di Luca Urgu
La gara poetica sarda approda a Parigi ed entra di diritto nel novero dell’arte colta. Ma senza dimenticare la sua anima popolare. È stata salutata da un successo di pubblico e critica l’esibizione dei poeti estemporanei Bruno Agus e Giuseppe Porcu, accompagnati dai tenores di Oniferi, in una due giorni parigina che li ha portati lontani dalla classica piazza di paese, adornata di canne palustri e foglie di alloro, per calcare il palco del teatro de La Maison de Cultures du Monde, nel cuore di un quartiere composto e sobrio come Montparnasse. L’esibizione si è trasformata in un trionfo, decretato dal pubblico transalpino che ha applaudito a lungo i vati di Sardegna al loro debutto su un palcoscenico così prestigioso. L’auditorium del Festival de l’Imaginaire era pieno, per un evento che da tredici anni rappresenta il meglio della cultura mondiale tra espressioni musicali, teatrali e identitarie che vengono riproposte ad un pubblico attento alle manifestazioni ancora immuni dal cannibalismo della globalizzazione. Così, intellettuali, etnomusicologi, linguisti, studiosi sensibili agli spettacoli più originali e autentici si sono inchinati di fronte alla fertile vena poetica degli improvvisatori. Un genere fatto scoprire dall’etnomusicologo Bernard Lotart Jacob, consulente del festival diretto da Arwad Esber che in Sardegna ha condotto numerose ricerche sull’universo sonoro isolano. Ben due le serate riservate alla magia della gara poetica accompagnata dalle voci gutturali del tenore San Gavino di Oniferi che ha riportato nella capitale francese i fratelli Francesco, Giovanni e Carmelo Pirisi e Raimondo Pidia dove, giusto pochi anni fa, l’Unesco riconobbe al canto a tenore l’aurea di bene immateriale dell’Umanità. Una rappresentazione, quella degli estemporanei della nostra isola, che ha elevato i versi in limba fino a raggiungere un livello altissimo, creando un’emozione capace di fare breccia nel pubblico francese. Il miracolo è stato reso possibile dalla docente Maria Manca, originaria di Fonni, e dall’interprete – traduttore Fabrizio Giuffrida grazie ad un innovativo sistema di traduzione simultanea. Sono stati loro a trasformare a tempo di record le ottave dal sardo lugudorese al francese, trascrivendo le parole su un pc che a sua volta le proiettava su uno schermo gigante alle spalle dei poeti. Un accorgimento che ha consentito al pubblico di apprezzare la precisione della metrica, l’ironia delle ottave, ma sopratutto i contenuti della gara, mai banali e scontati, articolati su temi come la storia, la letteratura, la mitologia, la scienza, la politica, la cronaca quotidiana. Così le dispute in versi tra il giovane poeta di Irgoli Giuseppe Porcu e Bruno Agus, originario di Gairo da alcuni anni trapiantato nel centro della Baronia, ha offerto dei momenti davvero esaltanti. La prima sfida ha visto i due confrontarsi e tentare di far prevalere la ragione (Porcu) e la fantasia (Agus), mentre nella gara del giorno successivo, tenutasi di fronte agli studenti dell’Università 7 di Parigi (che hanno seguito un seminario sulla poesia), Porcu ha cantato le virtù della parola scritta contrapponendole alle motivazione del suo avversario che ha invece difeso strenuamente l’oralità. Non potevano mancare da parte dei poeti, a più riprese, chiari riferimenti alla nazione che li ospitava. Così nelle ottave sono entrati il premier Sarkozy e la sua compagna Carla Bruni, ma anche i simboli della grandeur della capitale come la torre Eiffel, o il movimento culturale dell’Illuminismo fondato sulla ragione e tolleranza di pensiero. Una capacità e una padronanza di concetti che gli spettatori hanno mostrato davvero di gradire tributando ai poeti generosi applausi e ridendo ad ogni passaggio ironico. Magari con qualche secondo di ritardo: giusto il tempo di apprezzare, vedendo la traduzione composta sulla parete, quanto corre veloce il pensiero dei poeti.
La trasferta di Parigi ha offerto anche un confronto con un’altra espressione poetica del Mediterraneo, la glosa delle Baleari, raggiungendo uno degli obiettivi della programmazione del festival, nato per esplorare, scoprire e rivelare tradizioni culturali con le loro specificità, spesso mai approdate in Francia.