di Luigi Maria Bianchini
Il Lions Club di Urbino ha iniziato in modo originale l’anno sociale 2012-2013, dedicandolo alla comunità dei sardi che risiedono e operano nel Montefeltro. L’affollata conviviale s’è svolta in un incantevole ed efficientissimo agriturismo sardo tra le colline di Sassocorvaro, nell’entroterra urbinate. Il Presidente Emanuele Brancati ha presentato il relatore, il dott. Luigi Lilliu, Colonnello a riposo della Finanza, Presidente dell’Associazione Culturale Sarda “Eleonora d’Arborea” di Pesaro. Tema della conversazione, Le motivazioni dell’immigrazione e l’operatività della comunità dei sardi nel Montefeltro. Dopo aver gustato le eccellenti pietanze sarde, colurgiones, maialino arrosto, ecc.-, che hanno appagando pienamente i più esigenti e raffinati palati, ha proiettato splendide immagini della Sardegna, indicandone la storia, la cultura nel corso dei millenni: l’autonomia nuragica e dei quattro giudicati medioevali , le dominazioni fenicia, punica, romana, spagnola, il Regno Sardo-Piemontese, da cui è nato l’unitario Regno d’Italia. L’isola risente della crisi attuale che ha coinvolto, oltre le industrie, il turismo e gli altri comparti produttivi e occupazionali del settore. L’emigrazione dei sardi è iniziata ai primi del ‘900, in particolare, dagli anni ’50. Soprattutto pastorale, tra le destinazioni preferite, la provincia di Pesaro e Urbino, prendendo il posto nelle campagne abbandonate da agricoltori e allevatori locali che inseguivano maggiore benessere e un più soddisfacente status sociale. Nel 1938, ben 355 persone di Pesaro e provincia si erano trasferite in Sardegna per lavorare nelle miniere e numerosi loro discendenti vivono nell’isola. Molte le affinità tra marchigiani e sardi: senso della famiglia, dedizione al lavoro, correttezza e onestà nei rapporti interpersonali, valori positivi che hanno favorito l’integrazione tra le due popolazioni, collaborando a comuni obbiettivi sociali, economici e culturali. Ancor prima dei pastori, ha proseguito Lilliu, nella provincia di Pesaro e Urbino erano venuti insegnati, professionisti, imprenditori , dipendenti pubblici ecc. Tra questi , gli artisti Mario Delitala e Federico Melis -di cui ha parlato anche il pittore e scultore sardo Pino Mascia, docente all’Accademia d’Arte d’Urbino-, l’industriale Ottavio Cascino, tra i protagonisti della ricostruzione locale post-bellica, il medico Giulio Frongia, già ufficiale sanitario e direttore dell’ospedale di Fano. Tra gli imprenditori agricoli, il pastore Pietro Delà, che fu il primo, nel 1960, a trasferire il gregge da Bitti nel nuorese, alle Campagne di Monteciccardo, organizzando un’azienda familiare tuttora punto di riferimento nel settore. La comunità agro-pastorale sarda è divenuta numerosa ed esercita attività intensa e proficua di allevamento (oltre ai 22.000 tra ovini e caprini, moltissimi bovini , suini ed equini) con una produzione annua superiore a 50.000 ettolitri di latte, alla cui lavorazione e trasformazione in prodotti caseari provvedono diciotto aziende di tipo familiare, con notevole incidenza sull’economia e l’occupazione locali. I sardi operano conservando l’identità di provenienza -la produzione tipica è molto apprezzata sul mercato-, ma rispettando e integrandosi nella tradizione locale, come per la Casciotta di Urbino, recuperata, valorizzata e divenuta DOP con il loro contribuito. Lilliu, già Presidente del Lions Club Pesaro Host, ha lamentato come, nonostante l’ammirevole impegno e le capacità organizzativa e operativa, il settore soffra per l’ inadeguatezza del sistema infrastrutturale. In merito, l’Eleonora d’Arborea aveva da poco organizzato – con successo – un Convegno di sensibilizzazione presso l’Università degli Studi di Urbino, in collaborazione con l’Ateneo, la Regione Marche, la Provincia e il Comune di Urbino, indicando i punti deboli: (1) viabilità e comunicazioni, (2) mancanza di sostegno e tutela di qualità e tipicità dei prodotti –a prevalenza biologica– rispetto al mercato globalizzato, (3) difesa delle greggi dalle aggressioni dei lupi, (4) impulso alle politiche giovanili per stimolare il ricambio generazionale nelle aziende. L’oratore, ha inoltre sottolineato come la lodevole iniziativa dei Lions di Urbino abbia colto nel segno, in modo puntuale, richiamandosi all’interesse per il bene civico della comunità, che il sodalizio statutariamente persegue. Ha infine concluso con i complimenti al Club e al suo Presidente e gli auguri di un proficuo anno lionistico così felicemente iniziato.
sono sarda da 40 anni in continente tottus in pari sembra molto bello è possibile avere un con tatto con altri sardi anche per poter parlare la lingua gracias de tottu a si biri cum deus