di Claudia Lamas Cornejo
Intervista a cura di Claudia Lamas Cornejo: curatrice e manager per SAVVY Contemporary, spazio no-profit che ospita progetti curatoriali internazionali e numerosi eventi di performance in Berlin-Neukölln. Ha partecipato come media e press-manager in numerosi organismi nazionali e internazionali, mostre e pubblicazioni. Ha completato un dottorato in lettere e Comunicazione interculturale e un Master in Cultura e Media Management presso la Freie Universität di Berlino. Il suo più recente progetto curatoriale è Packet Soup, visibile in SAVVY Contemporary fino al 24 Giugno 2012.
Alessandro Sau è l’artista sardo selezionato per la prima fase del progetto “Berlin-Island” promosso dal “Sardisches Kulturzentrum” e che dall’inizio di maggio sta vivendo a Berlino un’esperienza formativa e di confronto che ha come obiettivo di promuovere le potenzialità artistiche dei giovani artisti sardi.
Cosa ti ha portato qui? Sono arrivato qui grazie a Berlin-Island, sono l’artista selezionato; passerò a Berlino i prossimi 3 mesi.
Che cosa è Berlin-Island? É un programma di residenza per artisti sardi, in collaborazione con Culturia. Questo è lo spazio che riceve ed ospita l’artista per la durata della residenza.
Come sei venuto a conoscenza di questa opportunità? È comune in Sardegna la possibilità di partecipare a residenze all’estero? No, mi trovavo a Milano, quando un’amica mi ha inoltrato una mail sul bando di Berlin-Island. Ho fatto domanda, son stato selezionato, ed eccomi qua.
Quindi non ci sono in realtà molte possibilità di contributi o borse di studio solo per artisti sardi? Diciamo che la nostra isola da questo punto di vista è un po’ indietro. Basti solo pensare alla storia dell’arte contemporanea; gli artisti sardi non sono mai stati molto valutati, e comunque di rappresentativi ce ne sono stati davvero pochi.
Pensi che gli artisti sardi siano sottorappresentati nella scena artistica internazionale? Si.
Parliamo di te, dove hai studiato? Ho studiato a Roma e a Milano e ho lavorato per due anni a Berlino come assistente per un fotografo d’arte. Va detto che il primo anno d’Accademia l’ho fatto però a Sassari.
Ti senti come una sorta di rappresentate della tua isola? Non so. E’ un po’ una parola grossa dire di rappresentare un’intera isola.
Quali sono effettivamente i tuoi obiettivi? Qual è stata la tua motivazione per incominciare a lavorare come artista? Ho iniziato a lavorare come artista abbastanza tardi. Anche se ho studiato belle arti, ho speso molto del mio tempo studiando filosofia, storia dell’arte ed estetica. Credo di aver cominciato a produrre i primi lavori interessanti intorno ai 28 anni. Per me è stato il giusto momento per iniziare.
Hai già delle conoscenze a Berlino? Stai incontrando persone interessanti? Sono stato qui per due anni e oltre agli amici che ho rivisto con piacere, sto incominciando a prendere contatti con tutti quelli che gravitano attorno a Culturia; naturalmente ho incontrato qui a Berlino il team di Berlin-Island, composto da Giusy e Giovanni, ed anche Alexandra, la presidentessa del Saridisches Kulturzentrum.
Cosa ne pensi di Berlino? Hai già un tuo giudizio? Personalmente sento che l’arte e la cultura siano qui molto presenti e parte integrante della vita della città. Penso che in Europa non ci sia un’altra città come questa…e lo dico soprattutto per quanto riguarda le possibilità offerte agli artisti e a tutte le persone che in qualche modo sono legate all’arte, come per esempio anche gli storici dell’arte ed i curatori.
Vorrei sapere qual è il tuo punto di vista specifico su Berlino, considerando che tu vieni da un’isola. Parlando da un punto di vista delle energie della città, trovo che Berlino sia un luogo a me familiare, dove puoi vivere sia il lato metropolitano che quello più campagnolo del piccolo paese di provincia. Questo a differenza, diciamo, di città come Londra o Roma. Mi fa stare bene questa sensazione di sentirmi un po’ come a casa. La differenza sostanziale è che qui si incontrano molte più persone interessate all’arte. In Sardegna esiste un altro tipo di energia, più antica. Alle volte può diventare eccessiva, nelle dosi sbagliate potrebbe in qualche modo deprimerti. Bisogna stare attenti e cercare di gestirla.
Parlando di energie, io sento invece che a Berlino c’è troppa energia, che stiano succedendo troppe cose! Capita di essere invitata in una settimana ad almeno 40 eventi artistici, vernissage e così via; ovviamente seguire tutto quello che accade dal punto di vista artistico diventa davvero stancante. Questo è però un tipo di energia che viene dalla società ed è collegato al sistema del mondo dell’arte. Io parlo dell’energia che ti arriva dalla natura, da quello che vedi, dal silenzio. Questa è l’energia che serve ad un artista, poi ovviamente è importante prendere parte a questo tipo di eventi, perché è nella nostra natura di animali sociali.
E tu dunque hai trovato la calma qui, a Berlino? Si, vivo in un appartamento al settimo piano, attorniato dal verde…posso vedere il cielo. È veramente bello! Dalla mia camera si scorge anche la torre di Alexanderplatz.
Uno dei simboli della città. La guardo ogni notte prima di dormire.
Ci saranno delle mostre durante il tuo soggiorno a Berlino? Quali sono i progetti per i prossimi mesi? Si, la prima mostra sarà a Novembre, curata da Giusy Sanna, negli spazi del Grimmuseum. Oltre a questa parteciperò alla mostra di fine residenza con gli altri artisti Chantal Riekel, Nicolas Pye residenti in Culturia. Poi credo ci saranno degli eventi l’anno prossimo, sempre collegati a Berlin Island…
Quindi stai già lavorando ad un progetto specifico, o stai al momento raccogliendo suggestioni, esperienze, materiali che ti serviranno per un tuo lavoro futuro? In realtà sto finendo un lavoro su Biancaneve ed i sette nani che ho iniziato a Cagliari, ma penso che per le prossime mostre mi piacerebbe proporre un lavoro nuovo in cui userò le api.
Domande di Alexandra Porcu: Riguardo il legame con la Sardegna, diresti che esiste una “sardità” nei tuoi lavori? Si, sicuramente. È un po’ difficile da spiegare. Diciamo che quando incominci a studiare la storia dell’arte, entri in una prospettiva di idee che è fuorviante in termini di una reale comprensione dell’arte, per quello cioè che l’arte rappresenta veramente. In questo senso è stato per me molto
interessante riscoprire la pratica degli ex voto, che è ancora molto viva in Sardegna. Questa mi ha aiutato focalizzare il senso delle cose in termini di ricerca artistica. L’ex voto è stato una sorta di entrata per un nuovo sentiero che sto continuando a percorrere. E’ da questa prospettiva che penso che il mio lavoro si riconnetta alla Sardegna; esso viene dalle radici profonde del culto e passa attraverso la storia degli antenati; va insomma oltre la storia dell’arte ed il modernismo stesso.
Mi hai detto prima dell’intervista che stai completando un master qui a Berlino: di cosa si tratta? Tre anni fa ho fatto domanda per un Master in Fine Art, organizzato in sessioni di residenze estive a Berlino ed invernali a New York. Volevo fare un esperienza formativa al di fuori dell’Italia…anche un po’ per perfezionare il mio inglese. Questo Master è stato una scusa per viaggiare, per muovermi dalla Sardegna. Perché poi, alla fine ogni cosa che si fa è sempre una questione di accrescimento personale e di conoscenza.