GLI EVENTI IN OCCASIONE DELLE GIORNATE EUROPEE DEL PATRIMONIO 2024: ARDAULI – MANDRAS, TESTIMONIANZE ARCAICHE

Ad Ardauli, nell’ambito delle Giornate Europee del Patrimonio 2024, si è tenuto l’evento “Il paesaggio di Mandras. Testimonianze di vita e morte nel territorio della Tomba Dipinta di Mandras”. La manifestazione, organizzata dall’Associazione Paleoworking Sardegna in collaborazione con il Comune di Ardauli – socio dell’Associazione Nazionale Città del Vino – l’Associazione San Quirico e la Pro Loco, ha permesso ai visitatori di scoprire questo importante monumento preistorico, custodito da millenni da una natura incontaminata, a tratti selvaggia, in cui predomina la macchia mediterranea con querce da sughero, lecci, cisti e lentischi. Si tratta di un piccolo ipogeo nel quale almeno tre ambienti sono decorati da pitture rosse rappresentanti la struttura della casa. Al termine della visita alla domu de janas, preceduta dai saluti della sindaca Tina Fadda, i ragazzi dell’associazione Paleoworking Sardegna hanno accompagnato i visitatori alla scoperta delle altre preziose testimonianze di archeologia rurale presenti nel territorio dell’ipogeo: palmenti e pinnettos.

I palmenti hanno forte valenza storica, antropologica ed economica, raccontano la storia della civiltà contadina e pastorale, illustrano il lavoro e le tecniche vitivinicole dall’età protostorica sino ai nostri giorni e contribuiscono alla riscoperta di vitigni di antica origine. In associazione a questi manufatti si osserva qui la presenza de sos pinnettos, le antiche costruzioni in pietra con copertura ogivale, funzionali al ricovero dei pastori, dei contadini e talvolta degli animali. Nella stessa località, l’associazione turistica Pro Loco, ha organizzato la pigiatura diretta dell’uva in un antico palmento o “lacu de catzigare” in sardo locale. Il vino bianco di Ardauli ottenuto da uve Nuragus nella misura non inferiore all’80% (chiamato ad Ardauli Mravasia), era conosciuto ed apprezzato in tutta l’isola. Fino agli anni ’50 del Novecento anche l’allevamento di viti su sostegni vivi (quali querce, bagolari, lecci, frassini) era diffusissimo particolarmente lungo i corsi d’acqua ed i confini di proprietà. Presso la chiesa campestre di San Quirico e Santa Giulitta, suggestivo novenario che si affaccia sul lago Omodeo, l’associazione San Quirico ha proposto il pranzo a base di ravioli di patate, piatto tipico della tradizione ardaulese, confezionato secondo l’antica ricetta tramandata fino ai giorni nostri e ancora in uso nel quotidiano.

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