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È stato un 2008 disastroso per l’economia sarda. Tutti i settori hanno registrato il segno meno. In prima fila l’industria (esclusa la raffinazione petrolifera), le costruzioni e il commercio al dettaglio di piccola dimensione. Di più. Le aziende isolane hanno affrontato crediti in rallentamento, a cui si sono aggiunte sofferenze bancarie (prestiti non rimborsati) in rialzo. Segnali di tenuta, ma non esaltanti, si sono incontrati solo nel turismo e nei trasporti, mentre le famiglie si sono rifugiate nei conti correnti e nei titoli di Stato in attesa di tornare a investire sul mattone. È questa la fotografia della Sardegna scattata dalla Banca d’Italia nel consueto rapporto annuale. «La produzione industriale», si legge nel rapporto, «è notevolmente diminuita, a causa dell’indebolimento della domanda interna e il calo degli ordinativi esteri». «L’elevata incertezza sulle prospettive di ripresa ha poi inciso negativamente sull’attività d’investimento»: il rallentamento ha interessato soprattutto la chimica e la metallurgia. Secondo Bankitalia, gli investimenti sono aumentati del 2,2% contro il 6,5% e il 18% del 2007 e del 2006. Aumenta invece l’export (+22%), ma solamente «per effetto dei maggiori flussi commerciali del comparto petrolifero». Il dato al netto del greggio è stato negativo del 9,8%. Sul fronte delle costruzioni, Bankitalia ha registrato una contrazione del mercato residenziale e un indebolimento delle attività delle opere pubbliche. La compravendita di case è calata del 10,9% sul 2007. I prezzi sono scesi, così come le ore lavorate (-4,5%). Nel commercio, i risultati sono stati a due velocità: i consumi si sono contratti nei piccoli esercizi (-2,6%). Hanno invece tenuto le vendite nella grande distribuzione (+1,6%). Il comparto delle vacanze ha resistito, ma non più di tanto. La crescita delle presenze (+2,3%) è arrivata su tutte le otto province sarde. È andata però giù la spesa dei turisti stranieri (-20%). Ha tirato il freno anche il mondo dei trasporti. L’aumento dei passeggeri nei porti e aeroporti (+2,2%) è risultato minore rispetto al 2007 (+3,1%). Segno meno invece per i traffici negli scali marittimi, tranne che nel settore merci (+5%). La crisi dell’economia si è riflessa, inevitabilmente, sul lavoro: l’occupazione è calata dello 0,3% e il tasso di disoccupazione è passato dal 9,9% al 12,2%. I sardi sono tornati a fare le formichine. La raccolta bancaria (vale a dire i conti correnti e i depositi) è aumentata del 7,6%, poco sotto il risultato raggiunto nel 2007 (+9,3%). In senso opposto i prestiti per le imprese, che si sono attestate sul +6,5% (8,2% nel 2007). Per le famiglie la contrazione dei mutui, rispetto al 2007, è stata del 4,7% (dall’11,7 al 7%). L’incidenza delle sofferenze sui prestiti è cresciuta dell’1,6% (1,3% nel 2007).