di Alberto Banchero
Poter pensare di investire anche pochi euro, trovati nei meandri dei consuntivi, nascosti dei bilanci comunali è di per sé un’enorme sceneggiatura con tanto di casting e regia già selezionati. Il comune di Capoterra ha fatto già una buona parte di strada mettendo a disposizione all’Associazione Culturale Anfiteatro Sud, di cui Susanna Mameli cura la direzione artistica, uno spazio teatro a Poggio dei Pini, in Piazza Maria Carta, in cui, udite udite, si avvicinano i bambini, e non solo loro, al teatro. Il progetto prevede attività di formazione teatrale e laboratorio per adulti, ragazzi e in particolare per bambini. Coinvolgendo le scuole con mattineè, i più piccoli hanno la possibilità di esprimersi affrontando temi, attraverso storie semplici, fondamentali per il loro e il nostro futuro. Il bullismo, il rispetto della natura, il mangiar sano, l’accoglienza del “ diverso “ vengono affrontati e trattati per i loro occhi e le loro orecchie, spiegando che il confronto e il rispetto delle persone e delle cose non possa far altro che arricchirli e renderli migliori.
Susanna, com’è nata l’idea di questo progetto? Il progetto nasce dal mio amore per il Teatro e dal mio amore verso i bambini e le persone. Penso sia un’occasione d’intrattenimento, crescita e confronto di grande importanza oggi perché l’oggi è dominato dalle tecnologie e dalla frammentazione delle relazioni sociali e il teatro è un luogo dove le due cose trovano la sintesi positiva, trovano casa.
Hai dovuto coinvolgere professionisti del teatro, come hanno risposto? I teatranti rispondono con entusiasmo ad una chiamata per il teatro, tuttavia c’è da ricordare che, attori, attrici, registi, scenografi ecc… fanno un lavoro, un mestiere che deve essere retribuito, e questo, al momento può essere fatto unicamente attraverso il biglietto d’ingresso.
I bambini o gli adulti: chi di loro ti ha dato più soddisfazione? I bambini sono sempre coloro che hanno creatività e inventiva ineguagliabili, nostro compito dovrebbe essere quello di preservare e potenziare questa qualità, invece tutta la società si adopera per smantellare, indottrinare e omologare l’individuo, rendendolo un animale “sociale”.
Possiamo affermare che questo progetto è tra i tuoi preferiti? Questo progetto, è come un bambino, ma come un bambino che comincerà a correre e saltare, crescerà e diventerà grande e avrà tanti amici e compagni di viaggio, e per viaggiare qui occorre solo un po’ di fantasia e disponibilità… al resto penso io.>>
Parliamo di “ALCATRAX” appunti di fabbrica. In poche righe è complesso ma ci provo. Cartiera di Arbatax: narra le controverse vicende legate appunto alla cartiera dal suo nascere fino al suo recentissimo epilogo. Attraverso due generazioni di operai sconvolge e travolge la vita della comunità Ogliastrina, trasformando contadini e pastori in operai cartari. Questo è il dramma presente di chi non ha più un lavoro e quello che forse più conta, nemmeno un’identità. Questo progetto, fra tutti gli altri presentati sono convinta sia stato scelto per la nostra professionalità, serietà e grande entusiasmo. A dimostrazione del mio impegno sociale che è continuo, è il frutto di una ricerca sul campo realizzata attraverso la comparazione e l’analisi di documenti, fatti di cronaca, filmati e testimonianze con operai, sindacalisti, politici. Siamo stati al Teatro Massimo a Cagliari presso la Sala Minimax il 17- 21 Aprile 2013 e sono davvero soddisfatta di come sia andato tutto bene.