di Maria Adelasia Divona
Nessun addestramento è sufficiente da solo a fronteggiare le situazioni drammatiche che caratterizzano un combattimento. I valori di ciascuno e la fede nei propri colleghi, nella propria famiglia e in Dio rappresentano la forza morale che sostiene il soldato. Per questo le preghiere sono indispensabili per un militare in missione. Così ha esordito il Gen. Scopigno, comandante della Brigata Sassari, introducendo venerdì 12 aprile la presentazione del libro di preghiere di don Gianmario Piga, cappellano militare del 151° che ha partecipato con i Sassarini a due missioni ISAF.
Don Gianmario sembra un gigante buono e, a sentirne la descrizione data dal giornalista Pierluigi Piredda de La Nuova Sardegna, bardato con mimetica, casco e giubbotto antiproiettile te lo immagini ancora più grande di quanto non sia nella realtà. Non assomigliano a preghiere tradizionali, le sue: sono i colloqui dei soldati con Dio e con il loro confessore trasposti in racconti e poesie da cui emerge la sofferenza e la fragilità umana, sentimenti resi perfettamente realistici dalle esecuzioni di Clara Farina, attrice di teatro, che ne ha trasmesso il pathos, e che hanno commosso il numerosissimo pubblico del Circolo Diavoli Rossi che ascoltava in silenzio mentre sullo sfondo scorrevano al rallenty, come in un film, le immagini dei Sassarini in Afghanistan. Perché dietro ognuna di quelle preghiere, come ha ben spiegato Don Franco Manunta, parroco di Mater Ecclesiae, c’è il volto di un soldato che ricorre al conforto della preghiera quando si è raggiunto il limite dell’umano e anche l’anima ha bisogno del suo nutrimento.
Don Gianmario ha iniziato pubblicando le preghiere sul suo blog e poi anche sulla pagina web “Con la Brigata Sassari in Afghanistan” creato da Paola Vacca, ex giornalista embedded dell’ANSA, grazie alle quali si è creata una sorta di cappella virtuale in cui anche i familiari dei soldati in missione possono essere partecipi delle preghiere e veicolarne di proprie o di antiche, come ad esempio quelle recitate dai Sassarini della Prima Guerra Mondiale.
Piredda dice che don Piga è la “bussola spirituale” dei suoi soldati. Di contro, lui, come loro, dice di sentirsi continuamente messo alla prova, alla ricerca dell’armonia con Dio, soprattutto dall’altra parte del mondo, in posti che sembrano dimenticati da Dio, come Bala Murghab, dove nel campo Italiano tra Piazza d’Italia e via Brigata Sassari, c’è la cappella con un crocefisso costellato di striscioline di carta con su i nomi dei caduti nei teatri all’estero. Tanti testimoni di questa ricerca sono presenti in sala, alcuni purtroppo non ci sono più, ma ci sono le loro famiglie a rappresentarli, altri sono impegnati in missione. Come Andrea, a cui il Don telefona in vivavoce per far raccontare in presa diretta quella che poi è diventata la preghiera “Sono fuori pericolo, Signore”. Durante un giro di pattuglia appiedata nei dintorni di Bala Murghab, un soldato afghano segnala a gesti ad Andrea un muretto: dal muro spunta un filo, la cosa è sospetta, e mentre Andrea comunica le coordinate della posizione viene investito dall’onda d’urto dell’esplosione di un ordigno. Fortunatamente non ci sono schegge, ma lui riporta danni permanenti che tuttavia non gli impediscono di tornare ad essere operativo.
Le recite delle preghiere si alternano a momenti di musica con le launeddas e il didgeridoo di Fabio Melis e le musiche del M° Franco Mureddu, insieme agli interventi degli amici di Don Gianmario e della Brigata Sassari. Perché ogni volta che c’è un evento ti accorgi che gli amici e i sostenitori della Brigata sono tantissimi, e che la “Sassari” unisce alla sua missione militare ed istituzionale anche una missione di solidarietà: così come era accaduto la scorsa settimana, quando i Sassarini hanno consegnato 9.000 bottiglie d’acqua San Martino donate alla Casa della Fraterna Solidarietà di Sassari, anche il ricavato della vendita del libro di don Gianmario (la cui pubblicazione è stata finanziata dalla RAS) sarà devoluto allo stesso ente caritatevole, attualmente impegnato in numerose attività che vanno dalla tradizionale consegna del cibo alle famiglie sassaresi indigenti ed alla raccolta e distribuzione di abiti usati, all’istituzione di un ambulatorio odontoiatrico per gli impianti delle dentiere, ad un nuovo ambulatorio per le ecografie, fino ad un centro di tutela per i diritti delle persone in difficoltà in cui operano avvocati, commercialisti e altri consulenti su base volontaria.