Domani 1 febbraio, nel Centro Polivalente di Via Tharros a Cabras, con inizio alle 17,30, ci sarà la presentazione del libro “Giganti di Pietra”, della casa editrice Fabula. L’evento è stato organizzato dall’Assessore alla Cultura, Sergio Troncia, in collaborazione con la Biblioteca Comunale di Cabras. Saranno presenti gli autori Carlo Tronchetti, Giovanni Ugas, Raimondo Zucca e il direttore editoriale della casa editrice, Enrico Clemente, coordinerà i lavori l’archeologa Carla Delvais.
L’Heroon di Mont’e Prama, rappresenta la novità archeologica più interessante degli ultimi decenni nelle vicende della Sardegna e del Mediterraneo occidentale. Nei primi secoli del I millennio a.C., infatti, fino ad oggi non si conosceva, nell’area compresa tra la Grecia e l’Atlantico, un complesso monumentale così imponente e organicamente pensato; i manufatti del periodo, che conosciamo ad oggi, o sono contemporanei in Grecia, oppure posteriori in Italia, e non compaiono in strutture di queste dimensioni. Dal momento della scoperta, nei primi anni ’70 Novecento, sono state formulate le ipotesi più disparate sulla struttura e sul significato del monumento. “Giganti di Pietra”, pubblicato dalla casa editrice Fabula e scritto dagli archeologi autori dello scavo, fornisce per la prima volta un quadro complessivo e filologicamente rigoroso, basato sui risultati acquisiti sul campo e sui confronti e dibattiti sviluppatisi tra gli autori stessi, durante la stesura del volume. Basandosi sulla loro esperienza di scavo, hanno proposto per la prima volta due dati importanti: una datazione attendibile dell’Heroon, collocata negli ultimi decenni del VIII secolo a.C.; una ricostruzione attendibile dell’Heroon, rappresentata nel libro in modo virtuale con un disegno. È pubblicata, inoltre, la pianta completa dello scavo, ad oggi inedita, ottenuta con l’unione delle piante dello scavo Bedini e dello scavo Tronchetti; un’operazione che ha consentito agli archeologi di approfondire l’analisi dei dati e raggiungere maggiori certezze. Attualmente, anche se gli scavi sono incompleti, l’Heroon misura circa 50 metri, con le statue collocate sulle lastre tombali, e con numerosi betili e modelli di nuraghe a fianco e dietro. Questo complesso rappresenta la monumentalizzazione, nell’ultima fase di utilizzo di un sepolcreto il cui inizio risale al IX secolo. Un così imponente complesso pone il problema della società che è stata in grado di produrlo, del suo significato e dei contatti politici e culturali con i popoli del Mediterraneo. Nel libro, vengono formulate diverse ipotesi, delineando affascinanti scenari e ponendo molti interrogativi che per ora rimangono insoluti. Il proseguimento degli scavi e il confronto con la comunità scientifica dei risultati acquisiti, potranno contribuire a chiarire i problemi che ancora oggi attendono risposte certe.