di Elisa Sodde
Il seminario di Arborea è stato una vera fucina di idee costruttive e importanti spunti di riflessione che dovranno assolutamente esser messi in pratica il prima possibile se si vuole uscire dalle sabbie mobili dell’assurdo paradosso in cui si trova ormai da lunghissimo tempo la Sardegna: le numerosissime ed incommensurabili risorse naturali, paesaggistiche, enogastronomiche, storiche, artistiche, culturali, ecc, ecc, non vengono sapientemente e correttamente preservate, tutelate, studiate, valorizzate e promosse in modo organico e strutturale, quindi, tanto meno, necessariamente utilizzate come volano economico in grado di far decollare l’economia dell’intera regione.
Lo studio di Pierluigi Erculiani ha fornito il polso della situazione da parte degli operatori turistici: non si può pensare di confinare l’offerta turistica della Sardegna solo ai tre mesi estivi, proponendo dunque solamente le nostre (pur splendide ed amene) coste. Le potenzialità ci sono tutte, anzi siamo in grado di offrire molto di più di altre zone turistiche super “gettonate”, eppure ci facciamo scappare un’incredibile fetta di mercato che potrebbe promuovere quanto di peculiare offre la nostra Terra in termini di storia, tradizioni e cultura millenarie, dando lavoro a tantissimi sardi, e non solo, perché diventeremmo seriamente attrattivi per tante altre persone che amano o che vogliono scoprire la nostra Isola e le sue strepitose caratteristiche uniche al mondo.
Per questo, l’idea lanciata dal Circolo di Verona col progetto “isoledisardegna” è più che mai degna di nota e si rivela assolutamente interessante ponendosi in controtendenza rispetto al lassismo o al non coordinamento delle offerte turistiche dei piccoli centri sardi che tanto hanno da offrire al turista curioso e poliedrico. Perché, come ci ha insegnato il prof. Giuseppe Melis, il turista è una persona a cui vendere un servizio o un insieme di servizi, quindi, occorre partire dalle sue motivazioni, da ciò che muove la persona ad intraprendere il viaggio: le sue curiosità; i suoi interessi; la sua ricerca di sicurezza, gratificazione o scoperta; la sua necessità di raccontare delle esperienze o di raggiungere un traguardo; la sua voglia di relax o di trasgressione del ruolo (dalla giacca e cravatta di uno sterile ufficio alla tenuta per visitare una zona archeologica, partecipare alla preparazione del formaggio, del pane carasau o la raccolta delle olive; piuttosto che fare un’arrampicata o visitare un’antica miniera, ecc). In sostanza, occorre partire da un approccio diverso, multifattoriale e multicanale, non si può più pensare di offrire a tutti i turisti lo stesso pacchetto o fare le medesime proposte con le stesse caratteristiche ad un prezzo uguale per tutti. I turisti non sono tutti uguali e la chiave di volta è quella di prepararsi professionalmente alla recettività partendo da un dato evidenziato proprio dal Prof. Melis ad Arborea: <<i turisti vanno alla ricerca di esperienze ed emozioni memorabili>>, è questo che fa tornare il turista e che rende il viaggio uno straordinario ricordo da raccontare a tutti … facendo ancor più pubblicità positiva a tutti gli operatori che si sono prodigati in questo bellissimo ed invidiabile lavoro.
L’Associazione Culturale “Un ponte fra Sardegna e Veneto” abbraccia e sottoscrive il progetto “isoledisardegna” del Circolo Sebastiano Satta di Verona e darà il suo massimo contributo per promuovere e portare avanti quest’iniziativa insieme alle persone e agli operatori che lo sosterranno.
sì Elisa, alla faccia degli sprechi di risorse ed energie di consorzi e “consorzietti di consorzi” che nulla finalizzano, noi andiamo avanti partendo dal turismo rurale (dei territori gemellati) che è il sale della terra di qualsiasi progetto turistico.