L’Associazione Culturale Sardi in Toscana ha festeggiato quest’anno “Sa die de Sa Sardigna” nella propria sede di Piazza S.Croce a Firenze, domenica 28 aprile. In apparenza sembrerebbe che si sia trattato di un modo tradizionale di celebrare la ricorrenza, ma dopo molti anni in cui si era scelta la presenza in spazi aperti della città, è stato invece privilegiato il rapporto diretto e personale con gli iscritti, i loro familiari ed i molti amici toscani che si sono avvicinati all’associazione grazie alle iniziative di promozione e ai servizi offerti. Si sono così voluti valorizzare i locali sociali, che si affacciano su uno dei più bei luoghi di incontro della città e già accolgono tante iniziative nel corso dell’anno, per condividere la forte preoccupazione per il rischio che non si possa in futuro poter continuare a disporre di una sede propria a causa delle perduranti incertezze di finanziamento ai circoli da parte della RAS. Come ha sottolineato la neo-presidente Fiorella Maisto, il circolo fiorentino è sempre andato ben oltre l’attività ricreativa e di incontro tra i soci, ponendosi con forte determinazione l’obiettivo di garantire un concreto sostegno all’economia della Sardegna, promuovendo le produzioni agricole, artigianali e l’offerta turistica, ma anche accogliendo i molti giovani che dall’isola si recano in Toscana per seguire gli studi universitari.
“Sa die de Sa Sardigna” è stata l’occasione per illustrare le iniziative del programma di attività del corrente anno, che prosegue nella positiva esperienza di ponte tra le due regioni e l’impegno per convogliare in favore dell’isola le migliori intelligenze e passioni: un tempo erano gli emigranti a dover essere aiutati nel percorso di inserimento, oggi sono loro che utilizzano il patrimonio di relazioni che hanno saputo costruire in Toscana in favore della loro terra di origine. Nel dibattito, animato da soci autorevoli, è emerso che il sostegno ai circoli non può essere visto come un costo, divenuto insostenibile per la RAS, ma un prezioso investimento, ancor più giustificato oggi per la crisi, in quanto destinato a ritornare moltiplicato verso l’isola, come avviene sicuramente per il circolo fiorentino. La proposta – emersa dai numerosi interventi- è che i circoli siano sostenuti esclusivamente in base al loro impegno documentato in progetti verso la Sardegna, ma se ciò non fosse purtroppo possibile, che almeno sia assicurato un essenziale finanziamento per mantenere aperte le sedi senza le quali verrebbe a mancare un essenziale punto di incontro, non solo di persone, ma soprattutto di volontà, esperienze ed energie.
Una interessante considerazione è venuta circa la “virtualizzazione” dei circoli: nonostante il forte investimento in tecnologie fatto dall’ACSIT per sfruttare tutte le potenzialità della rete (come lo streaming di seminari in congiunta con la Sardegna ed il progetto di radio web gestito dagli studenti universitari), la visibilità deve essere ancora affidata a strutture fisiche dove le persone possano incontrasi e conoscersi di persona. L’Associazione Culturale Sardi in Toscana, grazie all’affidabilità dimostrata da molti anni, vanta ottimi e proficui rapporti con le amministrazioni del territorio, ma la crisi si è fatta sentire anche nei bilanci degli enti locali toscani restringendo al minimo le possibilità di cofinanziamento e di messa a disposizione gratuita di spazi pubblici. Un ultima forte rivendicazione, emersa dal dibattito, è l’importanza da riconoscere ai corpi intermedi per sostenere la partecipazione dei cittadini in un momento di forte crisi di credibilità delle istituzioni, ma anche per contrastare gli effetti dell’enfasi attribuita per decenni all’individualismo che ha minato la solidarietà e la convivenza sociale: considerare in modo arrogante l’associazionismo come una sovrastruttura da eliminare per privilegiare il diretto contatto tra i cittadini, si è dimostrato per la politica un investimento palesemente fallimentare, a cui porre urgente rimedio apprendo una nuova fase di condivisione paritaria di progetti di ricostruzione e sviluppo.
Come si vede è stata una giornata caratterizzata dalla riflessione e dalla concretezza, ma certamente non è venuta assolutamente meno la fraterna accoglienza ai vecchi e nuovi amici che hanno colto l’occasione per sottoscrivere l’adesione all’Associazione, apportando un piccolo, ma significativo contributo all’autofinanziamento del circolo. In serata sono stati poi i giovani universitari ad incontrare i loro coetanei e compagni di studi anche nell’imminenza, per alcuni di loro, dell’agognato termine del ciclo di studi, con l’augurio che dopo la laurea si mantenga un solido e produttivo legame tra Firenze e la Sardegna.