Maria Itria Mele
di LUCIA BECCHERE
A Fonni dove è nata il 25 settembre 1924, Maria Itria Mele ha frequentato le prime tre classi delle elementari, amava tanto l’aritmetica, trovava avvincenti le divisioni con risultato periodico perché non finivano mai, poi la sua cara maestra era stata sostituita e lei non si trovava proprio a suo agio con l’eccessiva severità della sostituta tanto da giustificare il duro intervento della madre che non permetteva un così ingiustificato comportamento nei confronti della figlia. A fine anno la bambina rimediò una solenne quanto inaspettata bocciatura che la allontanò dalla scuola.
A 11 anni lasciò Fonni per raggiungere la sorella Grazietta fattorina telegrafica alle poste di Nuoro che, in possesso della licenza di avviamento, svolgerà mansioni dirigenziali in diverse sedi quando le donne venivano chiamate a sostituire gli uomini partiti per la guerra. Alle poste lavorava anche la sorella maggiore Antonia, scomparsa a 102 anni nel 2018.
“Ero una bambina serena – racconta -, la mia è stata un’infanzia felice. Ultima di 7 figli, mio padre era mastru erreri e mia madre casalinga. In seguito la famiglia si riunì a Nuoro in via Ferracciu dove mi trovavo bene e avevo tante amiche, tuttavia rimpiangevo Fonni. Mia madre era una donna di grande fede, con enorme piacere sono entrata a far parte dell’Associazione delle Figlie di Maria all’asilo Regina Margherita di piazza Plebiscito (P.zza Satta) fino al 1957 quando, a 33 anni, mi sono sposata. Mio marito Antonio, un carabiniere gallurese di stanza a Nuoro, maggiore di me di 4 anni, è morto nel 1986 a 66 anni per un male incurabile. Era un bell’uomo. Bravo? Come tutti gli uomini! Ho 2 figli, sei nipoti, un pronipote e altri due in arrivo.
A festeggiare il mio centesimo compleanno – prosegue -, con amici e parenti c’era tutta la comunità ecclesiale. E’ stato bellissimo, don Giovanni Maria Chessa, prima di celebrare la messa in Cattedrale, mi è venuto incontro facendomi accomodare su una sedia, direi regale, rivestita di nastri colorati, sottolineando che per ognuno di noi il compleanno non è quando si nasce ma quando si viene concepiti. La mia casa era invasa da fiori, dolci e una grande torta. Una giornata veramente piena di emozioni.
Il regalo più bello?
“Una fotografia con tutti i parenti, c’eravamo proprio tutti?”
Signora Maria racconta la tragedia vissuta dalla sua famiglia durante il secondo conflitto quando il fratello Giovanni rientrato dall’Africa e subito arruolato in patria, venne ucciso in battaglia. Negli anni 80 colpita da spondilite, è andata incontro ad un brutto periodo, per fortuna tutto si era risolto senza strascichi.
Oggi necessità di appoggiarsi al bastone perché deambula con una certa difficoltà, motivo per cui non frequenta la chiesa come un tempo e riceve la comunione a casa. “Sento poco – aggiunge -, ma ho tanti nipoti che mi stanno vicini e mi prestano tanta attenzione”.
Come vede il mondo di oggi?
“Quando ero signorina non passeggiavo mai da sola al corso, sempre in compagnia di mia sorella. Oggi tutto è cambiato, dopo il boom del nudismo sono tutti nudi. Non c’è più serietà. Si sposano e si separano in fretta. Non esitano ad ammazzare le donne anche in presenza dei figli e questa è una grande tragedia.
Oggi il mondo è malato e io prego affinché guarisca in fretta. I suicidi e gli omicidi non sono forse una malattia? Questo è quello che penso.
Inoltre il valore del vicinato, della comunità che educa, non c’è più. Ricordo quando a Fonni sono stata investita da una bicicletta mentre mia mamma Mariangela era in chiesa, prontamente i vicini di casa mi hanno soccorso e al suo rientro il medico era già andato via”.
Ai bambini del progetto “E ti vengo a trovare” promosso dalla diocesi di Nuoro che di recente sono andati a salutarla vestiti da popolani al tempo di Cristo e recitato per lei un brano del Vangelo, ha raccontato la sua lontana infanzia e di quando bambina dava una mano al padre Sebastiano in su fraile.
Una bellissima storia dalla quale traspare tanta serenità.
Auguri Tzia Maria 🤗❤️
Auguri Tzia Maria
Da tanti centenari che hanno raccontato la storia della propria vita, si percepisce la loro serenità anche di fronte a prove molto dure dell’esistenza. Alla base di tutto inoltre l’amore per la famiglia, il senso del dovere ed il rispetto. Complimenti alla prof. Lucia Becchere che con sensibilità e competenza riesce a riassumere meravigliosamente in breve il trascorso di una vita centenaria!
Auguroni a tzia Maria!!