di Paola Cecchini
Dopo il diploma, Luca lascia la Sardegna e si trasferisce a Pisa. Nella città della ‘Torre Pendente’, frequenta la facoltà di Lingue Straniere e si laurea come traduttore. Finiti gli studi, comincia la sua attività da traduttore freelance e, nello stesso tempo, a inondare di e-mail le varie case editrici per farsi conoscere nell’ambiente dell’editoria. Negli ultimi anni ha tradotto romanzi, graphic novel e videogiochi. Ma lavorare da freelance comincia a non piacergli più e improvvisamente arriva l’occasione del cambiamento. Infatti, lo scorso novembre viene contattato da un’agenzia interinale per lavorare come traduttore di videogiochi per conto di una compagnia italiana all’estero. Ottiene il lavoro, fa le valigie e parte per l’Irlanda con destinazione Dublino. Quando ci siamo incontrati abbiamo parlato della città, di lavoro e di partenze…
Come sei capitato a Dublino? Sono venuto a Dublino, per la prima volta, nel 2010 come turista. Non avrei immaginato che sarei tornato l’anno successivo per vivere e lavorare in questa città.
Il pensiero comune è: “In Italia non ci sono prospettive di lavoro, quindi tanto vale che provo a vedere se all’estero ho qualche possibilità”. La tua idea qual è? In questo momento l’Italia offre veramente poco, e può essere svilente non sentirsi considerati o respinti ai vari colloqui perché si è “troppo qualificati” o perché non si hanno le giuste conoscenze (e non parlo di quelle tecniche). Io ho sempre pensato che rimanere per amore della patria non abbia molto senso, e che se non si è contenti del posto in cui si vive l’unica soluzione è quella di emigrare e cercare lavoro in un’altra nazione, a patto di poterselo permettere, ovviamente.
Secondo te quanto vale un’esperienza di lavoro all’estero? Vale tanto, indipendente dal tipo di lavoro, serve sicuramente ad aprire la mente e a confrontarsi con realtà diverse, oltre che a imparare o migliorare la seconda lingua. La cosa che preferisco è la possibilità di conoscere persone provenienti da qualunque parte del mondo, cosa che non ho potuto sperimentare in Italia per vari motivi.
Quali sono i tuoi progetti qui? Pensi che questa città abbia molto da offrire ai giovani? Al momento ho intenzione di imparare più cose possibili per quanto riguarda il mio lavoro, conoscere la città dal un punto di vista culturale, e andare alla ricerca di nuove prospettive professionali. Sono in Irlanda da poco, perciò è un po’ presto per esprimere dei giudizi. Comunque, credo che qui i giovani siano sicuramente agevolati per molti motivi, primo fra tutti la presenza di molte aziende multinazionali che non puntano a “schiavizzarti” con stage non retribuiti (ogni riferimento alla realtà italiana è puramente voluto) ma a formarli. Crescere in un ambiente così dinamico è sicuramente un ottimo punto di partenza.
Tornerai a casa, rimani o ti sposterai di nuovo? Per ora non credo di tornare a casa, non penso ci siano le condizioni ideali. Spostarmi di nuovo? Per ora sto benissimo qui, ma nella vita non si può mai sapere.
Infine partire perché … … per non avere rimpianti.