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Un segnale importante sulle prospettive future dell’emigrazione sarda organizzata arriva da Buenos Aires dove, si è tenuto il VI Congresso nazionale della Federazione dei circoli sardi in Argentina. Per la prima volta tutte le cariche sociali di Federazione e Circoli sono in mano a figli e nipoti di emigrati. Un segnale di continuità che fa ben sperare le altre realtà di comunità sarde sparse nel mondo che stanno attraversando momenti di crisi di transizione dalle vecchie alle nuove generazioni. Alla guida della Federazione Cosimo Tavera – che ha gestito e guidato negli ultimi venti anni, la rinascita e la crescita dei circoli sardi in Argentina, da quello di "Sardi uniti", il più antico dei sodalizi sardi nel mondo, con oltre 70 anni di vita, a quelli di San Isidro e di Villa Bosch, nei sobborghi della Capitale, costituiti da pochi anni – ha passato il testimone alla figlia Margarita, giovane architetto che ha fatto un lungo apprendistato nel Consiglio direttivo del circolo "Sardi uniti". Margarita Tavera è nata in Argentina, e si sente argentina come tutti i giovani di seconda e terza generazione nati in quel paese, ma ha un legame profondo con le sue radici e rivendica la sua appartenenza e il suo legame con la Sardegna. Il congresso, presieduto da Giuseppe (Pino) Dessì, dirigente delle Acli della Sardegna, esperto dell’emigrazione e profondo conoscitore della realtà sarda dell’America Latina e dell’Argentina in particolare, si è svolto nel salone dell’Hotel Savoy a poche centinaia di metri dalla sede del Congresso argentino. Vi hanno partecipato delegazioni in rappresentanza degli otto circoli della Federazione, che hanno raggiunto Buenos Aires da tutta l’Argentina. I sardi di Tucuman hanno affrontato un viaggio in pullman di 17 ore per partecipare numerosi al congresso. Pino Dessì, prima di dare la parola al presidente uscente Cosimo Tavera, per la relazione, ha ricordato i primi passi mossi dall’associazionismo sardo in Argentina da quando nel novembre del 1987 una delegazione delle Province sarde si recò a Buenos Aires e in altre città del paese sudamericano per rinsaldare, dopo 50 anni di dimenticanza, i legami con gli emigrati sardi. In quella occasione era presente Efisio Serrenti, nella veste di assessore alla Cultura della Provincia di Cagliari. A oltre 20 anni da quel primo incontro l’ex presidente del Consiglio regionale non è voluto mancare al congresso che segna la transizione tra le generazioni dei sardi in Argentina, nella nuova veste oggi di presidente dell’associazione di tutela "ATM – Emilio Lussu". Dessì ha quindi sottolineato con orgoglio che la scommessa fatta oltre 20 anni fa è stata vinta. I circoli sardi sono cresciuti e si sono ben inseriti nel tessuto sociale argentino. Ha esortato a aggregarsi con altri organismi associativi e ha suggerito di partecipare alle attività dei Comitati per il bicentenario dell’indipendenza dell’Argentina che si festeggerà il prossimo anno. Ha quindi presentato gli altri ospiti, alcuni dei quali sono stati chiamati alla presidenza del Congresso: Tonino Mulas (presidente della FASI), Francesca Fais (presidente della federazione Svizzera), Carlo Murgia (presidente della Federazione del Belgio), Ottavio Sanna (presidente regionale), Angelo Dessì e Bonaria Spignesi ("Emilio Lussu"), Tonino Casu (Aitef), Alberto Atzori (Belgio), Sandro Sarai (sindaco di Asuni), Luciano Pinna (Società mutuo Soccorso). Ha quindi ricordato alcuni dirigenti dei circoli scomparsi dal Cav. Falchi a Giovanni Mongiu, da Giuseppe Zidda a Secondina Manca Casciu. Dopo la relazione di Tavera e quelle del consultore Vittorio Vargiu e dei presidenti dei circoli, il congresso è proseguito con gli interventi degli ospiti. Tonino Casu dell’Aitef ha portato il saluto del presidente della Federazione delle Associazioni di Tutela, Alberto Pisano, e ha rimarcato l’attualità dei problemi al centro del congresso, primo fra tutti la richiesta che sia riconosciuta anche nel Consiglio regionale la rappresentazione democratica dei sardi fuori dalla Sardegna. Il sindaco di Asuni, Carlo Sarais, che ha raccolto un’importante documentazione nel circolo Sardi Uniti, ha illustrato l’iniziativa di costituire una sorta di museo dell’emigrazione nel piccolo centro (poco più di 200 abitanti) dell’Oristanese. Ha ricordato che da sempre la Sardegna è terra di partenze, sottolineando che a fronte del milione e seicentomila abitanti residenti la popolazione sarda è molto più vasta perché sono sardi anche gli emigrati e i loro discendenti che conservano un legame culturale con l’Isola, stimati tra i 500 e i 600 mila. Ha citato il dato sulla popolazione di Asuni che tra il 1950 e il 1960 è passata da 900 abitanti a 400. "Per il nostro museo – ha aggiunto – è importante la vita del singolo emigrato, perché sappiamo che dietro ogni storia esiste un mondo di affetti molto più complesso". Sarais ha ricordato che il museo è nato per volontà di un emigrato che ha fatto un lascito al Comune con questa motivazione. Francesca Fais, presidente della Federazione Svizzera, ha portato il saluto di Domenico Scala, e ha espresso apprezzamento e stupore per i cambiamenti in atto in Argentina con il ricambio generazionale. Ha parlato dei giovani argentini e del loro impegno per la terra di origine dei genitori ("una risorsa inestimabile e un potenziale praticamente unico"), ma ha anche ricordato le esperienze fatte in Europa per coinvolgere le nuove generazioni e gli scarsi risultati conseguiti. "Spesso – ha detto – dopo un’esperienza negativa molti giovani hanno lasciato l’attività nei circoli e nelle federazioni". Se ne sono andati perché troppo pochi e troppo soli per poter attuare un cambiamento. Ha esortato ad ascoltare i giovani con attenzione e senza pregiudizi e a permettere loro di farsi la necessaria esperienza, anche con gli inevitabili errori. "I giovani – ha concluso – sono gli unici veri conoscitori delle esigenze attuali. Se non li ascoltiamo le nostre associazioni sono destinate a morire perché prive di una prospettiva futura". Carlo Murgia, presidente della Federazione dei circoli sardi in Belgio, ha offerto un libro realizzato dal circolo del Borinage con le storie e le immagini dell’emigrazione sarda nelle miniere di carbone. Ha poi chiesto "ma come avete fatto, come hanno fatto, i vostri padri e i vostri nonni, ad affrontare un viaggio così lungo e incerto per arrivare sin qui. Dovevano possedere un coraggio eroico a partire nei primi anni del 900". Ha proposto che la Regione stanzi dei fondi per aiutare chi vuole venire in Sardegna per conoscere la terra degli avi. Daniel Falcon, responsabile del Comitato giovani, è un sardo di terza generazione. Ha fatto il suo intervento in spagnolo e senza fronzoli ha ricordato che viviamo in un mondo globalizzato attraversato da una pesante crisi con problemi economici e sociali molto grandi. "Dobbiamo permettere ai giovani – ha detto – di pensare al futuro". Ha dato un giudizio positivo sui corsi di formazione realizzati dall’associazione "ATM – Emilio Lussu" per insegnare ai giovani come fare per la gestione dei circoli. Ha poi proposto di costituire una commissione di giovani per approfondire i motivi per cui non frequentano i circoli e per elaborare un progetto per avvicinarli alla vita associativa. Efisio Serrenti, presidente dell’"ATM – Emilio Lussu" ha ricordato la prima visita in Argentina e si è detto soddisfatto per i
risultati raggiunti. "Sono un vecchio nazionalitario – ha soggiunto – convinto che esiste un popolo sardo che supera i confini dell’Isola. E i 6-700 mila sardi sparsi nel mondo sono una parte importante del popolo Sardo. La conservazione della nostra identità è essenziale – ha concluso – e non si deve perdere la cultura dell’appartenenza". Tonino Mulas, presidente della Fasi, ha espresso apprezzamento per la relazione di Cosimo Tavera e si è detto certo che l’eredità lasciata dal vecchio leader sarà messa a frutto dalla federazione dai giovani sardiargentini. Riferendosi ai rapporti con la Regione, Mulas ha sostenuto che "in quanto movimento abbiamo la forza e la capacità di porre problemi". Ha lamentato che, al di fuori dei fondi destinati all’emigrazione, la Regione ha finanziato progetti per attività riguardanti i sardi nel mondo con cifre superiori a quelle stanziate per circoli e Federazioni, senza coinvolgere la rete delle associazioni. "Chiediamo di essere almeno consultati", ha detto. Mulas ha poi parlato delle difficoltà di coinvolgere i figli e i nipoti e ha suggerito di lavorare per preparare progetti comuni.
Il presidente regionale delle Acli, Ottavio Soddu, si è soffermato sul tema del congresso "Innovazione e solidarietà". Ha riferito della situazione in Sardegna dove in un anno i sardi sotto la soglia di povertà sono passati da 300 a 350 mila. "Si sta ripetendo – ha detto – la situazione che negli anni 20 e 50 ha generato i grandi flussi migratori". Ha espresso apprezzamento per il lavoro svolto dalla federazione e ha paventato tagli al capitolo dell’emigrazione, impegnandosi a esercitare, con le altre associazioni, una azione di sensibilizzazione verso la Giunta. Antonio Porcu, del Centro di documentazione di Asuni, ha detto di essere rimasto colpito di come il vecchio gruppo dirigente sia riuscito a coinvolgere i giovani. La seduta si è conclusa con la nomina delle Commissioni Verifica poteri e Elettorale. Alla ripresa dei lavori, Fatima Trapani, ha svolto una relazione sugli argomenti trattati nella riunione dei giovani mettendo in evidenza le conclusioni cui sono pervenuti: un maggior livello di partecipazione dei giovani nella vita dei circoli, più spazio all’informazione, e ottimizzazione dei rapporti tra i vecchi dirigenti e i giovani. Claudia Chirra, di San Isidro, ha letto una relazione sul ruolo delle donne mentre Viviana Vargiu ha parlato del doppio aspetto donna-giovane. Ha ricordato che la Regione ha bisogno di progetti più specifici. La donna – ha detto – oltre al ruolo sociale nei circoli deve conquistare anche un ruolo operativo. Ha suggerito di mettere insieme le idee e di preparare progetti a livello di Federazione. "Si possono fare cose concrete – ha concluso – solo se ci si unisce". Luciano Pinna della società di Mutuo Soccorso della Sardegna – che sta compiendo un lavoro di documentazione – ha consegnato a Cosimo Tavera un attestato di socio onorario e un distintivo personalizzato dell’associazione mutualistica. Pinna ha poi ricordato di essere emigrato in Argentina quando era bambino. Mio padre – ha spiegato – si ammalò e dopo dieci mesi mia madre prese su di sé la responsabilità e riportò in Sardegna, da Mendoza, mio padre e i tre figli. I lavori dell’assemblea sono stati sospesi e si è poi riunito il Consiglio nazionale che ha eletto il presidente della Federazione e gli organismi sociali. È quindi avvenuta la proclamazione. Il passaggio di consegne da Cosimo Tavera, ormai ultra ottantenne, e la giovane figlia è stato molto toccante. Dopo l’intervento di Margarita Tavera (che pubblichiamo a parte) c’è stata la illustrazione dei punti qualificanti del documento conclusivo del Congresso (di cui pubblichiamo una sintesi a parte) fatta da Sara Paz. Un ringraziamento è stato rivolto da tutto il Congresso a Giacomo Serreli che ha tenuto due conferenze, con proiezione di filmati, una dedicata a Maria Carta e l’altra a Andrea Parodi. Serreli ha ringraziato per l’invito. "È stata un’immersione profonda in una realtà poco conosciuta dalla quale – ha detto – ho avuto la conferma di quale patrimonio rappresenti il mondo dell’emigrazione per la nostra regione. Sono rimasto sorpreso dal coinvolgimento e dalla partecipazione dei giovani, dai legami delle nuove generazioni alla cultura dei loro padri. Mi ha colpito sentirli cantare con slancio l’inno argentino e subito dopo esibirsi in un ballo sardo". C’è stata poi la consegna da parte dei circoli di attestati e targhe al vecchio leader in segno di riconoscenza per quanto fatto per l’emigrazione sarda in Argentina. Sara Paz Vargiu ha detto che "dire sardi di Argentina fino ad oggi significava dire Cosimo Tavera. Il suo è stato un patriarcato in senso positivo. È stato un padre e un capo tribù. Ci ha saputo guidare. Lui è lo spirito della Federazione e continuerà a esserlo". È stata quindi la volta delle figlie di tre vecchi emigrati scomparsi, e poi dei dirigenti degli altri circoli, Rafael Murgia di Villa Bosch, Loredana Manca di Mar del Plata, Giovanna Signorini di La Plata, e poi gli altri. Daniel Falcon ha chiesto a Tavera di posare con i giovani: "non abbiamo regali da darti – ha spiegato – il nostro regalo sarà questa foto ricordo. Oggi siamo qui per il lavoro che hai fatto". Infine prima di una foto con gli ottuagenari del circolo, Pietro Pintus, ha dedicato a Cosimo Tavera una poesia in sardo scritta da lui che ha suscitato una profonda emozione tra i presenti. "Il Congresso – ha detto Margarita Tavera – ha suscitato in me molte emozioni. Sono una Sarda nata in Argentina che parla italiano e pensa in spagnolo". L’elezione del nuovo Presidente della Federazione dei Circoli Sardi di Argentina – ha detto Vittorio Vargiu al termine dei lavori del Congresso – è veramente una occasione importante e significativa per vari motivi. Si parla sempre dell’importanza di inserire le nuove generazioni nella vita associativa e particolarmente nei quadri dirigenti di circoli e federazioni, ed è una realtà che di solito, l’ inserimento non è facile per diversi motivi. Ma è anche vero che, tra i giovani che frequentano le associazioni, molti sono figli di persone che svolgono attività nelle associazioni stesse, perché le hanno frequentate da piccoli e hanno vissuto "in vivo" le loro vicende come fossero state della propria famiglia. Chi non conosce o non merita questa realtà, rischia di non capire la situazione nella sua vera dimensione e, peggio ancora, di cadere in ingiuste penalizzazioni a priori, senza tenere conto della capacità, della preparazione, della dedizione di questi giovani che sentono l’associazionismo come una strada da percorrere, perchè sono stati i loro genitori che gli hanno tramandato questa passione.