Piergiorgio Pulixi
di ALESSANDRA GHIANI
L’amore di Piergiorgio Pulixi per la Sardegna non è un segreto: da quando ha deciso di mettere da parte il timore reverenziale verso di essa – diventata vera e propria protagonista nel romanzo L’isola delle anime, pubblicato da Rizzoli nel 2019 – la nostra terra è spesso presente nelle sue opere, con le sue luci e le sue ombre.
Con La donna nel pozzo, il nuovo romanzo uscito oggi per Feltrinelli, l’autore porta i suoi personaggi – e i lettori – in giro tra Campidano, Sulcis e Sarcidano. Ma la Sardegna non è solo l’ambientazione in cui si muovono i protagonisti: la vicenda narrata, nella libertà della finzione che è prerogativa di ogni autore, è infatti liberamente ispirata a un caso di cronaca avvenuto nel 1989 nell’Isola: l’omicidio di Gisella Orrù, una giovane studentessa di Carbonia.
Aveva appena sedici anni Gisella, quando fu stuprata, uccisa e poi gettata in un pozzo nelle campagne di San Giovanni Suergiu. Una vicenda oscura, che ha lasciato dietro di sé altre morti e sparizioni, con una verità processuale che non ha mai convinto del tutto. Per la sua morte furono condannati il vicino di casa Salvatore Pirosu – che dopo ventiquattro anni di galera è scomparso nel nulla pochi giorni dopo la scarcerazione – e Licurgo Floris, che si è sempre professato innocente, morto suicida in carcere nel 2007.
Nei contorni di questo delitto non mancano altri lati oscuri: un presunto giro di prostituzione, telefonate anonime per depistare le indagini, il suicidio di un’altra sedicenne che frequentava la stessa scuola di Gisella Orrù avvenuto pochi mesi prima dell’omicidio, per citarne alcuni. Con l’assoluta padronanza degli arnesi del mestiere, Piergiorgio Pulixi ha preso spunto da questo terribile fatto di cronaca innestando nei vuoti lasciati dalle indagini una storia di fantasia, popolata di personaggi fittizi, mantenendo però i riferimenti alle dinamiche note e ai luoghi teatro della vicenda. A trentacinque anni dall’omicidio, si torna a parlare del caso per mezzo della narrativa.
Se il fatto di cronaca è il cuore attorno a cui ruota la trama de La donna nel pozzo, i protagonisti che incontriamo fin dall’inizio della storia sono lontani dall’Isola – per la precisione si trovano a Roma – e dal contesto in cui poi finiranno invece per indagare. Come Lorenzo Roccaforte, un ex scrittore di successo caduto in un baratro che lo ha reso incapace di scrivere anche poche parole. O Ermes Calvino, narratore talentuoso ma sfortunato, diventato suo malgrado il ghostwriter di Roccaforte. Infine, Arturo Panzirolli, editore spregiudicato – nonché pregiudicato, come l’ex scrittore – che per il denaro non guarda in faccia nessuno.
Roccaforte è anche il conduttore e, sulla carta, l’autore del podcast di true-crime Trame e delitti, dietro cui c’è invece il lavoro di Calvino. Sarà la ricerca del materiale da utilizzare per un nuovo romanzo di successo ed eventualmente per il format a portare i due in Sardegna. La scomparsa e il ritrovamento del cadavere di una maestra, Cristina Mandas, è un caso perfetto per scrittore e ghostwriter, che si ritroveranno a indagare sui legami tra questa vicenda e un delitto avvenuto trent’anni prima.
Sotto certi aspetti è il denaro – e ancor di più la sua mancanza – uno dei fili conduttori del romanzo La donna nel pozzo. Per l’avidità di Panzirolli è il fine che giustifica i mezzi. Per Calvino, asfissiato da una costante emorragia di liquidi, è una drammatica necessità che lo rende succube delle pressioni dell’editore e dell’arroganza di Roccaforte.
In altri casi, come purtroppo avviene anche nella realtà, il denaro viene usato per comprare il silenzio delle persone o per allettarle e convincerle a fare cose che altrimenti non farebbero. Le disparità economiche e sociali, unite agli eventuali problemi di un singolo o di una famiglia, sono in questo, come in altri romanzi di Piergiorgio Pulixi, l’humus in cui più facilmente si insinua il male. Perché il denaro è potere e la sua mancanza, al contrario, diventa facile strumento di coercizione.
Anche stavolta Piergiorgio Pulixi omaggia la sua terra
A prescindere dal fatto che la storia sia legata, per la particolare fonte di ispirazione, all’Isola, anche stavolta Piergiorgio Pulixi omaggia la sua terra. Alcuni piccoli paesi, come ad esempio Sardara, Castiadas, la sua frazione Olia Speciosa, con le loro bellezze e peculiarità fanno da sfondo agli spostamenti dei personaggi.
Allo stesso modo, senza edulcorazioni emergono le problematiche che attanagliano il contesto economico e sociale descritto, uno fra tutti quello di Carbonia ai tempi del delitto Orrù. E sebbene questo possa sembrare solo un espediente necessario a conferire verosimiglianza alla storia, ogni lettore farà le proprie riflessioni, che andranno senz’altro oltre il mero intrattenimento. Perché i libri hanno il potere di stimolare il pensiero e di smuovere le coscienze, soprattutto quando la finzione letteraria ha una connessione così forte con la realtà.