di FILIPPO PETRUCCI
La Sardegna non sfugge alla morsa della fragilità sociale, come evidenziato dai più recenti dati ISTAT: le statistiche mostrano infatti un diffuso malessere economico.
Nel 2023, il 69,3% delle famiglie sarde ha avuto difficoltà a mettere da parte dei risparmi, mentre il 56,6% ha dichiarato di non riuscire a far fronte a spese impreviste. Le difficoltà economiche si fanno sentire e per molte famiglie arrivare a fine mese è diventata un’impresa ardua.
Secondo i dati, il 41,2% delle famiglie sarde vive con difficoltà o grande difficoltà economica e solo il 7,5% ha dichiarato di affrontare la propria situazione economica con facilità o molta facilità: quest’analisi svela un quadro fragile, con un rischio di povertà che colpisce profondamente una larga fascia di popolazione.
Il 35,7% delle famiglie ha valutato le proprie risorse economiche come scarse o assolutamente insufficienti e si riscontra un peggioramento della propria condizione economica rispetto all’anno precedente, situazione aggravata dall’inflazione e dai costi energetici sempre più proibitivi.
“La povertà delle famiglie sarde continua ad essere costante, la percezione di essere in stato di costante bisogno impedisce perfino di pensare a possibili vie d’uscita e non si riesce nemmeno a mettere da parte qualcosa per affrontare possibili imprevisti -dichiara Mauro Carta, presidente delle ACLI della Sardegna-. Dal 2020 al 2023 una famiglia media ha perso duemila euro di reddito per effetto dell’inflazione e ha visto aumentare il costo di energia e cibo. Al 31 dicembre 2023, la Sardegna contava oltre 1,5 milioni di persone e ben 439.000 vivevano in condizioni economiche precarie: quasi una persona su tre. Chiediamo che le forze politiche si interroghino sulle ragioni profonde di questa difficile situazione e agiscano al più presto”.