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“Faremo valere le nostre ragioni in sede europea, dinanzi alla Corte Costituzionale ed anche in sede civile”. Lo ha dichiarato il presidente della Regione, Ugo Cappellacci, durante il suo intervento in Consiglio sulla vertenza Tirrenia. “Con la massima determinazione – ha aggiunto Cappellacci – dobbiamo portare avanti anche una rivendicazione forte sul riconoscimento dell’insularità: anche con una mobilitazione comune della Regione e dei rappresentanti del territorio, andando insieme a Roma e restituire le chiavi dei nostri uffici. Il processo interrottosi nella giornata di ieri non si è fermato perché si e’ realizzata una vendita, che in astratto sarebbe potuta essere anche un passaggio propedeutico al dialogo con la Regione”. “Si è interrotto – evidenzia il presidente – perché durante le interlocuzioni è stata proposta dagli armatori un’ipotesi, che prevedeva una serie di soluzioni per noi non accettabili: la partecipazione della Regione al 15 per cento, la rappresentanza nel consiglio d’amministrazione e la rinuncia alla flotta sarda”. “A questo quadro – sottolinea Cappellacci – abbiamo risposto con un secco no e abbiamo condizionato il dialogo a una partecipazione paritetica rispetto ad altri soci, ad un ragionamento sulla quota che non comporti di dissanguare casse regionali per qualcosa costruito sulle spalle dei Sardi e abbiamo chiesto che il rappresentante nel consiglio di amministrazione indicato della Sardegna avesse deleghe relative a continuità territoriale e alle rotte”. “Abbiamo rigettato anche la richiesta di rinuncia alla flotta sarda – ha detto il presidente – e chiesto che invece la ex Tirrenia facesse propri gli standard qualitativi, le politiche tariffarie e lo spirito per cui e’ nata tale iniziativa . Di fronte al nostro secco no, abbiamo avuto come risposta quella di non aver dato seguito al confronto e di aver proceduto unilateralmente. Questo risultato non ci piace, non porta utilità ai Sardi e appare la prosecuzione logica di quell’atteggiamento di arroganza interpretato dagli armatori fino ad oggi”. “Dinanzi a questo sopruso – ha concluso Cappellacci – occorre portare avanti una politica determinata ed essere padroni a casa nostra: il Consiglio Regionale e l’intera società sarda sostenga unitariamente la battaglia per la continuità territoriale, per superare l’insularità. La Sardegna deve essere compatta nel sostenere tutte le iniziative che impediscano che venga portato a ulteriori conseguenze un accordo che dobbiamo considerare carta straccia”.