SINISCOLA RENDE OMAGGIO ALL’OSTETRICA MARIA CASAROLLI: INIZIATIVA DELL’AMMINISTRAZIONE COMUNALE IN COLLABORAZIONE A BIBLIOTECA E CENTRO STUDI LUIGI OGGIANU

Maria Casarolli

L’ONMI (Opera nazionale maternità infanzia), ente parastatale assistenziale, presente in Europa dal 1915, è stata fondata in Italia nel 1925 da Mussolini. Realizzata all’interno della cosiddetta battaglia demografica del regime, era finalizzata alla tutela delle gestanti e delle puerpere nubili, sposate o vedove di condizione economica disagiata e dei bambini poveri, illegittimi e a rischio di abbandono, di età compresa fino ai tre anni, per contrastare la mortalità infantile ormai a livelli molto alti e a sostituire la beneficenza privata con una formula di assistenza statale. Le strutture venivano amministrate da un consiglio centrale con sede a Roma, da federazioni provinciali e dai patronati comunali gestiti da un ufficiale sanitario, un direttore didattico, un maestro e un sacerdote. Tutto il personale medico e paramedico veniva sottoposto a corsi di formazione e a note di qualifica. La struttura di Nuoro avviata nel 1935 era operativa dal 1938.

In questo contesto storico e sociale, a Siniscola sede periferica di Nuoro, per 25 anni svolse la sua opera l’ostetrica Maria Casarolli, giunta dalla provincia di Rovigo, dal ‘48 fino al 1954 in Casa Puxeddu e fino al ’73 nella Casa della maternità col ruolo di direttrice.

Accolta con affetto dalla comunità siniscolese per la simpatia e l’impegno profuso nel suo lavoro, tanti la ricordano ancora per non aver fatto mai mancare la sua assistenza a chiunque ne avesse avuto bisogno, spostandosi in macchina o in motocicletta verso i paesi dell’Alta Baronia e della Bassa Gallura ovunque fosse necessaria la sua presenza. Fino alla sua comparsa, avvenuta nel 2003 a 89 anni, ha fatto più volte ritorno nel nostro paese che sentiva anche suo.

Il 14 dicembre scorso, l’Amministrazione comunale in collaborazione col Centro studi Luigi Oggianu e la biblioteca comunale, ha voluto commemorare la sua figura nella Casa del Parco con un convegno introdotto dal sindaco Farris e coordinato da Antonio Murru, una mostra fotografica che ricorda gli anni ‘50 e ‘60, una targa commemorativa apposta nel roseto attiguo all’ex casa Onmi, oggi biblioteca, inaugurato per l’occasione e col contributo musicale di Nicola Vandenbroele della scuola civica MEA.

“Da parte dell’amministrazione– ha sottolineato l’assessore alla Cultura Paola Fadda -, questo vuole essere un doveroso riconoscimento alla signorina Casarolli per tutta la sua amorevole assistenza nei confronti delle madri e dei bambini”.

Per l’occasione è giunto dal Veneto don Lucio Boldrin, 84 anni, figura di riferimento nonché assistente spirituale della Casarolli fin dal suo rientro a Rovigo. “Questa donna– ha ricordato -, aveva fatto del suo lavoro una missione”. Nel suo intervento, il sacerdote ha messo in evidenza la religiosità di tutta la famiglia Casarolli, lo spirito di abnegazione di Maria nello svolgere la sua professione e l’attaccamento alla gente a cui è stata vicina per tanti anni. Ostetrica, assistente sociale, educatrice d’infanzia e puericultrice, ha diretto la struttura con profondo senso cristiano. “E giusto commemorare queste persone – ha chiosato Murru -, che hanno lasciato il segno del loro operare e si sono spese per migliorare la società al di là delle intenzioni del regime. Per tutti noi è doveroso ricordare questa microstoria che s’interseca con la storia della fondazione dell’ONMI istituito da Mussolini”.

L’assessore Fadda ha letto un documento del 1954 dove la Casarolli illustrava al Comune la sistemazione dell’asilo nido, mentre Simonetta Bellu si è fatta portavoce del contributo scritto sull’evoluzione e la qualità del servizio infantile da parte di Gesuina Cherchi, direttrice del distretto sanitario di Siniscola, assente per lutto familiare. In chiusura il ricordo di Silvestra Miscera di Budoni e Francesco Trunconi che fin da bambino, accompagnava la Signorina in tutti i suoi spostamenti. 

“Quando la Casarolli è arrivata – ha concluso Antonello Pipere -, il quadro storico e sociale del nostro paese era molto povero. Si viveva un’economia di sussistenza fino a quando ha avuto inizio l’emigrazione, grazie alle rimesse degli emigrati si è cominciato a vedere qualcosa di diverso, le prime case nuove e un certo benessere. Negli anni sessanta da paese di emigrati siamo diventati paese di immigrati, la costa ha cominciato a popolarsi di gente che proveniva dall’interno determinando una crescita demografica di rilievo anche a Siniscola”.

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