Gas algerino: le condotte passeranno in 40 comuni

di Massimiliano Perlato

 

Il gasdotto che attraverserà la Sardegna da nord a sud, passando nel settore occidentale dell’isola e toccando 40 comuni. Il tracciato è stato svelato ieri alla giunta regionale da Galsi, la spa che porterà il gas in Sardegna dall’Algeria. Le condotte saranno tutte sottoterra: il punto d’approdo è a Porto Botte, nel Sulcis, e quello conclusivo, dopo 290 chilometri, nelle vecchie saline di Olbia. La stazione di compressione, prima di infilare i tubi sotto il Tirreno, direzione Toscana, è accanto alla discarica di Spiritu Santu. Ma Galsi potrebbe rivedere la collocazione. Il tracciato. Il gasdotto, che parte dall’Algeria, ha come punto d’approdo la spiaggia di Porto Botte, a San Giovanni Suergiu, provincia del Sulcis. Da lì risale, sottoterra, la Sardegna occidentale per poi virare verso il nord-est.  Ecco tutti i comuni (40) che saranno attraversati: Carbonia, Iglesias, Villamassargia, Domusnovas, Musei, Vallermosa, Siliqua, Serramanna, Villasor, Samassi, Sanluri, Sardara, San Gavino Monreale, Mogoro, Uras, Narrubbiu, Santa Giusta, Palmas Arborea, Oristano, Simaxis, Zerfaliu, Ollastra, Villanova Truschedu, Paulilatino, Abbasanta, Norbello, Borore, Macomer, Sindia, Semestene, Torralba, Bonorva, Mores, Ozieri, Oschiri, Berchidda, Monti, Loiri, e infine Olbia. L’impatto ambientale. I tecnici di Galsi hanno tenuto conto dell’orografia e hanno comunque evitato, sistematicamente, di attraversare aree tutelate da vincoli regionali ed europei. Per rispondere alle critiche di alcuni ambientalisti, hanno fatto sapere di aver avviato le procedure per la valutazione d’impatto ambientale e di essere già a buon punto. I lavori e la portata. I lavori dovrebbero cominciare nei primi mesi del 2009. Sono in corso ancora alcune verifiche marine, che termineranno nell’ottobre di quest’anno. Nel 2012 le opere di posa delle tubature dovrebbero essere terminate, permettendo l’immissione, a regime, di 8 miliardi di metri cubi all’anno di gas algerino. Una priorità per l’isola, l’Italia e l’Europa, troppo dipendente dal mercato russo, spesso instabile. Le imprese sarde. Galsi, che è una spa partecipata dalla Regione (la Sfirs ha l’11.6% del capitale, ha assicurato alla giunta Soru, riunita ieri per prendere visione del tracciato, che ci sarà un forte ricorso all’imprenditoria sarda. Ma Soru ha voluto maggiori garanzie: «Le imprese sarde devono essere coinvolte non solo per i lavori di movimento terra, ma devono partecipare alla messa in opera della condotta a terra e alla fase del processo produttivo di materiali e tecnologie che saranno utilizzati durante i lavori». Lo sbocco. Galsi aveva preso in esame l’ipotesi di far concludere il gasdotto a Marinella, ma alla fine ha optato per le vecchie saline di Olbia.

 

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