Cagliari
Le migliori performance ambientali in Italia si concentrano al Nord, mentre Centro, Sud e Isole tendono ad arrancare. Unica eccezione Cagliari che si trova al 24esimo posto nazionale, però perde otto posizioni rispetto all’anno scorso. Lo dice il rapporto Ecosistema urbano 2024 di Legambiente, realizzato in collaborazione con Ambiente Italia e Il Sole 24 Ore sui 106 capoluoghi di provincia. Quest’anno la Regina green della vivibilità ambientale urbana è Reggio Emilia, che risale la classifica passando dal quinto posto dello scorso anno al primo posto, superando così Trento, che scende in seconda posizione, e Parma, al terzo posto. Cosenza (13esima) pur peggiorando leggermente, è l’unica città del Sud nelle prime 15 posizioni, seguita al 24esimo posto da Cagliari.
Il focus sulla Sardegna dice che i capoluoghi dell’Isola spiccano nella raccolta differenziata dei rifiuti, con 3 su 4 che superano la soglia dell’80 per cento. Grave invece il livello della dispersione idrica delle reti, in tutti i casi superiore al 50 per cento. Preoccupa la mancanza di una rete di monitoraggio regionale della qualità dell’aria che copra in modo adeguato le città dell’isola. Delle 43 centraline inizialmente presenti, solo 25 sono ancora attive a causa delle 9 dismissioni del 2018 e delle ulteriori 9 del 2023. 2 capoluoghi esaminati nel rapporto, Oristano e Nuoro, non dispongono più di centraline attive. Non è quindi possibile conoscerne la qualità dell’aria. Le uniche aree urbane attualmente monitorate sono nell’area metropolitana di Cagliari, ad Olbia e a Sassari.
Tra i punti forza di Cagliari spiccano il sistema di calcolo della tariffa rifiuti (Tari) legato alla produzione reale, e l’offerta di trasporto pubblico locale, pari a 50 vetture-chilometri/abitanti/anno, che la pone al settimo posto tra i capoluoghi esaminati. Insufficiente invece la qualità dell’aria, con le polveri sottili che dal 2019 continuano ad aumentare. Nuoro dal 39esimo posto scende al 52simo, e spicca per numero di auto immatricolate per 100 abitanti (78), anche in relazione alla carenza di un efficace collegamento ferroviario con il resto dell’isola. Anche Oristano arretra, al 62esimo posto dal 22simo dell’anno precedente, come per Nuoro anche a causa della penalizzazione dovuta alla mancanza di dati sulla qualità dell’aria. Infine, Sassari sale leggermente dall’anno scorso nella classifica passando dall’80esimo al 74esimo posto con una buona qualità dell’aria, ma con il record della dispersione idrica tra i capoluoghi dell’isola esaminati (64,6 per cento).
“Il rapporto Ecosistema Urbano 2024 conferma che la regione è un esempio virtuoso per ciò che riguarda la raccolta differenziata – dichiara Marta Battaglia, presidente di Legambiente Sardegna -. A fronte di questo e altri punti di forza da vantare, come il terzo posto di Cagliari per l’offerta di trasporto pubblico o il primo di Sassari per la bassa concentrazione media annua di Pm2,5 (unica tra le città esaminate sostanzialmente in linea con il valore raccomandato dall’Oms), permangono tante criticità che devono essere affrontate con urgenza. Raccogliere e analizzare i dati sulle performance ambientali è il passaggio fondamentale per muoversi nell’ottica del miglioramento continuo ed è per questo che auspichiamo una risposta sempre più diffusa e dettagliata da parte delle Amministrazioni: Ecosistema Urbano è infatti una preziosa occasione di audit interno, oltre che uno strumento di confronto con realtà analoghe in grado di stimolare una concorrenza virtuosa”.
“Legambiente ritiene necessaria l’istituzione di una estesa e capillare rete regionale di monitoraggio della qualità dell’aria. L’attuale rete Arpas è stata notevolmente ridotta negli ultimi anni – aggiunge Giorgio Querzoli, responsabile scientifico di Legambiente Sardegna –. Città come Nuoro e Oristano non sono più monitorate e questo non consente di sviluppare concrete politiche di gestione urbana a tutela della salute dei cittadini. L’estensione della rete è ancora più urgente in vista del prossimo abbassamento dei limiti delle concentrazioni per il recepimento della Direttiva approvata dal Parlamento Europeo nell’ottobre 2024. Inoltre, sono urgenti sostanziali interventi di manutenzione della rete idrica perché livelli di dispersione superiori al 50% in tutti i capoluoghi sono incompatibili con la grave crisi di disponibilità della risorsa che l’isola sta vivendo”.