redazionale Tottus in Pari
Al telefono è un fiume in piena. Nulla farebbe pensare che Maria Grazia Zedda sia sorda quasi al 100 per cento fin da piccola. La storia che sta per raccontarmi è di come ha trasformato il suo handicap in opportunità. Persino di lavoro. «Tutto è iniziato quando a 20 anni ho lasciato la Sardegna per Londra. Facevo la cameriera e un incidente mi ha cambiato la vita. Il mio capo voleva che portassi i capelli dietro le orecchie per mostrare a tutti che avevo l’apparecchio acustico. Al mio rifiuto si è messo a urlare: così per lo spavento mi sono versata addosso dell’olio bollente. Mi consigliarono di rivolgermi a un centro di assistenza sociale per capire come fare con medici del lavoro e burocrazia. Lì ho scoperto che in Inghilterra chi ha un handicap può avere sussidi statali, frequentare corsi per l’autostima e rilanciarsi nel mercato del lavoro». Così Maria Grazia si è data da fare e al primo colloquio viene assunta come segretaria di produzione alla BBC. Qui incontra Ian, un ragazzo scozzese che diventerà suo marito. È l’inizio di una favola. «Alla BBC lavoravo in un gruppo dove tutti, dai registi agli operatori, erano disabili. Ma anche molto preparati, mentre io non avevo nemmeno un titolo di studio, e quindi nessuna opportunità di crescere. Non è stato facile decidere, ma ho mollato il posto e mi sono iscritta all’università». Dopo la laurea Maria Grazia lavora per alcune associazioni di charity a Londra, quindi si sposa e si trasferisce negli Usa, a San Francisco, Charleston, Philadelphia, lavorando sempre a progetti in favore dei disabili. Poi, con la nascita della prima delle sue due bimbe, il ritorno in Inghilterra. «Sapevo che avrei fatto fatica a trovare impiego. Così con Ian abbiamo ideato Wideaware Training, un’organizzazione che aiuta enti pubblici e aziende private a favorire l’inserimento dei disabili nel mondo del lavoro con corsi o e-learning. Dopo 6 mesi abbiamo vinto un premio! Questo e altri riconoscimenti ci hanno permesso di andare avanti senza chiedere mutui e assumendo persone con handicap. Ora tra i nostri clienti ci sono gruppi importanti come la Network Rail (le Ferrovie del Regno Unito) e il mega store di lusso Westfield Stratford City. Ma Maria Grazia ha ancora un sogno nel cassetto: «Tornare in Italia per aiutare i disabili anche nel mio Paese».
Mi chiamo Pasqualina Demuru, cara Mariagrazia tu non puoi immaginare quando ho letto l’ articolo che riguardava la tua storia, quanta emozione dentro di me e quanta tristezza, perchè i dolori sono dentro di noi, fin da piccole con i nostri silenzi e le nostre lacrime, le parole non dette fanno parte del nostro bagaglio di umanità, di sensibilità di noi donne, piccole piccole, ma con una grande forza da riversare su gli altri.La tua storia è un pò anche la mia.
Sono un artista a tutto tondo perchè mi sento più un artigiana della mia arte, le mie piccole mani restaurano, tagliano il legno, dipingono le stoffe dal batik alla nostra tela grezza dai ritratti al mondo degli acquerelli, dal mosaico all’ arredamento con ambienti colorati e decorati che danno serenità al nostro essere.Ho tanta esperienza per quanto riguarda il sociale e il volontariato.Ho insegnato in una bottega tutte queste Arti ma in particolare pittura rivolta a persone con Handicap pischici e depressione.Al mio sindaco, ho proposto questi corsi meravigliosi e lui pensa che per le donne sia più importante fare gli orli (ci sono già le sartine che lavorano), aiutami ti prego perchè il tuo sogno diventi anche il mio, che tutta la mia esperienza sia determinante per la vita dei nostri giovani che vedono l’ alcol e il bar nel loro futuro e delle donne chiuse nel loro silenzio di tristezza senza autostima, sono delle mamme infelici. Aspetto una tua risposta e sono orgogliosa e felice di sentire che ami la Sardegna e ti affacci alla finestra…….e pensi alla sella del diavolo.Un abbraccio.
Pasqualina
Cara Maria Grazia solo oggi ho letto l’articolo che ti riguarda,sei stata e sei davvero brava!IAnch’io vorrei attivarmi in un’attività che potrebbe tornare utile a tutti coloro che hanno difficoltà motorie e sono costrette a rinunciare a fare turismo per esempio nelle grandi città o in una qualsiasi località turistica.Vorrei creare una rete che fornisca a queste persone,anziani o persone con limitate capacità motorie,ausili che permettano loro di girare liberamente e fare ciò che i “normodotati”fanno abitualmente.Mi rivogo a te perchè forse puoi darmi delle indicazioni su come muovermi.Spero tu possa e voglia aiutarmi.Ti abbraccio Carla