di CARMEN SALIS
Marzia Farris, giovane sarda che vive in Umbria, con questa prima opera conferma il suo talento come scrittrice. Ambientato nell’anno 2112, dopo una devastante catastrofe ambientale causata dall’uomo, il romanzo si apre su una Terra ormai priva di vita.
Marzia, hai scritto un romanzo che potrebbe raccontare il futuro degli esseri umani. Sì, ho preso spunto dalla situazione che ci circonda attualmente, l’essere umano sta maltrattando il proprio pianeta, noncurante dei danni che ne conseguono. È una tematica molto attuale su cui mi ritrovo spesso a pensare. È davvero questo che vogliamo trasmettere ai futuri figli della nostra terra?Penso sia una domanda su cui tutti dobbiamo riflettere, nel nostro piccolo possiamo fare tanto.
È presente la mitologia sarda, leggende antiche e archetipi universali, che creano un mondo fantastico che rimanda a profonde riflessioni. La nostra Sardegna è spesso nota per le meravigliose spiagge e il buon cibo.Volevo che si potesse esplorare anche la nostra cultura che spesso viene messa in secondo piano o non viene proprio presa in considerazione.Abbiamo origini antichissime e i nostri miti fanno parte della nostra gente, della nostra bellezza.Le dinamiche che ho creato all’interno del mio libro vogliono abbracciare entrambi gli aspetti, perché uno non esclude l’altro, ma si completano a vicenda in un connubio quasi magico.
La Sardegna è nel tuo cuore, come accade a tutti i sardi che la lasciano per altri luoghi. La Sardegna è stata una madre per me, mi ha visto nascere, mi ha cullata, mi ha cresciuta e istruita e mi ha fatta diventare quella che sono oggi e di cui sono orgogliosa.Questo libro per me è stato un omaggio a lei, attraverso le mie parole spero di averle in qualche modo reso onore.
Hai fatto un gran lavoro di ricerca nelle tradizioni: quanto la narrazione orale ti ha aiutato? La mia passione per il folklore sardo nasce proprio dalla narrazione orale. Ho perso i miei nonni quando ero ancora una bambina, ma li ho vissuti e li sto vivendo ancora oggi grazie ai racconti che i miei genitori mi riportano di loro. Sono soliti citare le nostre leggende per associare dei momenti e dei ricordi particolari delle loro vite.
Poi sicuramente il lavoro di ricerca è uno strumento che ho utilizzato per approfondire questa mia passione, ma è proprio nei racconti orali che essa è sfociata ed è radicata.
Cosa ti aspetti da questo libro? Penso che ognuno di noi debba lasciare qualcosa quando non ci sarà più, ed io volevo vivere ancora attraverso le mie parole che spero grazie a questo libro possano essere tramandate al nostro prossimo. Mi aspetto e mi piacerebbe un riscontro da parte del lettore, sono sempre aperta al dialogo costruttivo e al confronto.Amo discutere della nostra cultura e ne sento il bisogno, il richiamo. Spero di aver donato attraverso queste pagine tanto di me e della mia amata Sardegna.
Complimenti