di ENZO CUGUSI
Si svolgerà dal 23 novembre al 18 dicembre 2024 la quarta edizione del progetto itinerante “Visioni made in Sardegna – Il cinema incontra le piccole comunità”, ideato da Malik ETS, finanziato dalla Regione Autonoma della Sardegna attraverso la L.R. 20 settembre 2006,
n. 15, annualità 2024 e cofinanziato dall’Unione Comuni Barbagia e sostenuto dall’ISRE – Istituto Superiore Regionale Etnografico di Nuoro e dalla Società Umanitaria- Cineteca Sarda di Cagliari.
Otto comunità da incontrare nei territori facenti parte dell’Unione Comuni Barbagia (Gavoi, Lodine, Ollolai, Olzai, Oniferi, Ovodda, Sarule e Tiana), più una tappa finale a Nuoro con l’ambizioso obiettivo di realizzare una rete di collaborazioni sul territorio sardo per divulgare, in particolar modo tra le nuove generazioni, il Cinema made in Sardegna con un tema ancora oggi particolarmente importante per i paesi dell’interno: il pastoralismo.
Filo conduttore del Circuito cinematografico sarà la valorizzazione del territorio e la cultura delle comunità rurali tra passato e presente, per arricchire la proiezione proposta saranno presenti registi, esperti, attori locali, che racconteranno l’esperienza cinematografica e al contempo stimoleranno il dibattito e una riflessione con il pubblico presente in sala.
Un percorso di cinema itinerante che narra di una parte fondamentale della cultura delle nostre comunità: il pastoralismo, raccontato con un piede nel passato e uno sguardo proiettato nel futuro. La rassegna cinematografica si muove infatti tra passato e presente riferendo certo di sacrifici e spesso di “costrizioni” dovuti a un tenore di vita che talvolta induce a pensare a scelte diverse come in “Tempus de baristas” di David Mac Dougal, ma racconta anche della pastorizia come mestiere e del pastoralismo come stile e come scelta di vita.
Le proiezioni percorreranno anche le fasi conosciute a partire dagli anni ’50-‘70. I film analizzano i passaggi e le transizioni, talvolta traumatici, avvenuti con grandi contraddizioni e le scelte rigorosamente calate dall’alto che hanno costretto all’emigrazione, come in “Transumanze” di Andrea Mura. Scelte che hanno cercato di destrutturare un mestiere, un mondo, una lingua, una cultura, anche con la costruzione delle cosiddette cattedrali nel deserto di cui è esemplare testimonianza il film di Antonio Sanna “Dopo il futuro”.
Alla base di questo percorso che racconta di saperi, di conoscenze, di un mondo altro ma anche di condizioni precarie che allora viveva l’isola, vi è lo straordinario film-documentario della Società Umanitaria- Cineteca Sarda, “L’ultimo pugno di terra”, realizzato da Fiorenzo
Serra come fotografia della Sardegna degli anni ’60, proprio per attestare le condizioni di allora e le necessità che la Sardegna aveva al tempo per avviare un vero processo di sviluppo che si basasse sulle risorse locali, questo almeno l’intento iniziale del piano di Rinascita.
Il percorso cinematografico farà riflettere anche sul cambiamento avvenuto con il mancato addomesticamento e vigilanza del territorio nel sapere tradizionale, con la proiezione di “S’umbra de su fogu” di Enrico Pau, che racconta il dramma degli incendi.
Proiezione singolare sarà “In questo mondo” di Anna Kauber che, attraverso un itinerario comparato con realtà anche extra-isolane, affronta in modo originale la pastorizia al femminile. Infine e non in ordine di importanza, il percorso scelto analizza anche la capacità di adattamento dei pastori, non solo per resistere ma anche per esistere a pieno titolo con il diritto civico di vivere e lavorare dignitosamente nella propria terra con il film “Tra Capo e Croce, le ragioni dei pastori” di Marco Antonio Pani e Paolo Carboni.
Ecco, quindi, il filo rosso che ha unito le proiezioni di questa edizione del circuito cinematografico “Visioni made in Sardegna – Il cinema incontra le piccole comunità”: da una parte raccontare quello che è stato per prendere coscienza della nostra realtà e di parte fondamentale della nostra storia, dall’altra, a partire dalle conoscenze di una delle risorse fondamentali della nostra terra, particolarmente cara alle Barbagie, stimolare le nostre comunità che si stanno spopolando, a riflettere e prendere in mano la propria cultura, valorizzarla, potenziarla e rilanciarla anche in virtù di uno sviluppo economico oltre che sociale.
Sarà proprio il documentario di Fiorenzo Serra a chiudere il percorso all’ISRE con la speranza che possa servire da stimolo alla coscienza di un vero piano di Rinascita basato sulle risorse dell’isola.
Il circuito cinematografico “Visioni made in Sardegna – Il cinema incontra le piccole comunità” ha tra gli obiettivi anche quello di educare le nuove generazioni ai temi del riciclo e della sostenibilità. Per questo prevede una sezione dedicata ai più piccoli con la proiezione di una selezione di opere a cui seguirà, in alcune tappe, un laboratorio “green” e in altre un confronto con il regista, per una vera e propria formazione del pubblico in età scolare. In accordo con l’ISRE – Istituto Etnografico della Sardegna, partner e sostenitore del progetto, gli studenti che prenderanno parte al progetto potranno inoltre visitare gratuitamente il museo etnografico di Nuoro.
È possibile visualizzare il calendario completo della manifestazione, con le opere e le date delle proiezioni al seguente link: