CAGLIARI, DI CUORE: LA SALVEZZA PASSA LUNGO L’ ASSE ZORTEA- CAPRILE

Caprile e Zortea

Il Cagliari fa’ affidamento, ancora una volta alle prestazioni di Zortea. E, come a Monza la settimana scorsa, continua la sua strada verso la salvezza. La squadra di Nicola ha “tirato” fuori la “garra” giusta, giocandosela alla pari con il Milan. È vero, poi, che Maignan ha negato, nel primo tempo, la prima rete di Felici in Serie A.  È, però, anche vero che vi era un giocatore chiamato all’ esordio per fare capire di che pasta fosse fatto. Non proprio uno qualunque. Si è trattato, infatti , di quell’ Elia Caprile , già due anni fa’ portiere titolare di quel Bari che si arrese a Pavoletti al 95′. In quell’ intensissima finale di ritorno co biglietto sola andata per la A. E, quasi a completare, in una sorte di legge del contrappasso, a difendere la porta dei galletti pugliesi è andato quel Boris Radunovich, già difensore della porta sarda. Tornando a Caprile, si può semplicemente osservare come egli le abbia “tolte , praticamente tutte. Per il Cagliari, quindi, rimanendo ai risultati,si tratta di un punto che vale oro, quanto una vittoria. La squadra ha trovato una prestazione esaltante. Si tratta di un risultato “che fa’ adrenalina”. La squadra ha giocato con criterio. Con una prestazione quasi perfetta. Che va a premiare tutto il lavoro fatto in settimana. Nei primi venti minuti sembrava che il Milan fosse padrone del campo. Poi è venuto fuori il Cagliari. Facendo funzionare un po’ tutto. Nella prima frazione di gioco la squadra di Nicola è sembrata essere in difficoltà per via di un 4-3-3 che ha portato gli ospiti sardi in sottonumero numero. Questo ha permesso agli uomini di Conceicao di avere maggiore pressione, costringendo il Cagliari sulla difensiva. Non si è trattato altro che dell’ applicazione diretta della filosofia del mister torinese: chiudersi, fare densità a metà campo e non rinunciare alle ripartenze. Queste ultime hanno messo in difficoltà il Milan, consentendo al Cagliari di recuperare.  

Momento decisivo l’ ingresso di Abraham per i rossoneri. Nicola ha riportato la linea difensiva a cinque, inserendo Deiola e consentendo ad Asolo, Makoumbou e Marin di essere in parità a centrocampo. A questo si è aggiunto il raddoppio esemplare in marcatura di Zortea  e Zappa su Leao. Praticamente annullato.  Sarebbe stato uno “sfregio” se il Milan avesse segnato all’ ultimo minuto su punizione. Il Cagliari, pur avendo quest’ impostazione difensiva di Nicola, è riuscito a “portare a casa” il risultato. È importante capire, infatti, come la rete del pareggio sia stata costruita su una ripartenza, fondandosi proprio su due esterni di fascia. Si è trattato di un “pareggio di speranza”. Soprattutto se rapportato ai ben ventiquattro tiri subiti nello specchio della porta. E soprattutto se si pensava che il Cagliari avesse potuto giocare alla pari del Milan. La squadra ha fatto due tiri in porta. Quei ben ventiquattro tiri subiti vi sono stati solo perché sono stati gli ospiti ad impostare la partita sulla difensiva. E, per portare a casa il risultato, questa si è rivelata, alla lunga, l’ unica impostazione possibile. I sardi hanno fatto bene a chiudersi dal limite  ed a “raddrizzare” la partita. E questo ha rivelato come il tecnico Nicola abbia dimostrato quanto la squadra sia stata in grado di “tirare fuori” il meglio di sé.

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