L’ALCHIMIA DI UN INCONTRO: L’INCONTRO SUL PALCO DI SOPHIA MURGIA CON FEDERICO ZAMPAGLIONE DEI TIROMANCINO

Federico Zampaglione e Sophia Murgia

Ho sempre pensato, e più volte scritto, che la musica e la poesia occupano il gradino più alto dell’arte. La vetta, insomma.

Se dovessi immaginare un mondo senza musica e poesia…lo vedrei freddo, triste, in bianco e nero. Malato.

Che la musica e la poesia abbiano anche una funzione terapeutica è evidente da sempre.

Cambia il battito, il respiro. I muscoli si distendono e lo sguardo si rasserena. Si sente maggiormente il bisogno di andare verso l’altro perché condividere emozioni significa rafforzare sentimenti e dare forma ai sogni.

In fatto di musica, poi, ho sempre avuto il palato fine. Nel senso che ho sempre attribuito molta importanza al testo. Ci sono note e versi scolpiti nella parte più luminosa della mia anima da sempre e che, col tempo, vanno infoltendosi perché, per fortuna, c’è sempre qualcuno capace di creare – nonostante i tempi dominati dal rumore e dal chiasso assordante – terremoti emozionali significativi. E costruttivi…perché capaci di imbandire immaginarie mense presso le quali saziarsi per rinascere più forti di prima.

Io, sessantottina convinta, musicalmente ho avuto come compagni di viaggio Bertoli, Vecchioni, Guccini, De Andrè, Marras, De Gregori, Dalla, Battisti…

Sono cresciuta, anche grazie a loro, dal punto di vista cognitivo-emozionale-relazionale. Mi sono fatta cullare ed accarezzare dalle loro note e dal loro canto nei momenti più sereni. Ma li ho cercati anche in quelli nei quali la mia anima stanca cercava un appiglio per non annegare. E loro erano sempre lì…a portata di disco e/o di radio, per riparare a un’ingiustizia o a una delusione.

Ed è una comunione spirituale che, per fortuna, si ripete anche oggi (a volte per caso) e che, ancora, regala allo sguardo e al cuore la capacità di scorgere nuovi colori e nuovi profumi. E di bearsene.

È ciò che mi è accaduto di recente nell’ascoltare, per caso, alcuni brani dei Tiromancino.

Perché per caso? Perché Sophia Murgia, una splendida ragazza di Budoni – da sempre innamorata persa della musica e del canto – nel suo veder realizzato un suo sogno ( cantare insieme a Federico Zampaglione ) ha fatto sì che io ascoltassi con la dovuta attenzione e col giusto coinvolgimento le canzoni dei Tiromancino.

Rimanendone rapita.

Preciso: non ignoravo l’esistenza dei Tiromancino. Vivo in questa terra. Ma mai mi ero soffermata ad…assaporare la loro musica e i loro testi.

Quando si verificano questi incontri magici mi domando, smarrita, dove ero ieri, l’altro ieri e il giorno prima ancora…quando i Tiromancino suonavano e cantavano. Chiedo sinceramente venia…

E, quindi, mi sorprende ancora di più che Sophia, una ragazza di poco più di vent’anni, abbia affermato – raccontando dal palco il perché del suo primo contatto con Federico – che i Tiromancino sono stati gli idoli della sua infanzia.

Lei, con i suoi occhi bambini non solo li aveva scorti ma si era fermata ad ascoltare. Incantata e commossa.

Ed io ora – con le mie mille primavere sulle spalle – incantata e commossa come un’adolescente innamorata, continuo ad ascoltare il duo Federico-Sophia che, in un giorno di settembre, da un palco, a Cagliari, hanno scelto di regalarci alcuni momenti di una bellezza disarmante. Puri. Carichi di tanto. Profondamente sentiti.

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Un commento

  1. Bellissimo articolo! Grazie ancora Rosalba Satta

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