanities and Economies (Polonia) e Boga Net (Spagna). E’ del 2012 lo spettacolo comico-musicale “Fritto misto e baccalà” con i NoiseOff, di cui cura drammaturgia e regia. Partecipa al master selettivo con la compagnia “Los sentidos” di Barcellona e viene scelta per lo spettacolo “Fermentaciòn” regia E. Vargas (2012). Attualmente è docente di corsi di dizione e del corso over 30 per la Scuola d’Arte Drammatica di Cagliari. Interpreta il ruolo di “Suora Chiesa” nel film “Finalmente la felicità” di L. Pieraccioni (2011).