IL VIAGGIO DEL FOLK ALTERNATIVO: DAVIDE SANNA DA CAGLIARI ALLA NUOVA ZELANDA

Davide Sanna


di Giovanni Runchina*

Ha pizzicato le corde del destino con la stessa naturalezza che usa per far vibrare quelle della chitarra: oggi in Inghilterra e in giro per il mondo, ieri in Sardegna dove ha iniziato il percorso artistico. Davide Sanna, 43 anni, cagliaritano, vive a Londra dal 1998. Ultimo di quattro figli, papà giornalista e madre insegnante, fa il musicista; genere: folk alternativo. Un pallino sviluppato non a caso: «La chitarra era un grande hobby di mio padre – esordisce – e l’ha trasmesso a tutti quanti in casa. I miei genitori ci hanno sempre incoraggiati a suonare uno strumento». Maturità classica, una parentesi all’università prima di capire che il futuro era altro: «Ho fatto il giornalista free –lance per alcuni anni – continua Davide Sanna – ma le richieste di serate da parte di band e di gestori di locali arrivavano continuamente e non sapevo dire di no. Attorno al 1996 mi ritrovai a fare il musicista a tempo pieno e, a quel punto, il cruscotto della macchina e il panorama della 131 avevano preso il posto della scrivania; non potevo più oppormi al destino». Due anni dopo, nel 1998, quello stesso destino lo spinge a lasciare l’Isola per andare in Inghilterra Tutto all’insegna dell’avventura.  « Inizialmente – racconta Sanna – sarei voluto andare a Parigi, ma c’erano due macchine di musicisti cagliaritani dirette a Londra e serviva un quinto passeggero. Un pomeriggio di ottobre partimmo alla volta di Porto Torres quando, all’altezza di Campeda, esplose una gomma della macchina di cui ero alla guida. Arrivammo al porto un attimo prima che chiudessero il portellone. Avessimo perso quella nave forse sarei ancora in Sardegna. La notte seguente ci perdemmo in Belgio, vicino a Charleroi, nei pressi dell’uscita 20 dell’autostrada. Quell’episodio diede il titolo al mio brano Sortie 20. All’alba del 21 ottobre 1998 avvistammo le scogliere di Dover e rischiammo anche lì di dover tornare indietro. Il mare era in tempesta e il capitano dovette attendere un’ora fuori dal porto prima di ricevere il permesso d’avvicinarsi alla banchina». Una volta toccato il suolo britannico, le cose cambiarono rapidamente: «Dopo qualche settimana che ero a Londra, stavo già suonando con alcune band locali e muovendo i primi passi nell’ambiente cantautorale inglese». Nella capitale il musicista sardo trova ciò che cercava: contatti con il mondo, per dar sfogo alla curiosità di conoscere persone nuove, spazi e un’industria discografica per far correre il talento coltivando appieno la passione per la musica acustica e per il folk anglo-americano. A quattordici anni di distanza la scelta d’emigrare si è rivelata azzeccata; Davide Sanna ha prodotto due album, il primo Beyond distribuito da Proper Records la casa di musica indipendente più importante, qualche singolo e ha creato una etichetta tutta sua: Little Airplane Records. E continua a girare il Paese facendo serate a stretto contatto col pubblico. Internet, soprattutto il suo sito personale, è invece il veicolo per far arrivare la sua melodia nel resto del mondo. Recentemente ha fatto una tournée in Australia e Nuova Zelanda. Un globetrotter delle note con solide radici nell’isola: «Ho nostalgia ma nessun rimpianto – spiega l’artista cagliaritano – e se potessi portare avanti la mia carriera musicale vivendo in Sardegna ritornerei subito, ma purtroppo al momento non sembra possibile. Considero la mia terra come una specie di mamma che mi ha cresciuto, mi ha nutrito, mi ha raccontato storie, mi ha educato e mi ha voluto bene, e per la quale anch’io nutro un fortissimo affetto; però arriva il momento in cui la vita ti costringe a tagliare il cordone ombelicale. Il discorso dell’immigrazione, del viaggio, dell’amore per la propria terra costituiscono l’argomento che lega i vari brani del mio nuovo album Crossing Borders. Molte storie che racconto hanno radici nella nostra terra. A volte mi piace credere che scrivere canzoni sia simile a quel che fa l’alchimista che mischia erbe e infusi provenienti da vari angoli del pianeta, per creare un liquido capace di alleviare i dolori dell’anima». Il legame con la Sardegna è molto intenso, pure i rapporti con i corregionali sono frequenti; tanti volti, tante storie con una costante: «Ho la sensazione che noi partiamo con dieci anni di ritardo. Un giovane britannico di solito si laurea prestissimo e subito trova lavoro, così a 30 anni è già un veterano e occupa ruoli manageriali. Gli immigrati sardi e italiani a quell’età spesso stanno ancora cercando una stanza in affitto e un lavoro da lavapiatti». La mente lo tiene ancorato all’estero, il cuore lo riporta a casa: «La Sardegna è il luogo nel quel vorrei un giorno tornare a vivere». E sempre col cuore, Davide Sanna dà un consiglio ai musicisti giovani: «Consiglio loro di divertirsi con la musica e di godere di essa perché saperla fare è un grande dono che va onorato con passione e dedizione. Ci vuole molta fiducia nel proprio talento ma senza mai arrivare all’arroganza, perché c’è sempre qualcuno più bravo di noi. Il talento – conclude l’artista cagliaritano- non basta, bisogna studiare, ascoltare e mettersi in macchina percorrendo tanti chilometri in modo da imparare l’arte sul campo».

* Sardinia Post

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