di Massimo Cossu
Tutto si è svolto come da copione nell’incontro dei giovani dei settantadue circoli sparsi in Italia; per quello che è stato il quinto Congresso della FASI tenuto ad Abano Terme (PD) dal 21 al 23 ottobre; Tonino Mulas, prima di dare la parola alla moderatrice Carmina Conte, introduce l’incontro salutando tutti i presenti e parte dalle ultime riunioni dei mesi precedenti: Bologna, che lo scorso maggio ha visto riuniti i giovani d’Italia, e l’indimenticabile meeting internazionale che si è svolto a Chia, in Sardegna, lo scorso giugno.
Detta gli indirizzi su come il seminario dei Giovani possa essere sviluppato, tra lavoro, innovazione, cultura, cultura d’impresa; temi che vengono sviluppati più a fondo dai relatori presenti: l’economista Franco Manca, già assessore del Lavoro della Regione Sardegna; Giacomo Mameli, giornalista; don Piero Borrotzu, responsabile della Pastorale del Lavoro della Sardegna.
L’economista Manca evidenzia quello che è il processo variabile ed economico nella coesione sociale, la capacità di creare le condizioni per coinvolgere l’intero popolo sardo nella regola che è, da sempre, la diffusione del principio di eticità in campo economico. L’economista Manca spiega la differenza tra crisi internazionale e crisi nello specifico e prende ad esempio ciò che succede in Sardegna, mette in relazione ciò che non regge in diversi ambiti, quali: la chimica, il settore metallurgico e, soprattutto, tutto il sistema legato ai trasferimenti, che è quello che blocca la Sardegna e non fa crescere il PIL che a sua volta è legato, come spiega Manca, alla spesa pubblica. L’economista, già assessore del Lavoro della Regione Sardegna, sottolinea il limite che incontriamo nella nostra capacità di fare impresa. “Si parla di giovani – continua – e di politica a favore dei giovani, ma non si fa nulla per i giovani”. L’occupazione si sviluppa solo se vi è la crescita e, secondo l’analisi di Manca, per avere dei risultati positivi (dopo il fallimento dei vari “Piani di Rinascita”), bisogna trovare nuove vie per lo sviluppo che si basa su risorse immateriali: la conoscenza, una scuola adeguata, ecc. Secondo l’economista Manca, per uscire da questa crisi, bisogna essere coesi, uniti; la Sardegna, come il resto dell’Italia, può fare notevoli passi avanti se c’è il contributo di tutti.
Giacomo Mameli, giornalista, è maestro nel raccontare le eccellenze della Sardegna; conquista l’assemblea dei giovani e la seduce con quell’energia positiva che piace da subito; secondo il relatore, “La Sardegna non investe sufficientemente in cultura e, soprattutto, non ama la cultura del lavoro”. Gli esempi presi in considerazione sono tanti, Mameli prende spunto dal suo ultimo libro: “La Sardegna delle eccezioni” (donato dalla FASI ad ogni giovane partecipante). Racconta come tanti giovani ingegnosi e volenterosi, chi più chi meno, hanno immaginato e costruito il proprio futuro nell’isola madre. Chi era attento, si è sentito da subito catapultato, in maniera intelligente, in quell’ “eccezione” ben diversa e lontana, quasi indescrivibile, del voler fare e fare in Sardegna. Secondo Giacomo Mameli bisogna reagire alla “dittatura delle mediocrità” e evidenzia una necessità per la Sardegna (che ha bisogno, in realtà, non di eccezioni ma di regole), cioè: “occorre regolarizzare le eccezioni, sempre”.
Don Pietro Borrotzu, responsabile della Pastorale del Lavoro per La Sardegna, si presenta citando Bachisio Bandinu e riassume una delle tesi del suo libro “Lettera a un giovane sardo” del 1996: “Il giovane sardo si muove in una duplice appartenenza, tra il globale e il locale. Oggi si producono solo oggetti-merce e non oggetti-segno: questi ultimi rimandano a una cultura non basata esclusivamente sui consumi imposti a chi non ha nessuna possibilità di trovare soddisfazione materiale e morale nel lavoro: cioè, alcool, droghe…”.
Gli interventi dei giovani sono numerosi a chiedere ai relatori quelle che possono essere le energie da investire in un momento come questo, nel quale la precarietà sembra dominare nel quotidiano e toglie ogni possibilità di futuro, di associazionismo, di crescita in termini territoriali, culturali ed economici per la Sardegna. Franco Manca ha ragione nel dire che gli interventi per attenuare la povertà rischiano di essere orientati solo verso l’assistenzialismo; anche se – dice Manca – di questi interventi c’è bisogno dato il grande numero delle famiglie che chiedono di avere accesso al programma di solidarietà attivato dalla Regione Sardegna. Don Borrotzu conferma questi indicatori di povertà e, dopo aver illustrato i principi del movimento che prende il nome dalla “Carta di Zuri” (il cui obiettivo è quello di combattere la povertà e di evitare in tutti i modi l’esclusione sociale), ha messo in evidenza come nell’attuale situazione di diffusa disoccupazione giovanile si rischia di smarrire il valore più alto di un Cristiano: la Vita.
AUGURO AGLI AMICI DEL CIRCOLO SARDO DI ALESSANDRIA UN BUON LAVORO,
UN CALOROSO SALUTO DA BORORE
FRANCO CAPPAI
E SEMPRE FORTZA PARIS
Bravissimo Massimo! Buon lavoro e saluti!!!
Grazieeee Franco…….e se passi da queste parti lo sai che sei il benvenuto!!