Bianca Pitzorno
di PIER BRUNO COSSO
La vita è un viaggio, si sa, e quando la racconti parli di traguardi, di incontri, di luoghi attraversati…
Oppure la vita è una fantastica avventura che ha senso solo in compagnia di quelle meravigliose creature che sono gli animali. E tutte le tappe, tutte le ore trascorse sono scandite dai momenti vissuti insieme.
Ci si annusa per presentarsi e si cresce insieme diventando più consapevoli, più amici, più intimi, reciprocamente. E la strada diventa un percorso di formazione in cui loro sono protagonisti, compagni d’avventura, amici. Amici veri dove nessuno predomina sull’altro. Allora la vita diventa meravigliosa perché tutto evolve con loro: incontri, passioni, emozioni, gioie e pianti. Tutto ha più senso con loro.
Non ci sono tratti di storia personale da raccontare senza quella travolgente colonna sonora della convivenza con loro. Se non c’è almeno un gatto, una cavia, un topolino, o una rana, non sta succedendo niente: è un momento senza storia.
Questa è l’idea centrale del libro A chi smeraldi e a chi rane (Bompiani 2023) della nostra grande scrittrice Bianca Pitzorno; sassarese di nascita e nel cuore, ma anche milanese per scelta, e cittadina del mondo per amore della vita.
Le tappe di un’intera esistenza, come i capitoli del libro, sono scandite dal ruolo attivo dei nostri coinquilini del pianeta Terra. In ogni età, in ogni avventura, il film gira attorno ai nostri amici.
La Pitzorno nell’autobiografia si racconta con i tanti, troppi animali (come ironizza nel sottotitolo). Si sorride, ci si commuove, e ci si stupisce incantati in quel “come eravamo” color seppia che tanto spesso arriva.
Il libro scava in uno studio psicologico per capire, crescere e imparare dagli animali. Che detto così sembra semplice, ma ci si ritrova per magia a vedere il racconto con i loro occhi innocenti e incantati, spesso furbetti ma ingenui. Ci si tuffa dentro il racconto chiedendosi come loro vedono noi: come ci considerano, cosa pensano? Capitolo dopo capitolo arriviamo al traguardo di questa domanda, senza risponderci, ma cercando di perdonarci per non essercelo chiesto prima.
Sapendo che qualcosa che abbiamo fatto, quando non lo sapevamo, era orribile. Scontando nel pianto a dirotto di una bambina davanti quel silenzio assordante dei tonni nella “camera della morte”.
Ma anche la crudeltà fa parte di questo mondo, e in A chi smeraldi e a chi rane non si fanno sconti. Insegnandoci anche a non essere razzisti neppure con gli animali: perché il dolcissimo gatto sì, e il rospo no? Sono ugualmente creature, a cui dobbiamo lo stesso rispetto. Perché l’amore per loro insegna il rispetto. Il rispetto, parola magica, che è alla base della vita, come ci insegna Bianca Pitzorno.
Molto interessante
Recensione che coglie in pieno il rapporto dell’autrice con il mondo animale