di Alexandra Porcu
Il 6 Marzo si è aperta, nei locali del “Caffè degli Artisti ” (Fidicinstraße 44, 10965 Berlin), “Identities of Love” la mostra dell’ artista sarda Barbara Demuru. Oltre a un discreto pubblico, alla serata ha partecipato anche J. Stone (Germania), cantautore di talento che si è esibito nel suo repertorio.
Barbara Demuru è nata a Cagliari nel 1976. Laureata in Lingue e Letterature Straniere attualmente insegna Italiano per studenti stranieri presso una scuola privata a Cagliari. La passione per il disegno, maturata fin da piccola e sviluppata a fasi alterne, l’ ha condotta però verso il mondo dell’arte, portandola a svolgere anche un lavoro come vignettista per un periodico locale e a realizzare le scenografie per una nota rassegna musicale asseminese. Inoltre con i suoi lavori ( ritratti con pastelli e pitture acriliche su supporti in legno, fortemente ispirati dalla musica e dal cinema) ha partecipato a diverse collettive in Sardegna. Per l’ occasione le abbiamo posto alcune domande.
Ciao Barbara, tutto ok? Si, sono contenta di essere a Berlino.
A proposito, che impressioni ti ha dato la città? La sento molto energetica e vitale. Mi ha colpito soprattutto la vivacità del rinnovamento in corso e la vivacità dei colori e delle forme con cui si veste la gente, in contrasto con il grigiore del clima e di certi palazzi, specialmente nella zona ex-orientale. Anche l’ urbanistica è da considerarsi molto interessante e originale rispetto ad altre città europee.
Pensi che questa esperienza potrà rilasciarti un’ influenza positiva? Sicuramente ho ricevuto degli ottimi inputs e penso proprio che una qualche influenza si riverserà anche nei miei prossimi lavori. Ho notato che questa è una città dove ancora i miti resistono e prosperano e sicuramente nei miei quadri c’ è il racconto di quelli che, nel cinema e nella musica, hanno caratterizzato maggiormente la nostra società.
Ho visto infatti che riprendi personaggi famosi come Madonna, Elvis Presley o David Bowie…. Si, ma io ho sempre avuto, fin da quando ero bambina, la passione per le riviste e ho sempre guardato con interesse le immagini di questi personaggi, anche perché trovo molta ispirazione nel cinema e nella musica e mi trovo in sintonia con la Pop Art. In particolare apprezzo Andy Warhol e Roy Lichtenstein.
Una caratteristica personale però, è che riesci comunque ad esprimere la tua terra d’ origine attraverso l’ inserimento di oggetti tipicamente sardi o che comunque richiamano la Sardegna, come per esempio nel ritratto di Kurt Cobain, che ha in mano un bicchiere di Ichnusa. Si, ci sono dei quadri che hanno simboli sardi: il ritratto di Madonna con un gioiello sardo al collo, Lady Gaga con il fazzoletto del costume sardo e infine Jay Kay, cantante del gruppo Jamiroquai, che indossa una maschera tipica sarda. Mi piace rappresentare i simboli sardi al di fuori del loro contesto abituale, come per dargli una nuova identità. Non mi piace abbondare, in genere metto solo un simbolo per volta, è un richiamo che viene colto da chi lo vuole cogliere, non voglio appesantire. Trovo che rappresentare simboli della Sardegna, al di fuori del contesto tipico in cui siamo abituati a vederli possa anche restituirgli quel valore che spesso viene a mancare a causa di una certa banalizzazione. Vivendo in Sardegna, la “sardità” spesso viene a noia, si ha voglia di un’evasione che però, nel mio caso, non significa rinnegare le radici. Questi quadri rappresentano la mia voglia di evasione, di posti lontani, di gente diversa, conservando però le mie origini. E’ un modo per trovare equilibrio, per avere il mondo intero nella Sardegna e la Sardegna nel mondo.
Nei tuoi lavori si avverte anche uno spirito molto femminile, originale e interessante. Ti riferisci sicuramente a “Bonaria”, un personaggio che ho creato per le mie vignette e che ricorre spesso. Questo personaggio, che ho sviluppato negli ultimi anni, mi è stato ispirato dalla televisione e dall’ immagine della donna che i mezzi di comunicazione ci trasmettono ogni giorno. Un modello stereotipato senza nessuna attinenza con la vita reale, una riproduzione volgare e maschilista ad uso e consumo di una società legata solo all`apparenza e alla perfezione di un`estetica calata dall’alto del potere economico. Non so se mi spiego.
Perfettamente. Grazie per la tua disponibilità, ti facciamo gli auguri per una buona permanenza e per un felice ritorno, sicuramente creativo. Grazie a voi per l’ accoglienza e grazie a tutti gli amici del Circolo Sardo di Berlino.