"GOLETTA VERDE" PREMIA IL MARE SARDO: MASSIMO PUNTEGGIO PER QUATTRO LOCALITA' (BAUNEI, BOSA, POSADA,VILLASIMIUS)

Baunei

Baunei


di Annalisa Bernardini – Unione Sarda

La Sardegna ha il mare più pulito d’Italia. A confermarlo anche quest’anno è stata Legambiente che con Goletta Verde ha ispezionato i quasi 1.800 chilometri di coste sarde, un quarto di tutta la Penisola italiana. Durante la campagna estiva di Legambiente è stato eseguito il monitoraggio dell’inquinamento microbiologico delle acque, causato dall’assenza di depurazione per ben 18 milioni di cittadini italiani. L’indagine, durata due mesi e iniziata a giugno, ha dato il punteggio massimo (cinque vele) a quattro località balneari dell’Isola: Villasimius, Posada, Bosa e Baunei. La Sardegna è la regione con la media più alta di vele (3,5), in crescita rispetto a quella dell’anno scorso (3,4) quando le località erano tre (mancava Villasimius). «Il dato sardo è molto positivo anche per il resto d’Italia visto che abbiamo il 24% di tutto il litorale italiano», conferma Vincenzo Tiana, presidente di Legambiente Sardegna. Unici punti critici sono i cinque siti “fortemente inquinati” e le quattro “foci ad allarme rosso” segnalati. Tra questi ci sono il Rio Foxi nel litorale di Quartu Sant’Elena, Rio Mannu a Porto Torres e la foce del Coghinas. Ad Alghero, poi, è stato riscontrato un problema legato soltanto a un guasto momentaneo. Decisamente peggiore la situazione nel resto d’Italia, dove i punti critici sono 146, uno ogni 51 km di costa, mentre per quanto riguarda le foci dei fiumi 112 sono quelle quelle risultate a rischio. La maglia nera del mare inquinato spetta alla Calabria (dove oltre il 60% dei cittadini scarica a mare reflui non depurati a norma di legge) insieme alla Campania e alla Sicilia, mentre le regine del mare pulito, oltre alla Sardegna, sono la Puglia e la Toscana. I siti inquinanti segnalati evidenziano quindi la necessità di migliorare il sistema di depurazione delle acque. Sono infatti ancora molti i Comuni italiani di media grandezza che non si sono adeguati alla direttiva europea sul trattamento delle acque reflue urbane. «Lo sbocco dei fiumi sono i campanelli d’allarme», ha aggiunto Tiana. «Vuol dire che in estate i nostri fiumi diventano veicolo di acque inquinate e quindi la Regione deve accelerare il piano di tutela delle acque, che già prevede maggiore attenzione a scarichi e depuratori». 

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