L’IMPEGNO POLITICO E LE OPERE ARCHITETTONICHE DI ANTONI SIMON MOSSA, IL PADRE DEL MODERNO NAZIONALISMO SARDO

Di origini algheresi, Antoni Simon Mossa nasce a Padova il 22 novembre 1916, si laurea in architettura a Firenze ed avvia le proprie attività a Sassari e ad Alghero, dove si interessò al catalano locale e alla lingua sarda.

Antoni Simon Mossa è considerato il padre del moderno nazionalismo sardo.

Ma anche se viene ricordato principalmente per le sue opere architettoniche ed il suo impegno politico, Mossa è stato uomo di straordinaria poliedricità, operante con passione e competenza anche nel campo della letteratura così come della musica e del cinema.

Suoi, tra i tanti, i progetti architettonici della Scala del Cabirol, che consente accesso alle Grotte di Nettuno ad Alghero, alla cupola policroma di San Michele, l’importante contributo al Master Plan della Costa Smeralda ed il Museo del Costume di Nuoro.

Anche in campo cinematografico, Simon Mossa sviluppa il suo animo artistico e si forma quale intellettuale completo.

A Firenze frequenta il CineGuf e con Fiorenzo Serra (futuro regista etnografico sassarese) inizia un proficuo sodalizio.

Proprio in Toscana sviluppa la passione per l’arte cinematografica, formandosi con la scuola francese del tempo: il realismo poetico di Jean Renoir e di Marcel Carné, il rigore di Duvivier, l’avanguardia di L’Herbier. Fondamentale è stata, inoltre, la visione di film che hanno segnato l’epoca e che hanno fatto la storia del cinema, tra i quali Metropolis di Fritz Lang ed i capolavori, dal taglio antropologico, di Flaherty e D.W. Griffith.

Scrive un libro di grammatica algherese e nel settembre del 1959 fonda una scuola in cui, fino al 1970, s’insegnava l’algherese e si conducevano lezioni in catalano di archeologia, storia e cultura sarda.

Dal 1961 al 1971 fu presidente del “Centre d’Estudis Algueresos” di cui era stato anche fondatore.

Nel 1959 conosce il fotografo e storico Pere Català i Roca, col quale avviò delle corrispondenze.

Mossa intraprese viaggi di studio in Corsica dove ebbe modo di conoscere Petru Rocca; nel 1961 visitò in Catalogna Jordi Pujol i Soley; nel 1964 visitò i Paesi Baschi e la Galizia, l’Alsazia nel 1965, nel 1966 le Fiandre, il Galles e la Scozia, ed infine la Frisia nel 1967.

Nel frattempo, comincia a partecipare al movimento nazionalista sardo.

Introdusse una nuova teoria basata sul riappropriamento dell’identità sarda, definita come una comunità con storia, lingua e cultura propria in pericolo d’estinzione. La soluzione per porre fine al neocolonialismo italiano sarebbe stata l’adozione di politiche ispirate al socialismo e, attraverso l’indipendenza dell’isola, costituire una federazione europea di comunità in seno alla quale la Sardegna avrebbe così potuto intessere una rete di relazioni autonoma tra i vari stati, e stabilire un rapporto privilegiato con la Catalogna e la Corsica.

Nel 1964, pur facendo parte del Partito Sardo d’Azione, fondò insieme a Giampiero Marras il “Muimentu Indipendhentistigu Revolussionàriu Sardu” e nel 1966 il gruppo clandestino “Sardigna Libera”; nello stesso anno fu anche eletto consigliere comunale del comune di Porto Torres. Morì prematuramente di malattia il 14 luglio 1971.

Influenzò intellettuali e politici come Giovanni Lilliu, Antonio Ballero de Càndia, Sergio Salvi, Carlo Sechi Ibba e Gustavo Buratti, e molte delle sue idee sono state adottate dall’area autonomista e indipendentista moderna.

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