FABRIZIO PASSEROTTI IN “FABER – IL CANTO DELLA TERRA”, MONOLOGO TEATRALE SU DE ANDRE’: IL 23 MARZO A VERCELLI CON IL CIRCOLO ‘GIUSEPPE DESSì’

FABER IL CANTO DELLA TERRA, è il racconto, interpretato dall’attore Fabrizio Passerotti, non solo e non tanto della biografia artistica di Fabrizio De Andrè, quanto un viaggio all’interno della sua opera su alcuni tra i tanti sentieri percorribili. E’ la storia di un gruppo di ragazzini che nel vecchio mulino del padre di uno di loro in un piccolissimo paesino della Sardegna, alla fine degli anni Settanta suonano le canzoni di Faber, scoprendo la potenza enorme della sua voce ed il fascino della scrittura di canzoni che hanno attraversato gli ultimi sessant’anni della storia del Paese. Il monologo segue il filo del senso della giustizia nelle canzoni di De Andrè, partendo dal Pescatore che incarna la trasgressione alla legge costituita con un gesto semplice e rivoluzionario: offrire pane e vino a un assassino in fuga, come un’eucarestia laica. L’appartenenza alla Sardegna e al mistero della sua lingua antica, dei suoni, del silenzio delle colline e dei pascoli. Un legame profondo che resiste, anzi si fortifica, anche attraverso l’esperienza drammatica del sequestro. Ma il legame con la terra degli uomini è qualcosa che ha a che vedere col senso religioso e percorre tutta l’opera di Faber: il monologo ne racconta la portata profondamente etica e anche politica, con chiavi di interpretazione della religiosità profondamente umana. L’altro percorso che il monologo percorre è quello della lingua sarda e del genovese, profondamente legato alla mistica del territorio e all’appartenenza alle culture millenarie del Mediterraneo. Quel Mediterraneo che oggi è diventato la tomba per i disperati in cerca di riscatto e che i ragazzi del mulino seguono nelle vie dei canti di Faber, fino ad arrivare al grido di libertà delle donne iraniane. Un oggi che è tutto dentro le canzoni di uno dei più grandi cantori dell’umanità dell’ultimo secolo.

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