ORANI IN FESTA PER LA SUA CENTENARIA: UN SECOLO DI VITA PER TZIA CHICCA (FRANCESCA) NOLI

Chicca (Francesca) Noli, nata a Orani il 22 settembre 1924, secondogenita di Antonio, massaju e Marianna Carboni casalinga, dopo la terza elementare ho abbandonato la scuola perché preferiva giocare a tombola e a sa une con gli altri bambini in sa corte comune dove si affacciavano altre tre famiglie. Fin da piccola ha indossato sa vardetta, aiutato il padre a marrunzedhare, a ghettare su tridicu, a trivulare a su tempus de s’arjola, a custodire sos mannuccios, a ghettare sa patata e a prantare su vasoledhu de iscialada. Erano solo due figlie e a casa facevano di tutto, aiutavano la mamma a cuocere il pane bianco, s’orgiathu, il pane rituale e i dolci delle occasioni.
A ventitrè anni ha sposato Nanneddu Puddu, un pastore di 16 anni maggiore di lei, vedovo di Rosa e padre di due figli di sette e cinque anni, Lorenza e Salvatore. A casa dai genitori si era presentata una parente comune nel ruolo di paraninpa (persona di grande moralità che garantiva la serietà ed una certa sicurezza economica dell’uomo). “A quei tempi – racconta -, i matrimoni si combinavano sulla logica, i miei genitori mi dissero che era un’omine vonu, seriu e tribagliadore e la risposta, anche se non derettu derettu, è stata positiva.
A dire il vero anche i miei, come tutti i genitori di allora, erano contenti di sistemare la figlia femmina per sollevarsi dall’incombenza di tenerla a casa – chiosa con simpatica ironia tzia Chicca”. Breve il fidanzamento e perché vedovo, come da usanza, il matrimonio venne celebrato solo con gli intimi alle dieci di un giovedì del 1947 a cui seguì il pranzo in famiglia. Lei vestiva il costume oranese, lui indossava sa veste. Dalla loro unione sono nati quattro figli, Rosa, Antonio scomparso a 65 anni, Maria deceduta a soli nove mesi per avere contratto la gastroenterite e Agostino il più piccolo che vive al piano superiore della casa di famiglia.
“ E’ stata donna Rosa – ricorda -, sa mastra ‘e partu, arrivata da fuori paese, ad avermi assistito a casa durante i miei parti poi, accanto a me c’era mia madre e le donne di famiglia. Li ho allattati tutti al seno per circa un anno, con qualche piccola aggiunta nello svezzamento”.
Colore degli occhi tra il verde e l’azzurro, pelle liscia e luminosa, certo mai violata dalle creme, sorriso comunicativo e coinvolgente, dialoga a suo agio divertita. Una folta chioma bianca le incornicia il viso. Dietro questa dolcezza si coglie un temperamento forte e deciso. “A casa è lei che conduce – afferma la figlia Rosa -, sempre pronta ad impartire ordini, si fa ubbidire”. “Certo – replica la mamma -, quando vedo qualcosa che non va bene, è giusto che io la riprenda”.
A tzia Chicca è stato impiantato il pacemaker circa dieci anni fa e a novantacinque ha subito un intervento al femore. In seguito ad una rovinosa caduta per cedimento dell’osso ormai consumato, la guardia medica, allertata dal figlio, ne ha ordinato un immediato ricovero all’ospedale dove le è stata impiantata una protesi d’anca. Lamenta anche di aver contratto anche l’herpes zoster (fuoco di Sant’Antonio). Compatibilmente con l’età gode di buona salute.
Da cinque anni vive a Macomer con la figlia Rosa, ma “a anda e torra – aggiunge -. M’aggradada a abarrare in domo mea, ma non posso costringerla a lasciare la sua famiglia per venire a vivere con me”. Tuttavia rientra ogni settimana ad Orani per trascorrere un’intera giornata al suo paese da cui non riesce a staccarsi.
Ha sempre frequentato la chiesa e mentre parla scorre fra le mani i grani di un piccolo rosario. “Raso pro totus finas pro chie mata fattu male e pro chie m’ata irrocau”. Vanta quattro nipoti che studiano, orgogliosa di Antonio, studente in medicina e tirocinante a Orani. “I giovani di oggi – confessa -, sono completamenti diversi da quelli di allora, sempre col telefonino fra le mani, non se ne staccano per nessun motivo e questo non è un bene perché perdono il contatto con la realtà”.
Come ha trascorso il giorno del suo centesimo compleanno?
“E’ stata una bella festa fra parenti e amici, la casa era piena di fiori. Il parroco don Gesuino Corraine ha celebrato la messa per me e poi tutti a pranzo all’agriturismo. Con noi anche il sindaco Marco Ziranu e la vice Valentina Chironi.
Il parroco le ha donato una copia del suo atto di battesimo amministrato nel lontano 24 settembre 1924, padrino Salvatore Carboni e madrina Angelina Santus, mentre l’amministrazione comunale l’ha omaggiata della targa di auguri per l’importante traguardo raggiunto.

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Un commento

  1. Auguri ,a compierne ancora quanti ne desidera 🥂

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