di Maura Madeddu
Sulla copertina del loro libro, “Vestiti con stile”, Antonio e Roberta Murr hanno scelto di rappresentarsi come Salvador Dalì e Frida Khalo: “volevamo un’immagine in cui ci riconoscessimo ma allo stesso tempo giocosa, ironica: inizialmente avevamo pensato di ispirarci alla locandina di Mr e Mrs Smith, ma poi ci siamo detti: “loro sono loro e sono fighi noi siamo noi e siamo mr e mrs. Murr e siamo speciali ed unici”. Diventati noti al grande pubblico grazie alla trasmissione Buccia di Banana di Giusi Ferré, andata in onda su Lei prima e in replica su La7d poi, Antonio e Roberta Murr sono una coppia nel lavoro e nella vita da circa 20 anni. Dal loro sodalizio lavorativo nascono continuamente progetti – “siamo un vulcano di idee” – come la capsule collection di Murrbags per Leghilà (già uscite la shopper unisex e la littleMurr, attese altre 3), mentre dal loro amore (o meglio, dal loro “aMurr”) è nato Mario che oggi ha quasi 8 anni e come mamma e papà è già “stilosissimo”. Oltre 24mila fans su Facebook, più di 3000 followers su Twitter, un canale youtube (“I MURR”) con i video-tutorial come quello per preparare al meglio la valigia delle vacanze “con tutti i capi per ogni evenienza, e che ti facciano sentire a tuo agio”. Da due anni special guests al Master in Fashion dell’Università Bocconi di Milano. Tra un impegno e l’altro si rifugiano in Sardegna, terra natia di Antonio, dividendosi tra “la casa padronale a Isili, una vera oasi di relax dove troviamo una compagnia sempre piacevole e genuina, e Cagliari, dove c’è la mia famiglia”, racconta Antonio. E per l’isola lanciano un richiamo alle istituzioni: “aiutate i giovani a sviluppare la loro creatività ”
La moda è diventata di nuovo elitaria in tempi di crisi? Come si può essere alla moda anche con un piccolo budget? La crisi porta sempre novità e sviluppo, rinnovamento, pulizia, e dà spazio alle nuove generazioni, visto che viviamo in un paese di vecchi. La moda soprattutto in Italia risente della crisi, ma oggi, grazie al fast fashion e all’evoluzione dei mercatini dell’usato in chiave vintage, ci sono nuove possibilità. Si sta più attenti a buttare i capi dall’armadio, vince il mix&match che consente di personalizzare il proprio look, pittosto investite su un bell’accessorio, borsa o scarpa firmata, un pizzico di buon gusto e il gioco e’ fatto.. L’outfit over griffato non va più di moda, ormai si è spostato sui mercati russi e asiatici, ma in Europa la moda del logo è anacronistica. Per noi è più importante l’idea di stile, che non dipende dai diktat degli stilisti ma da dall’interpretazione che si da con il proprio gusto personale È vero che c’è la crisi, ma il bisogno aguzza l’ingegno anche nella moda.
Come si può sviluppare l’attenzione sulla moda in una regione periferica come la Sardegna? In Sardegna abbiamo il poeta della moda, Antonio Marras, ma esistono anche altre piccole realtà. L’isola isola, si sa, con i suoi pro e i suoi contro. penso che l’insularità possa essere da stimolo alla creatività. Oggi, grazie al web, si possono creare vetrine internazionali da qualunque posto. Unico neo, lo scarso interesse delle istituzioni: dovrebbero fare di più per aiutare i giovani, metterli nelle condizioni di sviluppare e far emergere il loro lavoro e creare le condizioni affinche i giovani non scappino dall’isola.
Nel vostro manuale dite che il fulcro del vostro lavoro è l’attenzione al concetto di analisi interiore, per portare in superficie le emozioni e trovare la giusta immagine di sé, ed evitare essere, citando Judy Garland, la brutta copia di qualcun altro. Qual è il segreto per valorizzare i propri punti di forza? Noi partiamo dal concetto di unicità: ognuno di noi è bello con i suoi pregi e i suoi difetti, e ha una percezione di se stesso che è diversa da quella degli altri, legata all’aspirare a modelli irragiungibili che la società propone distorcendo i contenuti dei media. Occorre sviluppare la consapevolezza verso ciò che si è e non verso ciò che si vorrebbe essere: la chiave di questo è l’amore verso se stessi e l’accettazione di sé. Questo non significa trascuratezza, ma capire appunto che siamo belli proprio nella nostra unicità e imparare a valorizzarci nei nostri punti di forza, anche accettando i cambiamenti del corpo nel tempo.
Quali consigli dareste a chi vuole lavorare nella moda oggi? Quando abbiamo iniziato questa professione non esistevano delle scuole specializzate e le redazioni erano dei luoghi elitari alla merce’ dei figli delle famiglie bene. Oggi fortunatamente la moda si è democratizzata , sono nate le scuole e tutti possono accederci, la differenza la fa la passione e la predisposizione innata per questo mestiere: il dono. Le parole d’ordine sono: determinazione, passione, amore per qualsia cosa si fa nella vita, uniti alla qualità può finalmente fare veramente la differenza. I giovani hanno una nuova energia, spensieratezza, arroganza e noi con la nostra esperienza dobbiamo guidarli e farli crescere, solo cosi’ ci sara’ un evoluzione positiva e questo paese potra’ finalmente ripartire. Il web e’ il mezzo che permette a chiuque di poter far conoscere, di comunicare con il mondo e di poter trovare il proprio spazio in questo mondo sempre più vicino e globalizzato.