di Daniele Puddu
Quando qualche giorno fa ho letto la sua storia su La Nuova Sardegna, non ho potuto fare a meno di contattarlo, grazie a Facebook è stato facilissimo. Sto parlando di Antonello Savini (o meglio ancora Antonio come da documento d’identità), nato a Sassari, il 26 Gennaio 1951, con un nome fittizio e che ora dalla lontana Nuova Zelanda, dove migrò, cerca di rintracciare i fili della propria storia, andando alla ricerca di genitori, zii, cugini… in una parola sola, della sua famiglia sarda. Le sue difficoltà son tutte qui, nel nome fittizio, come si soleva fare con i così detti figli di n.n. che rendono assai difficile andare a recuperare i suoi dati reali. Per lui quindi subito una vita difficile, brefotrofio di viale San Pietro per un anno, l’istituto San Vincenzo di Paoli di Bonnanaro fino al 1966, di li in poi all’orfanotrofio di Olbia, fino a trovare la sua strada, il matrimonio con una donna di origine maori e i tre figli. Ma si comprende anche perché questo tarlo abbia continuato a scavargli dentro, il voler sapere chi era e da dove veniva, magari abbracciare qualche familiare o parente, ogni uomo ha diritto di conoscere le proprie origini, la propria storia, la propria famiglia. Quando l’ho contattato mi son trovato di fronte un uomo molto dolce e buono, parecchio commosso dall’eco che la sua storia sta avendo, ma soprattutto dall’aiuto, i suggerimenti e le azioni concrete che i sardi partendo da Facebook, ma non solo, stanno facendo per aiutarlo. Dai gruppi che ne hanno rilanciato alla storia, a quelli i cui membri si sono divisi per andare a ricercare, parrocchia per parrocchia, il luogo nel quale fu battezzato, con tutti i relativi documenti, nella speranza di rintracciare magari i nomi di padrino e madrina. Ma soprattutto il contatto avvenuto in questi giorni con l’anagrafe di Sassari, alla quale Antonello ha mandato i propri documenti, l’unico ufficio che può forse dipanare davvero la matassa. Bisogna però controllare se egli possa accedere agli atti relativi alla sua nascita presso gli appositi registri di stato civile. Potrebbe anche venir autorizzato dal tribunale, ma se al momento della nascita la madre non avesse voluto riconoscere il figlio e non avesse voluto essere nominata nel documento allora ogni sforzo sarebbe stato vano. Ad ogni modo ad Antonello rimane la solidarietà, l’amicizia e l’aiuto dei tanti sardi che gli hanno voluto dare un mano, fino a commuoverlo. Ma noi siamo degli amanti dei lieto fine, degli happy end, perciò auguriamo ad Antonello di ritrovare al più presto almeno una traccia delle proprie origini.