di Antonio Maria Masia
Con grande tristezza comunico che Mario Porfiri è venuto a mancare, dopo breve ma inesorabile malattia. Al mio sentimento personale di partecipazione e solidarietà verso la famiglia, in particolare alla moglie, Raffaela Cara, si aggiunge quello della FASI e del Gremio, che perde un suo storico ed importante socio, prezioso collaboratore ed esponente di spicco della nostra Comunità nella Capitale. Da sempre, Mario, ha rappresentato per il Gremio un preciso punto di riferimento, sin dai tempi, e parliamo degli anni 60, della presidenza di Salvatore Mannironi ed in seguito, con incarichi di Segretario e di Vicepresidente con altri mandati, compresi quelli di Mario Rossi, Mariano Pintus, Mario Segni e Giovanni Nonne. E’stato, lo ricordiamo, attento e capace amministratore, dinamico e propositivo dirigente, combattivo e appassionato organizzatore, sempre convinto della potenzialità e della missione del Gremio a fare informazione e a diffondere la cultura della sua Sardegna. Sentita da lui orgogliosamente come SUA, non in virtù di nascita, ma anche e grazie all’amore per la nostra Terra trasmessogli dalla sua Raffaela. Ed è stato, occorre sottolinearlo, il responsabile, a suo tempo, del particolare e meritorio settore “servizio sociale” che il Gremio ha espresso, per anni, a favore dell’immigrazione dei sardi, attraverso i Centri Sociali, istituiti a Roma, in particolare a Ostia nel 1969, in virtù dell’apposita Convenzione, firmata il 19-2-1968 con la Regione Sarda. Mario ci lascia, ma il Gremio non lascerà senza il dovuto e meritato ricordo, all’interno della sua storia lunga ormai quasi 65 anni, il suo indimenticabile socio benemerito.