L’esclusione di Alghero, Cagliari e Olbia dalla top ten degli aeroporti italiani, o per meglio dire degli «scali nazionali di rilevanza strategica europea», ha scatenato una levata di scudi contro il ministro ai trasporti. Perché a bocciare la Sardegna è stato Corrado Passera, che ha presentato il piano nazionale di riordino e sviluppo degli aeroporti. Quelli sardi sono stati inclusi nella cosiddetta seconda fascia (network, cioè quelli che hanno un traffico superiore a un milione di passeggeri l’anno), anche se proprio lo stesso ministro ha annunciato che ci potranno essere delle correzioni dopo il confronto fra Stato e Regioni. Nel frattempo, però, ha dovuto incassare la protesta del presidente della Regione Ugo Cappellacci e dell’assessore ai trasporti e anche i duri comunicati del Psd’Az e Fli-Udc, mentre il Pd ha ribadito la necessità dell’immediata «messa in rete dei tre aeroporti per ottimizzare i servizi». A sollecitare una revisione del piano sono state anche Confcommercio, Confesercenti e Sogaer, la società di gestione di Cagliari-Elmas. La giunta. Cappellacci e Christian Solinas hanno preso subito posizione: «La condizione di insularità – si legge nella lettera inviata al ministro – dovrebbe indurre il governo a considerare gli aeroporti sardi una priorità strategica. Infrastrutture e collegamenti rappresentano una condizione essenziale e irrinunciabile sia per rivitalizzare l’economia sia per promuovere nuove filiere di sviluppo». Nella parte finale della lettera, la giunta sostiene che «il declassamento (che comporta tra l’altro meno finanziamenti europei) rischia di rappresentare un colpo mortale agli interessi e ai diritti dell’isola». Da qui la richiesta di una revisione di un piano destinato a «costruire l’ossatura strategica dello sviluppo nei prossimi anni».
I partiti. Il più duro nell’attacco è stato Giacomo Sanna, presidente del Psd’Az: «Ancora una volta – si legge nel comunicato – il ministro Passera ha cancellato la Sardegna e favorito il Nord Italia. Per comprendere ancora meglio il peso dell’ultima ingiustizia messa in atto dallo sciagurato governo dei tecnici, basta considerare che solo gli aeroporti d’interesse europeo, e ora l’isola non ne ha più neanche uno, saranno gli unici a beneficiare dei programmi di crescita nella capacità e nei servizi». Per Giacomo Sanna, il piano «va rispedito al mittente». Un intervento immediato della giunta è stato sollecitato anche da Matteo Sanna (Fli-Udc), presidente della commissione trasporti del Consiglio regionale: «È indispensabile che la Sardegna non sia penalizzata e possa contare su un sistema aeroportuale efficiente che poi è l’unica risorsa per un rilancio del turismo». Silvio Lai, segretario regionale del Pd, ha messo invece l’accento su questo aspetto: «È arrivato il momento di mettere fine alle logiche individualistiche delle società di gestione. I tre aeroporti devono entrare a far parte di un sistema regionale, cosa che la giunta non ha mai fatto».
Gli imprenditori. Per Agostino Cicalò, presidente regionale della Confcommercio, è «indispensabile che i tre scali sardi siano considerati strategici, visto che tutti e tre rappresentano la porta d’ingresso del turismo nell’isola». Secondo Marco Sulis della Confesercenti: «Alghero, Cagliari e Olbia non possono essere tagliati fuori dai finanziamenti europei e statali destinati allo sviluppo infrastrutturale». Anche il presidente della Sogaer, Vincenzo Mareddu, è rimasto perplesso dalle scelte del governo: «È evidente – ha detto durante la conferenza di presentazione dei nuovi collegamenti di AirBerlin da Cagliari per la Germania – una disarmonia nel piano e visto che è ancora un atto di indirizzo e non un decreto, la Regione deve impegnarsi perché sia cambiato».