LE PAROLE DI FRANCESCA FAIS, PRESIDENTE DELLA FEDERAZIONE DEI CIRCOLI SARDI IN SVIZZERA: "CREIAMO ASSOCIAZIONI VIRTUALI, TRASFORMANDOLE IN AMBASCIATE SARDE CON MENO ASSISTENZIALISMO E PIU' PROMOZIONE"

Francesca Fais, originaria di Sindia, vive a Losanna


di Maddalena Brunetti

Puntare tutto sulla promozione anche prescindendo dalla sede fisica del circolo. Perché in tempi di crisi si deve spendere meglio, non meno. Propone anche un progetto pilota, Francesca Fais – Presidente della Federazione dei circoli sardi in Svizzera – e vorrebbe sperimentare sul campo l’efficacia delle innovazioni che suggerisce. Originaria di Sindia, ha 38 anni e parla quattro lingue. E’ nata in Germania, cresciuta in Sardegna ma da quando ha 15 anni vive in Sardegna. A vent’anni ha tentato il rientro nell’isola. Le cose tuttavia non sono andate proprio come sperava; è rimasta in Sardegna soltanto due anni e ha deciso di re-emigrare. Oggi lavora a Losanna, dove è manager per una società di comunicazione. Francesca Fais è anche il più giovane Presidente di Federazione.

Durante la Consulta lei ha proposto di rivoluzionare la struttura delle associazioni, suggerendo anche l’idea del circolo virtuale. Perché? Penso che sia giunto il momento di prendere decisioni strategiche per non perdere tutto quello che è stato realizzato fino ad ora. Non dico che tutti debbano prescindere dalla sede, dico che la legge dovrebbe prevedere questa opzione fermo restando – ovviamente – l’importo del finanziamento. Non si deve spendere meno ma spendere meglio. Solo così si possono far prevalere le attività sulla sede fisica che ora assorbe la gran parte delle risorse. Inoltre normalmente, vista l’entità del contributo, non è possibile affittare una sede in centro o molto ampia quindi viene meno anche il discorso visibilità. Certo, come gruppo c’è la necessità di riunirsi, incontrarsi ma questo si può fare anche nella sala di un albergo o di un locale. Propongo un circolo pilota: diamo a una struttura la possibilità di lavorare senza una sede fisica e di investire tutto in attività e vediamo come va. Sono certa che ci sarà qualcuno che si offrirà volontario per questo esperimento.

Grande attenzione è rivolta ai giovani. Che ruolo possono avere? Sono presenti nei circoli? Io sono entrata in un circolo quando avevo 15 anni e da allora sento parlare di gruppo giovani. Va preso atto che le associazioni non sono adatte ai ragazzi di oggi. Non credo però che le nuove generazioni siano poco propositive perché se è vero che i giovani non prendono parte alla vita quotidiana delle associazioni, è anche vero che partecipano, si interessano e collaborano quando ci sono attività da organizzare. Il meeting di Chia ha dimostrato con chiarezza che c’è un grande interesse dei ragazzi nei confronti del mondo dell’emigrazione. Adesso si tratta solo di coltivarlo e di evitare boicottaggi.

Lei ha anche proposto di ripartire dalla promozione anziché dalla solidarietà. Nel passato, il sardo, che è molto attaccato alla sua terra, quando emigrava aveva la necessità di ritrovarsi per sentirsi a casa. C’era poi l’esigenza di solidarietà e assistenza perché chi arrivava dalla Sardegna era supportato dalle associazioni. Oggi questa funzione è minima. Noi riceviamo soprattutto curriculum di laureati sardi, che ci chiedono come trovare lavoro ma poi non vengono al circolo. Quindi le cose devono cambiare. Spesso si dice che i circoli sono piccole ambasciate, allora prendiamoci davvero questo ruolo. Usciamo dall’assistenzialismo: così il lavoro che facciamo per la Sardegna diventerà evidente con la promozione. Certo la solidarietà resta importante, continueremo a farla, ma non possiamo incentrare tutto su questo perché sono cambiati i presupposti.

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2 commenti

  1. Lo scorso anno, prima di lasciare la presidenza del circolo di Lugano, ho proposto ai funzionari del fondo sociale quanto ora propone Francesca.
    ‘No può esistere un circolo senza una sede fissa’ mi risposero.
    Ahi noi, abbiamo continuato a spendere cifre importanti per mantenere una sede visibile ma che non permette nessuna attività.
    Sarebbe bello fare forza comune uscendo finalmente da contrapposizioni interne che, se hanno favorito il circolo di Lugano dal lato economico, ci hanno per contro impoverito come forza contrattuale nei riguardi della regione.
    Aspetto ancora da Francesca quello scatto di coraggio (che non le manca certamente in altri ambiti) che permetta di riunire TUTTI i circoli in Svizzera per fare fronte alle battaglie comuni.
    Davanti alle sfide importanti e alle nubi sempre più minacciose che si addensano sulle nostre teste, serve quell’unità sempre sbandierata ma mai attuata per davvero.
    Abbraccio comunque Francesca con la stima di sempre
    Paolo Sanna

  2. giusy Porru (Parigi)

    BIS REPETITA
    Avevo scritto questo articolo nel 2007 sul mio blog ma questo mio progetto esiste da almeno una decina d’anni……
    per la creazione del Centro regionale sardo a Parigi
    “Risiedo a Parigi e in Francia da circa 25 anni, ho lavorato in diverse associazioni culturali locali, dove è nata l’idea di far conoscere e promuovere la Sardegna in tutti i settori tramite la creazione di una casa regionale
    Ho avuto la conferma in molte occasioni, che i progetti portati avanti dai circoli e varie associazioni, non corrispondano e non stimolino abbastanza le reali esigenze dell’attuale popolazione sarda a Parigi. Sono convinta che la rete di contatti tra tutte le Associazioni regionali ed istituzioni locali francesi e italiane, permetterebbero oggi di aprire le porte della Sardegna a chi non la conosce, di creare scambi tra regioni italiane all’estero e di semplificare ed agevolare l’organizzazione di iniziative, quali fieri e esposizioni e partenariati.
    Ancora oggi, nonostante la ricchezza e l’ospitalità della nostra terra, malgrado l’espansione e la notorietà dell’espressione artistica della nostra regione, la Sardegna continua ad essere poco conosciuta, se non mal conosciuta in Francia.
    In effetti, a parte gli sforzi fatti a livello regionale per promuoverla la disponibilità di informazioni sulla Sardegna è molto ridotta sopratutto in Francia: opuscoletti, orari aerei, proposte di soggiorni “sole e mare” e poc’altro.
    Eppure ho avuto occasione di incontrare molte persone desiderose di avere informazioni in tutti i settori, come ci sono tanti giovani residenti in Sardegna che dopo una laurea o un diploma, hanno bisogno ancora di un sostegno per stabilirsi in Francia, per lavoro, per la ricerca di uno “stage” o semplicemente per l’alloggio.
    La mia proposata di aprire una casa Regionale è centrata sull’obbiettivo di favorire ogni tipo di scambio tra la nostra Regione e la Francia..Un ufficio centrale per rappresentare non solo la bellezza dei luoghi ma anche altri aspetti dell’isola, come la storia, il patrimonio artistico e culturale, nonché il nostro savoir-faire artigianale. Sono convinta che sia arrivato il momento di proporre anche un’altra forma di turismo tramite incontri con gli abitanti e la loro cultura, la loro storia con la vita quotidiana nelle loro tradizioni e in tutte le stagioni.
    In questo centro permanente sardo si potrebbero svolgere, in tutto l’arco dell’anno, le manifestazioni culturali e mostre nei seguenti settori…………………”
    Saluti giusy Porru

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