di LUCIANO PIRAS
La gara del campionato di Serie A tra Parma e Cagliari ha avuto uno stuzzicante prepartita nella conferenza che si è tenuta al Circolo “Grazia Deledda” sulle eccellenze archeologiche della Sardegna. Il giorno prima, infatti, domenica mattina, nella sede sociale di via Francesco Lasagna, è stato riannodato il filo dell’accordo che vede la Fondazione Mont’e Prama seguire il viaggio sportivo del Cagliari calcio, complice la Fasi, la Federazione delle associazioni sarde in Italia, coinvolgendo tifosi e appassionati nella scoperta dei tesori di cui è ricca la storia della isola al centro del Mediterraneo.
Il calcio d’inizio l’ha dato il presidente del Circolo parmigiano, il bonorvese Massimiliano Testoni, sottolineando la necessità di una riscoperta che dovrebbe partire «dallo studio a scuola delle età in cui i sardi erano protagonisti di una civiltà tanto avanzata quanto ignorata dalla divulgazione storica e scientifica». Nell’operazione di recupero della memoria ha anche citato la copia del fumetto “Topolino”, nel cui numero di agosto compariva una storia sui Giganti, «utile strumento per recuperare un’immagine fruibile anche dai giovani».
Il presidente della Fondazione Mont’e Prama, Anthony Muroni, ha presentato il complesso delle iniziative che, a livello nazionale e internazionale, vedono viaggiare i Giganti e la promozione della storia del Sinis. La partnership con il Cagliari calcio e la Dinamo basket Sassari hanno la funzione di aprire la strada della conoscenza del territorio, incanalando la passione degli sportivi sardi nelle radici del loro passato.
Emozionante quasi quanto la partita, la conferenza si è sviluppata tra le parole di Giorgio Murru e le immagini di Nicola Castangia, che hanno condotto i partecipanti in una visita virtuale dei principali siti archeologici della Sardegna, contestualizzando luoghi, ritrovamenti e monumenti. L’immensità del patrimonio culturale che attraversa l’Isola testimonia una fervente circolazione di idee, che hanno contaminato tutto il bacino del Mediterraneo e innescato scambi con culture lontane, pur mantenendo una precisa identità.
Dal globale al locale, con l’archeologa Ilaria Orri che ha valorizzato, invece, “gli ori del Sinis”: una penisola che ha prodotto una variegata ricchezza frutto dell’incontro degli antenati di quella comunità con le popolazioni fenicie, cartaginesi e romane. Ampia la partecipazione della platea, che ha stimolato i relatori con domande e contributi tesi a comprendere meglio la collocazione della civiltà nuragica nella storia e nelle culture mediterranee. «Una giornata che ha inorgoglito il Circolo “Grazia Deledda” – chiude il presidente Testoni –, che si appresta a vivere con entusiasmo un autunno ricco di progetti e iniziative culturali».