QUANDO LA MUSICA DI STRADA DIVENTA COLLANTE SOCIALE: RINALDO PINNA E I SUOI SONHEROS

Rinaldo Pinna

Musica come condivisione e ritmo come vita. Sono questi i principi su cui si basa Sonheros di Rinaldo Pinna. Qui la musica è democratica, aperta a tutti e a tutte: Sonheros è infatti un laboratorio di musica di insieme che ha luogo a Cagliari, in cui si segue il metodo calljero, ossia della musica di strada. Si tratta di un approccio che non prevede lo studio e poi la pratica strumentale, ma inverte il processo: si passa prima per l’apprendimento diretto delle regole ritmiche e successivamente per lo studio delle melodie. 

Si suona insieme, con piccoli strumenti a percussione, chitarre, maracas e tamburelli, e il suono diventa così mezzo unificante, strumento attraverso il quale nel gioco ci si lascia travolgere dal ritmo. Negli spettacoli di Sonheros il pubblico diventa parte della performance, come fosse metateatro: chi osserva fa parte dello spettacolo stesso, in un’esperienza metamusicale in cui i confini del fare si fanno invisibili. Non si sa chi farà, non si sa chi ascolterà: l’unica certezza è la musica, partecipata. A raccontare questa innovativa realtà socio-culturale è il suo ideatore, Rinaldo Pinna.

Andiamo per ordine: cos’è Sonheros, come nasce? Io sono un musicista e organizzatore di eventi culturali, soprattutto nel periodo antecedente al Covid: con “Suono al civico, musica dai balconi a Villanova” ad esempio, suonavamo dal vivo tra vie e balconi del quartiere, creando intorno a noi quel senso di festa e di convivialità che fa comunità. Poi con la pandemia ci siamo fermati, come accaduto a tanti. Sonheros nasce dalla ripresa post pandemia, come un progetto socio-musicale.

Ha preso il nome di Sonheros dall’unione delle parole “son”, che sta a rappresentare la radice di suono, e “eros”, che ha in questo caso il significato di eroi: le persone che si cimentano a suonare, non avendolo mai fatto prima, sono veramente eroiche. In Sonheros non c’è distinzione fra musicisti e pubblico, anzi: il pubblico diventa parte integrante dell’orchestra. Prima dell’esibizione distribuiamo tra i presenti degli strumenti; non c’è nessun palco, solo uno spazio pubblico. Il pubblico risponde perché si crea un’onda ritmica partecipativa che permette a tutti di suonare e provare l’emozione di fare musica, soprattutto insieme.

Il pubblico, pur non sapendo cosa deve fare, viene coinvolto in un insieme d’istinto e simpatia

Cosa intende per “onda ritmica”? L’onda ritmica è un qualcosa di contagioso in cui tutti fanno la stessa cosa; è complicato da spiegare a parole. Il pubblico, pur non sapendo cosa deve fare, viene coinvolto in un insieme d’istinto e simpatia e copia gli altri. Possiamo paragonarlo a una sorta di ola dello stadio, che in spagnolo significa proprio onda. Nel nostro laboratorio ha lo stesso principio: fai una cosa istintivamente, senza pensare; parte un impulso e tutti, si muovono.

Ma il contesto cagliaritano e gli eventi organizzati pre pandemia, hanno in qualche modo influenzato la sua musica e/o il suo progetto Sonheros?  Certamente! Io sono di Cagliari e vengo da una realtà, quella dei quartieri popolari degli anni ’70 come zona Marina, in cui nelle calde notti estive ci si sedeva fuori a prendere il fresco e si suonava la musica callejera, la musica da strada. È quella che suonavano gli anziani del mio quartiere, era un gruppo variegato: c’era chi aveva studiato musica e no. Ma quando si incontravano con uno strumento in mano iniziavano a suonare e battevano insieme il tempo coi piedi. Si staccava il tempo e si partiva. Si creava così un’azione culturale, era un metodo collettivo per scambiare conoscenze e consolidare quelle che già sia avevano. Ecco, io sono ripartito esattamente da qui.

Torniamo alla pratica. Lo spettacolo di Sonheros è dunque innanzitutto condivisione, ottenuta grazie al ritmo. Nello specifico, come si svolge quindi lo spettacolo?  Ci si reca nella piazza in cui l’evento avrà luogo, disponiamo delle sedie in cerchio e abbiamo sia un pubblico che è già a conoscenza del nostro laboratorio musicale – che informiamo dei nostri spettacoli attraverso i social –, ma non solo. Capita infatti che passanti, turisti e non, incuriositi si avvicinino. Successivamente io distribuisco ai presenti gli strumenti musicali. Il tutto è molto intuitivo, quindi anche il pubblico che non conosce Sonheros capisce al volo, perché l’onda ritmica è estremamente intuitiva e ha una sua funzione.

La gente si lascia andare e si diverte durante lo spettacolo, che dura circa un’ora e mezza. In Sonheros abbiamo inoltre ottimi musicisti che sono dei professionisti: hanno sposato l’iniziativa e offrono le proprie competenze musicali, consci del fatto che suonare d’insieme è un’emozione unica che si comprende solo facendo un’esperienza di questo genere. Le persone a fine spettacolo sono stordite, come se avessero appena fatto un giro in giostra: sono felici. La frase che sento più spesso è: “Non sapevo di saper suonare”, ma in realtà io credo che la musica sia insita nell’uomo. Semplicemente non tutti trovano modo o occasione per comprenderlo.

E invece per quanto riguarda la dimensione sociale della musica, come mai questa necessità?  E che aspettative ci sono a riguardo? La musica di per se è un fattore unificante e creatrice di aggregazione, ma penso che i tempi siano cambiati e di conseguenza anche le esigenze del pubblico. Credo che la gente oggi abbia necessità di sentirsi protagonista e non solo di far parte passivamente di un pubblico pagante. Inoltre, questa modalità partecipativa permette maggiormente alla musica di espletare la sua funziona sociale unificante e di condivisione.

Per Sonheros questa tipologia di fare musica è basata sullo stare nel presente, nell’unione che si crea nel pubblico durante lo spettacolo. Mi piace paragonarlo a una seduta di yoga o di mindfulness in cui si riesce a ritagliare un momento in cui non si è in balia dei pensieri che ci affliggono nella quotidianità. La musica, nel mio modo di concepirla, è vita; e il ritmo è il suo soffio vitale, il suo respiro. Questa è la vera potenza della musica.

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