BISOGNA AVERE LA CONSAPEVOLEZZA DI RISOLVERE IL PROBLEMA: LA SOLIDARIETA' AI MINATORI DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA GIORGIO NAPOLITANO

il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano


redazionale Tottus in Pari

Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha espresso la sua solidarietà ai minatori del Sulcis che da quattro giorni occupano i pozzi della miniera di Nuraxi Figus a quasi 400 metri di profondità. “Vorrei che i minatori del Sulcis, impegnati in una prova durissima – ha scritto il Capo dello Stato -sapessero come mi senta profondamente partecipe della loro condizione e delle loro ansie”,afferma “Capisco fino in fondo la volontà di lotta che manifestano per una causa di vitale importanza per ciascuno di essi e per le famiglie”. “La loro storia – prosegue Napolitano – è parte integrante della storia del lavoro in Sardegna ed è espressione specialissima di attaccamento alla loro terra e di impegno umano e professionale, anche nelle condizioni più pesanti, nell’interesse generale della Regione e del Paese. Capisco perciò fino in fondo la volontà di lotta che manifestano per una causa di vitale importanza per ciascuno di essi e per le loro famiglie”. “In occasione della mia visita in Sardegna lo scorso febbraio, e incontrando i lavoratori di tutte le aziende a rischio – ricorda il Capo dello Stato – rilevai pubblicamente come la Sardegna sia stata colpita da una crisi che investe più che in qualsiasi regione un intero assetto produttivo e occupazionale. Di qui la necessità di un profondo ripensamento delle politiche di sviluppo seguite nel passato e di rilancio su basi nuove e più solide dell’economia regionale. Questa esigenza è stata riconosciuta sia dal governo regionale sia da quello nazionale, ed è in atto da mesi uno sforzo per aprire nuove prospettive”. “Ritengo che l’incontro in sede nazionale annunciato debba costituire un’occasione di bilancio delle verifiche e delle esplorazioni già compiute, e dare prime risposte che possano trasmettere serenità e fiducia in un momento così drammatico specie per i lavoratori raccoltisi nella profondità della miniera. Nello stesso tempo sono sicuro – conclude Napolitano – che non mancherà da parte di nessuno, e tanto meno da parte delle forze del lavoro in Sardegna, la realistica e coraggiosa consapevolezza dell’esigenza di trovare per i problemi così acutamente aperti soluzioni sostenibili dal punto di vista della finanza pubblica e della competitività internazionale in un mondo radicalmente cambiato rispetto a decenni orsono”.

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5 commenti

  1. Sai cosa se ne fanno della tua solidarietà. A meno che non l’accettino alle casse del supermercato.

  2. A me sembra di rivedere l’isola dei cassintegrati, seppur con una nuova scenografia, con tutte le grosse teste dello stato e della regione a portare pelosa solidarietà a questi poveretti. Pensate che ai lavoratori Vinils li ricevette Napolitano in persona e le cose rimasero come aveva deciso ENI, azienda a maggioranza dello stato, come lo è ENEL

  3. Molto meglio sarebbero, strategie e programmi a breve medio e lungo termine, purtroppo questo non è compito di Napolitano e solo parzialmente del governo, ma della regione sarda che invece latita da oltre 40 anni, come i peggiori delinquenti della storia del banditismo sardo, per di più senza alcun elettore sardo che vada a stanarne e sputtanare alcun membro della banda.

  4. purtroppo il progresso registra tappe in avanti e tappe in regresso,Tipica la storia delle miniere inglesi ,chi non ha letto”Com’era verde la mia valle”che sono state chiuse quando i loro costi sono risultati insostenibili.I laburisti succeduti al governo ai conservatori si son guardati bene dal riaprirle….hanno creato altre modalità di lavoro…..

  5. Caro Ugo, non so quanto tu conosca l’isola e la storia industriale di questa terra>; il carbone inglese, come quello francese e tedesco, erano economicamente superati, ma quello che rimaneva sotto terra era di ottima qualità, quello del Sul…cis era ed è il peggiore in assoluto in circolazione. Se si è arrivati a questa odierna situazione è perchè a partire dal dopo guerra la politica regionale, quella di tutto il firmamento e archi costituzionali o meno, compresi quelli sindacali, hanno ragionato in termine elettorali e mai in termini di programmazione economica e politica per il territorio.

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