L’INFERNO DEI BUONI IN “MIDANA” IL NUOVO LIBRO DI FRANCESCO COSSU

Francesco Cossu

Francesco Cossu scrittore, giornalista e insegnante, vive a Tempio, con l’Ispettore Vittorio Corti continua a indagare in un piccolo centro urbano del nord Sardegna, dove segreti e decadenza la fanno da padroni. Midana – Edizioni Amicolibro, tratta il dramma delle nuove droghe, della corruzione e dei traffici illeciti.

Questo romanzo si affaccia su un mondo che vede i giovani e le nuove droghe protagonisti come trent’anni fa.

Purtroppo un fenomeno sparito dalle cronache, ma che in realtà non si è mai spento, ha continuato a covare fino alla recrudescenza di questi ultimi 7-8 anni. Pur senza voler fare dell’allarmismo i dati ufficiali del Servizio di recupero delle tossicodipendenze, ma soprattutto il sommerso che rappresenta il doppio dei numeri forniti, indica una preoccupante ripresa. Quando ho parlato con un giovanissimo tossicodipendente, bevendo con lui una birra in un bar cittadino, ho tastato con mano quale inferno sia dover ricorrere necessariamente a una sostanza. Il resto lo hanno fatto le siringhe, le boccette di metadone e blister di antidolorifici sparsi in edifici in abbandono visti con i miei occhi.

Vittorio Corti resiste nonostante qualcuno gli remi sempre contro

Vittorio Corti è la coscienza pulita che non cede ai ricatti, non si incanta dinanzi a possibili tornaconti personali, né è interessato a pubblici encomi. Come tutti coloro che mantengono la schiena dritta presta ascolto al senso del dovere, senza sconti, senza abbagli o sirene di protagonismo. Antepone il senso dello Stato a quello del facile consenso popolare che una rapida soluzione dei casi suscita inevitabilmente.

L’espediente del romanzo può diventare uno strumento per comunicare una realtà sommersa?

Assolutamente sì. La narrativa tocca argomenti scottanti, perturbanti e scomodi che la maggioranza dell’informazione non affronta per ovvie ragioni editoriali. Oppure ti si permette di affrontare determinate realtà, ma senza metterne in risalto le complicazioni, le connessioni e magari le responsabilità di chi dovrebbe intervenire e invece impiega tempo e denaro in altro. Sotto questo aspetto, anche tanta produzione libraria non è esente dalla mancanza di certe tematiche, perché tanti scrittori preferiscono il resoconto all’invenzione, il dato di fatto alla ricerca sul campo.

Un nuovo protagonista negli interrogatori che si svolgono nell’ufficio di Vittorio Corti: Mindri

Mindri è un gatto scrutatore che partecipa a un paio di interrogatori dell’ispettore capo e, nel linguaggio non verbale dei felini, codifica dissenso e assenso di quanto si dice e si trascrive.

Francesco, ti senti più scrittore o giornalista?

Ufficialmente giornalista non lo sono più dallo scorso anno, quando ho cessato la mia collaborazione con “L’Unione Sarda”, ma resta comunque lo spirito. Credo di aver maturato negli anni la consapevolezza che lo scrittore affronti la pagina bianca con una libertà di manovra che non sempre nei quotidiani è garantita.

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