EMIGRAZIONE, SPOPOLAMENTO E MERCATO DEL LAVORO IN SARDEGNA: IL CONVEGNO "MIND YOUR MIND" ORGANIZZATO DALLE ACLI AD USSARAMANNA


dalle ACLI Sardegna

Il Circolo Acli “Mind your Mind” di Ussaramanna, in occasione della sua inaugurazione, ha organizzato in collaborazione con le Acli della Provincia di Cagliari il convegno dal titolo “Emigrazione, spopolamento e mercato del lavoro in Sardegna”. L’evento ha avuto luogo sabato 25 Maggio 2013, presso l’oratorio della parrocchia San Quirico, in via Vittorio Emanuele, a Ussaramanna alla presenza del presidente del nuovo circolo, Marco Sideri, del Presidente delle Acli provinciali di Cagliari, Mauro Carta, del docente dell’Università di Cagliari e ricercatore CRENoS, Giovanni Sulis e del sindaco di Ussaramanna, Tiziano Schirru.

Dopo i saluti iniziali del parroco Don Marco Piano, che ha elogiato l’iniziativa e fatto i migliori auguri alla neonata associazione, il presidente Marco Sideri ha presentato obiettivi e programmi. “L’idea di una nuova associazione – spiega il presidente Marco Sideri – nasce da un bisogno soprattutto dei giovani di avere un punto di riferimento per una serie di attività sociali che stimolino la cittadinanza attiva e l’associazionismo. Uno degli obiettivi principali è quello della riapertura dell’oratorio locale, a cui i ragazzi del paese tengono particolarmente; esso dovrà diventare un punto di incontro ma anche una base dalla quale far partire tutta una serie di iniziative quali corsi di formazione, convegni tematici, scambi culturali e tanto altro, puntando sulla progettazione e sulla partecipazione a bandi. L’intento è quello di stimolare la creatività e l’iniziativa individuale e da qui il nome “Mind your Mind” (attenzione alla tua mente). In tal modo si intende creare uno strumento complementare alle attività già presenti sul territorio in piena collaborazione con le istituzioni e le associazioni locali”. Il presidente delle Acli provinciali di Cagliari, Mauro Carta ha sottolineato l’importanza dell’apertura del nuovo circolo in un piccolissimo centro dell’interno che presenta i tipici problemi legati allo spopolamento e alla carenza di servizi essenziali; ha inoltre ribadito l’importanza di fare rete fra i diversi circoli della Sardegna, includendo anche i circoli degli emigrati sardi sparsi nel mondo. Infine il Sindaco di Ussaramanna, Tiziano Schirru, ha ribadito i suoi auguri al neonato circolo, garantendo per quanto possibile l’appoggio dell’amministrazione comunale all’iniziativa.

Nel corso dell’incontro è stata presentata inoltre una ricerca sul fenomeno dello spopolamento, che riguarda soprattutto i piccoli centri delle zone interne della Sardegna,con conseguente dibattito, numeri alla mano, sulle difficoltà dei giovani sardi nel trovare un posto di lavoro e sull’emigrazione di una parte crescente di essi verso le altre regioni italiane ma anche verso gli altri paesi dell’Europa e del mondo.

Quanto allo spopolamento, basti pensare che, tra il 1 gennaio e il 30 novembre 2012, sommando il saldo naturale (la differenza tra i morti e i nati) e il saldo migratorio (la differenza tra i residenti acquistati e i residenti persi) nelle province di Nuoro, Oristano, Sulcis e Ogliastra si sono perse 2.550 unità, compensate fortunatamente dalla crescita di Cagliari (+1367), Sassari (+1.637) e Gallura (+1.637), che risultano in espansione proprio nelle zone costiere. Le previsioni non sono incoraggianti: le stime ISTAT prevedono un calo del 20% della popolazione sarda tra il 2011 e il 2065. Per quanto riguarda il lavoro, l’Ogliastra è la provincia più colpita con un tasso di disoccupazione del 22%; per l’intera Sardegna il dato è del 15,4%, in aumento dal 2007 quando aveva raggiunto il suo minimo al 12%. Il quadro più preoccupante è dato dai giovani: nella fascia di età 15-24 la disoccupazione è un problema che affligge un giovane su due.

Per il presidente delle Acli provinciali di Cagliari, Mauro Carta, coordinatore della ricerca realizzata in questi anni dalle Acli sui flussi migratori, “discutere di spopolamento ed emigrazione è fondamentale, perché sono tanti e sono sempre di più i giovani sardi che lasciano l’Isola per cercare un lavoro all’altezza delle loro competenze. I giovani partono perché vogliono essere valorizzati e sono pronti per la mobilità internazionale – spiega Carta – mentre la Sardegna assiste per lo più indifferente all’allontanamento progressivo delle sue energie migliori. Il convegno, organizzato non a caso a Ussaramanna, è stato il luogo giusto per discutere di quello che sta accadendo senza nascondersi dietro un dito”.

 

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Un commento

  1. purtroppo, la Sardegna paga sempre il più alto prezzo su tutto, i nostri giovani rifanno la valiggia come tanti dei loro padri e i loro nonni, seguono la via dell’emigrazione non per semplice piacere di scoprire il mondo, come affermano certi politici, ma in cerca di quel posto di lavoro che in terra sarda non c’è. Pertanto, se la Sardegna fosse guidata in modo diverso, e specialmente nell’ambito del turismo sviluppandolo diversamente, penso al modello della Spagna o della Turchia che le strutture alberghiere lavorano 12 mesi su 12, ci sarebbe anche nella nostra Isola la possibilità di lavoro. La Spagna e la Turchia sono diversamente organizzate, mentre noi sardi da generazioni siamo penalizzati e ne paghiamo amaramente il prezzo.

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